Go è un antico gioco cinese da tavolo. Ha 2500 anni, si svolge su una sorta di scacchiera e funziona così: all'inizio non hai alcuna pedina, vince chi circonda l'avversario obbligandolo a non potersi più muovere. È un gioco spietato come pochi altri, che richiede strategia, calcolo e intuizione. Se chiedete oggi a un venture capital della Silicon Valley chi sta vincendo la sfida dell'innovazione sulle startup a denti stretti vi risponderanno che qualcosa è cambiato. Che cominciano a sentirsi accerchiati senza più mosse, come in una partita di Go. Per gli Stati Uniti trovarsi dalla parte sbagliate di un tavolo da gioco è una novità. Soprautto se su quel tavolo ci sono le startup. Una decina di anni fa, quasi tre quarti del finanziamento mondiale di startup innovative tecnologicamente avanzate e di giovani imprese avvenva in Silicon Valley negli Stati Uniti. Oggi non è più così. L'eldorado dei piccoli innovativi è in Cina.
Qualche indizio? Provate a contare gli unicorni In Cina le startup valutatepiù di un miliardo di dollari nascono con lo stesso ritmo degli Stati Uniti, attingendo a fondi di giganti di Internet come Alibaba, Tencent e oltre mille imprese nazionali, società di capitali che hanno mosso miliardi di dollari l'anno negli ultimi anni. Secondo Cb Insight, dal 2013, la quota di nuovi unicorni nati ogni anno negli Stati Uniti è costantemente diminuita, dal 75% del totale a meno della metà (49%) del 2015. Quel numero è sceso ancora più in basso toccando una percentuale del 43% nell’ultimo anno. Chi è invece cresciuto è il Continente Rosso. Ad oggi, la Cina ospita oltre un terzo delle nascite di unicorno. In più gli investimenti in startup sono cresciuti in termini percentuali di più degli Stati Uniti. Intendiamoci, gli Usa sono ancora un importante motore di innovazione. In Silicon Valley si concentra la principale fonte di capitale di rischio globale. Ma la velocità dei flussi sta cambando.
Il cambio di passo della Cina. I primi sentori che qualcosa è cambiato ci sono stati a luglio. Anzi, l'otto luglio per la precisione quando il Consiglio di Stato (il governo di Pechino) ha presentato un piano strutturato in tre livelli: mettersi al passo di tecnologie e applicazioni Ia entro il 2020; raggiungere target primari entro il 2025; fare della Cina il leader mondiale entro il 2030. Solo una settimana fa la notizia di Sensetime che è diventata la startup dell’intelligenza artificiale più importante del mondo. L'intelligenza artificiale è tra i comparti guida, insieme a energie rinnovabili, robotica e auto elettriche su cui Pechino punta per trasformare la nazione da manifattura del mondo a pioniere della tecnologia. Al servizio dell'operazione ci sono risorse stimate in 150 miliardi di yuan (circa 22 miliardi di dollari) entro il 2020, mentre i settori legati all'Ai sono valutati 1.000 miliardi di yuan, secondo le proiezioni governative. Entro il 2025, questi valori saliranno, rispettivamente a 400 e 5.000 miliardi di yuan (quasi 750 miliardi di dollari).
Ma non c'è solo l'intelligenza artificiale. Se dopo averle contate guardiamo agli unicorni scopriamo che non c’è solo l’Ia. A partire dall’app di lettura di notizie Bytedance , che, con la sua valutazione di 11 miliardi di dollari, è tra le società più quotate al momento. Poi abbiamo la società di bike sharing, Mobike che ha recentemente raggiunto lo status di unicorno. Meituan-Dianping è un gigante dell’on-demand e varrebbee 30 miliardi. Oggi investono guardacaso sull’intelligenza artificiale. La prospettiva di una guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina potrebbe complicare ulteriormente le cose. Didi-Chuxing invece può essere battezzata la Uber cinese, tra i suoi azionisti conta anche la Apple. Qualcuno potrebbe sostenere che la Cina gioca una partita diversa. Che è un capitalismo diverso e che poco o nulla ha a che fare con quanto avviene in California. Resta un fatto però che se prima c’era solo la Silicon Valley oggi questo primato in qualche modo è fortemente ridimensionato. Sulla scacchiera le pedine rosse sono aumentate. E anche tanto. E qualcuno si chiede quante mosse restino ancora agli americani.
© Riproduzione riservata