Un piccolo paese con un grande sogno, dice così la scritta sulla bandiera israeliana posta sulla sonda Beresheet che ha tentato questa sera di arrivare sul suolo lunare. Ma il sogno si è infranto a soli 149 metri dal suolo, quando il motore principale è andato in panne. Venti minuti di suspense nella diretta seguita da tutto il mondo via rete con un commento purtroppo solo in ebraico e qualche sommario breve in inglese.
Comunque si è capito che a parte un piccolo intoppo a quota 10.000 metri tutto era filato liscio, ma nelle imprese spaziali nulla si può dire fino alla fine. E così è stato.
Comunque un risultato ottimo essere arrivati in orbita attorno al nostro satellite e aver mancato il touch down per così poco, e non è una frase di consolazione.
Fino ad ora al suolo c'erano arrivati gli americani, i sovietici, ora russi, e i cinesi. Con questa missione, del tutto inattesa fino a un quattro anni fa, gli israeliani speravano di conquistare un ottimo quarto posto.
Ma la vera singolarità di questa bella missione è che non si tratta di una navicella spaziale “statale” diciamo così, ma di una associazione fra imprese di quel Paese e la SpaceIL, con la consulenza anche dell'Agenzia spaziale israeliana.
Impresa quindi quanto mai interessante, proprio perché privata. La navicella stessa è stata portata perfettamente fino all'orbita attorno alla Luna da un razzo vettore di Space X, dell'ormai onnipresente presente Elon Musk, ed è una missione a basso prezzo, solo 100 milioni, veramente poco per arrivare fino al nostro satellite rispetto ai costi cui siamo abituati. Il nome della navicella, Beresheet, ha un sapore decisamente biblico, che incute un po' di timore e rispetto: l'inizio, le origini potremmo tradurre in italiano.
La navetta, che era già attorno alla Luna, ha iniziato a cambiare rotta per arrivare infine nella zona accuratamente scelta per garantire massima possibilità di riuscita. A 5 metri dal suolo avrebbe dovuto spegnere il motore e, attratta dalla ridotta gravità lunare circa un sesto di quella della Terra, si sarebbe dovuta posare in modo morbido. Ma qualcosa è andato storto proprio all'ultimo minuto.
C'era anche qualche esperimento a bordo di Beresheet, per esempio per la misura del campo magnetico lunare, ma il vero risultato è il fatto che sia arrivata fino alla Luna.
In effetti il progetto complessivo della SpaceIL, che da noi sarebbe una sorta di bonus, va parecchio al di là del solo, ma di per sé già importantissimo, risultato di arrivare e scendere sulla Luna. L'obiettivo è anche, verrebbe da dire soprattutto, quella di motivare le prossime generazioni di Israeliani, e non solo, alle discipline STEM, scienze, ingegneria, matematica e ispirarle a nuove importanti missioni in futuro. C'è uno sforzo in questo senso e il progetto ha prodotto anche un sito Web per ragazzi e vari libretti sullo spazio, tutto in lingua ebraica però e quindi poco fruibili dai non israeliani purtroppo.
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