Diritto di ripensamento per 14 giorni, nessun supplemento di prezzo se si paga con carta di credito o altri strumenti digitali. Di più: il venditore non può chiedere costi stratosferici per le telefonate al customer care e nel caso in cui scopra un pagamento non autorizzato con la sua carta ha ben 14 mesi di tempo per chiedere il rimborso. Sono le principali tutele del consumatore digitale. E sono poco, molto poco conosciute, nonostante Black Friday e Cyber Monday siano ormai i nuovi saldi. Dai consumatori in particolare, ma anche dai venditori.
Non è un caso che proprio oggi l’AGCM (il Garante della concorrenza e del mercato) abbia dovuto ricordare che i pagamenti mediante moneta digitale (carte di credito in particolare, ma vale per ogni strumento) non possano essere svantaggiati da balzelli di qualche euro a transazione, dopo aver ricevuto «segnalazioni riguardanti l'applicazione di un supplemento di prezzo per l'acquisto di vari beni e servizi».
I consumatori digitali non conoscono i loro diritti
I diritti dei consumatori digitali sono regolati dal codice del consumatore, che adotta nel mercato italiano la direttiva
europea e dalle sentenze della Corte europea. «Il Black Friday 2018 lascia certamente un bilancio positivo, soprattutto per l’ecommerce. Solo che il consumatore italiano 2.0 è risultato
essere ancora 1.0 sul fronte della consapevolezza dei propri diritti - spiega Francesco Luongo, Presidente di C4DiP – Consumers for Digital Payments -. In particolare abbiamo dovuto registrare la mancata conoscenza
del diritto di ripensamento stabilito dal codice del consumo in 14 giorni per tutte le tipologie di contratti a distanza e,
con riferimento alle modalità di pagamento, il diritto a non vedersi applicare alcuna forma di sovraccarico sui pagamenti
con carta di credito».
Il diritto di ripensamento e la sostituzione
Vale per l’ecommerce: 14 giorni di tempo per ripensarci. In caso di difetto del prodotto, vale invece il diritto di sostituzione
o di rimborso della cifra. Il diritto di recesso è escluso sui cibi che rischiano di deteriorarsi in fretta ma non su prodotti
imbottigliati e sigillati (olio, salse, conserve), ci sono anche alcune eccesioni sugli alcolici (quando consegna possa avvenire
dopo trenta giorni e il cui valore effettivo dipenda da fluttuazioni sul mercato che non possono essere controllate). C’è
poi il tema sicurezza, secondo una ricerca di YouTrend per C4DiP solo il 42% ha salvato sul proprio cellulare il numero per
furto o smartimento carta e solo il 40% è cosciente del fatto di poter essere rimborsato completamente in caso di illecito
addebito: ci sono 13 mesi di tempo. Ancora in pochi, inoltre, controllano la veridicità del sito: «Un suggerimento semplice
è guardare almeno se nel sito o nella app c'è la partita Iva, che è obbligatoria, e in caso di incertezza controllare nel
sito dell’Agenzia delle Entrate se esiste e a cosa corrisponde. Non basta guardare le recensioni, non sempre affidabili»,
aggiunge Luongo. Questo vale per i siti meno conosciuti ma anche per Amazon, che spesso fa da intermediario. Ricordiamo inoltre
che non può essere richiesto alcun supplemento aggiuntivo per il servizio clienti. Deve costare come una telefonata ordinaria
(numero fisso geografico o cellulare standard).
Gli abusi e i reclami
Gli abusi sono piuttosto frequenti. «Abbiamo presentato un esposto all'Antitrust per il mancato riconoscimento dei 14 giorni
di recesso con riferimento a una serie di negozi online di vini e bevande. Il settore grocery cresce ma non è ancora abbastanza
maturo dal punto di vista dell’adesione alla normativa», conclude Luongo. In casi del genere il consumatore deve fare un
reclamo con il Garante della concorrenza e del mercato o fare riferimento a una associazione dei consumatori, che porta all’avvio
di un procedimento per pratica commerciale scorretta.
© Riproduzione riservata