L'America di Trump non ama le diavolerie tecnologie cinesi. Anzi, da alcuni mesi a questa parte sta usando l'elettronica di consumo come arma di politica internazionale. L'ultimo capitolo è stato aperto dall'operatore di tlc statunitense At&t che avrebbe deciso di rompere la partnership con il produttore di telefonini Huawei. L'annuncio, scrive il Financial Times, sarebbe dovuto arrivare in queste ore a Las Vegas al Consumer Electronic Show. Qualcosa sembra essere andato storto e il carrier Usa avrebbe di punto in bianco deciso di voltare le spalle al terzo produttore mondiale di smartphone.
Se non dovessero esserci ragioni legate agli accordi commerciali - Huawei è diventato il più temibile avversario della californiana Apple e del gigante coreano Samsung - vorrebbe dire che hanno pesato sulla scelta di At&T la vicinanza con le politica dell'amministrazione Usa che da poco ha deciso di cambiare tutto in termini di neutralità della rete offrendo così la possibilità agli operatori di Tlc di offrire servizi a velocità diverse in base agli accordi con i produttori di contenuti del web. Una simile decisione è un favore a tutta l'industria delle Telco perché consentirebbe loro di aumentare i profitti sulla vendita di connessione a internet.
Tra Trump e i gruppi tecnologici cinesi poi ci sono precedenti. Alcune settimane fa era saltato il matrimonio tra Ant financial, il braccio finanziario di Alibaba e Moneygram, gruppo texano attivo nei pagamenti elettronici. I cinesi avevano messo sul piatto 880 milioni di dollari in contati ma è arrivato il no da parte del Dipartimento del Tesoro. Da ricordare anche la messa al bando di Karspersky, il produttore di anti-virus russo, sempre per motivi di sicurezza nazionale. Nel settembre 2017, Donald Trump aveva ordinato di disinstallare entro 90 giorni tutti i software Kaspersky presenti sui computer delle agenzie governative statunitensi.
Il timore, espresso dal presidente USA, è che questi programmi mettessero a rischio la sicurezza nazionale, a causa dell'influenza che il Cremlino potrebbe esercitare sull'azienda con base a Mosca. Il fondatore Eugene Kaspersky ha fatto ricorso al giudice e ora la vicenda è nelle aule del tribunale. Anche nel caso di Huawei è stata chiamata in causa la sicurezza nazionale che è diventato un modo di dire “trumpiano” per dare fastidio in chiave diplomatica ai governi rivali. A differenza di Alibaba, Huawei è un soggetto che sta fortemente investendo nei mercati occidentali. Al sistema dei media, forse, questa mossa non piacerà.
© Riproduzione riservata