Dopo un lungo periodo di relativa stabilità, la “guerra civile” delle criptovalute ha riportato il bitcoin sulle montagne russe. Puntando con decisione al ribasso: la più famosa tra le criptovalute, che da diverse settimane rimaneva attorno ai 6.300-6.500 dollari, ha lasciato sul terreno nelle ultime 24 ore più del 10% crollando al di sotto della soglia di 6.000.
Nel pomeriggio quotava attorno a 5.500 dollari, sui livelli minimi dell’ultimo anno, con una capitalizzazione caduta al di sotto del livello di 100 miliardi di dollari: 95 miliardi contro un picco di circa 320 miliardi lo scorso dicembre, quando il bitcoin aveva toccato il suo massimo storico dopo un lunghissimo periodo tutto al rialzo. Il sito Cryptonomist segnala anche che stamane, quando bitcoin è arrivato in area 5500 dollari c’è stata una transazione da oltre 100mila bitcoin, pari a circa 600 milioni di dollari, che ha in qualche modo calmierato il mercato.
Il nervosismo esploso nelle ultime ore ha a che fare con le tensioni determinate negli ultimi giorni dalla scissione che parte oggi sulla blockchain di Bitcoin Cash, a sua volta nato lo scorso agosto da una biforcazione, una “hard fork” come si dice in gergo tecnico, dal tronco del bitcoin: allora il Cash era nato all’insegna della maggior velocità nell’attuazione delle transazioni che con bitcoin sono necessariamente piuttosto laboriose e lunghe.
Di fatto ora il Cash si trova di fronte a una nuova fork, vale a dire a un upgrade del software che però non è accettato da tutti, con il risultato che non tutti i miners attivi sulla blockchain adotteranno il nuovo standard e che quindi la blockchain di Bitcoin Cash si sdoppierà. I timori di un caos operativo che possa drenare risorse dalla valuta maggiore, in un mercato che non è più quello effervescente di un anno fa, hanno quindi provocato un avvitamento delle quotazioni. Un trader citato da Bloomberg arriva a dipingere uno scenario in cui le quotazioni possano crollare fino a testare quota 2.500 in caso di rottura al ribasso della soglia di 5mila.
Il nervosismo ha trainato al ribasso un po’ tutto il comparto con Ethereum che ha ceduto anch’essa più del 10% al di sotto di 175 dollari, con il valore totale che è arrivato a essere sui livelli di quelli di Ripple che sta combattendo testa a testa per superarla come seconda criptovaluta per capitalizzazione.
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