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Cancro: oltre 14 milioni di euro di investimento dal 5 x 1000

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Cancro: oltre 14 milioni di euro di investimento dal 5 x 1000

Oltre 14 milioni di euro l'anno per 7 anni, 6 nuovi programmi speciali pluriennali, oltre 200 scienziati coinvolti: l'Associazione italiana per la ricerca sul cancro (airc) affronta il problema metastasi mettendo in campo un impegno senza precedenti grazie ai fondi messi a disposizione dalle firme del 5 per 1000 all’Associazione.

Perché un investimento così rilevante per lo studio delle metastasi?
«Il 90% delle morti per cancro è causato dalle metastasi, uno dei maggiori problemi ancora irrisolti per la cura della malattia - spiega Federico Caligaris Cappio, direttore scientifico di Airc -. La concentrazione di sforzi e di investimenti sui programmi speciali appena avviati contribuirà a conoscere meglio i meccanismi molecolari alla base della disseminazione tumorale e a identificare nuovi approcci per il trattamento della malattia metastatica con l'obiettivo di rendere il cancro sempre più curabile».

I sei programmi, selezionati dopo la rigorosa valutazione peer review da parte di un gruppo di esperti internazionali, affrontano la complessità delle metastasi da multiple angolature: due programmi studiano i tumori del sangue, che per le loro caratteristiche si diffondono in tutto l'organismo; due sono incentrati sull'immunoterapia, la nuova frontiera nella terapia dei tumori; altri due, infine, si concentrano su particolari tipologie di tumore: colon-retto e tumori con sede primaria sconosciuta.

Uno dei criteri chiave per la selezione dei programmi è la traslazionalità, cioè la possibilità di tradurre rapidamente le scoperte della ricerca di base in strumenti utili alla clinica e ai pazienti, in un vero dialogo fra ricercatori di laboratorio e clinici, affinché ciò che viene investigato dai primi risponda ai bisogni concreti dei secondi.

I programmi saranno guidati da: Alberto Bardelli, Istituto di Candiolo Torino, Fondazione del Piemonte per l'Oncologia; Paolo Comoglio, Istituto di Candiolo Torino, Fondazione del Piemonte per l'Oncologia; Roberto Foà, Università La Sapienza di Roma; Michele Maio, Azienda Ospedaliera Universitaria di Siena; Alberto Mantovani, Università Humanitas di Rozzano (Milano) e Alessandro Vannucchi, Università degli Studi di Firenze.

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