Nei giorni scorsi Facebook ha annunciato, nel corso della conferenza per gli sviluppatori tenutasi a San Josè, due grandi rivoluzioni: un'ulteriore stretta molto marcata sulla privacy e l'ingresso dell'azienda di Menlo Park nel mercato dei pagamenti digitali e delle vendite dirette, con Whatsapp e Instagram.
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La parola “privacy” è stata pronunciata più della parola “Facebook” e sono moltissime le novità messe sul tavolo da Zuckerberg nel tentativo di far passare il messaggio che, adesso, la tutela dei dati conta davvero. Si parte da Messenger, riprogettato da zero (nome in codice “Lightspeed”), per renderlo due volte più veloce e sette volte più leggero delle altre app leader di mercato. La piattaforma dovrebbe diventare, nelle intenzioni, lo strumento principale per rimanere in contatto con i propri amici (verrà introdotto il “friends tab” che raccoglierà le storie degli amici più stretti anche dalle altre applicazioni del mondo FB).
Un'operazione che mira a favorire il contatto tra individui e piccole comunità tutelandone la riservatezza (tanto che la versione desktop del servizio dovrà essere installata e non dipenderà più dal browser per favorire la crittografia end-to-end).
Sulla stessa linea si posizionano la nuova centralità delle community (poste allo stesso livello degli amici) promessa per Facebook, l'ulteriore stretta sulla privacy degli stati di WhatsApp (si potrà decidere se renderli visibili a tutti i contatti o a cerchie più ristrette di familiari e amici) e la modalità “privata” introdotta nelle stories e nei like di Instagram. Il gioiellino fotografico dell'ecosistema Facebook, inoltre, introdurrà una piattaforma in grado di individuare e isolare i fenomeni legati al cyberbullismo e agli haters. Si tratta di un'innovazione ancora in fase sperimentale, basata su un innovativo sistema di intelligenza artificiale a supporto di operatori “umani” distribuiti nelle sedi dislocate sui diversi Paesi, che Facebook sembra prendere molto seriamente.
Il nuovo mantra è “the future is private”. Se si pensa che a pronunciarlo è la piattaforma social che ha permesso di rendere pubblico tutto ciò che ci accade, questo passaggio a “club privato” potrebbe effettivamente risultare rivoluzionario. Anche se, al netto delle migliorie e delle modifiche tecniche, la credibilità del nuovo posizionamento resta da verificare nel concreto. Gli annunci relativi all'importanza della privacy erano già stati protagonisti della conferenza 2018, seguita allo scandalo Cambridge Analytica. Nei mesi seguenti, però, la cronaca ha registrato nuove scivolate dell'azienda in tema di trattamento dati. La “rivoluzione-privacy” dunque, per ora è un po' un deja vu, che andrà confermato dai fatti.
L'impatto più concreto di questi cambiamenti, per il momento, riguarderà i creatori di contenuti: per dare supporto alla sua nuova immagine, infatti, Facebook intende limitare la circolazione di contenuti ritenuti dannosi potenziando i suoi sistemi di AI per individuarli automaticamente; i creatori dei contenuti, quindi, dovranno capire le nuove logiche delle valutazioni di Facebook, per non rischiare di uscirne penalizzati.
Il focus sulla privacy ha fatto passare un po' in secondo piano quelle che ci sembrano invece le vere novità di questa conference. L'ingresso nei pagamenti digitali e nell'ecommerce, di Whatsapp e Instagram.
Con Whatsapp, annuncia Zuckerberg, sarà possibile pagare e trasferire denaro tra amici con la stessa semplicità con la quale
adesso si mandano i messaggi.
Per ora l'esperimento è riservato all'India, ma sembra stia ottenendo ottimi feedback e presto potrebbe iniziare un graduale
rilascio in altri Paesi, fino ad arrivare a Usa ed Europa. Inoltre, la piattaforma business di Whatsapp permetterà agli utenti
di integrare un proprio catalogo da mostrare agli altri.
Due novità che, insieme, daranno vita a uno dei principali incubi degli operatori di pagamenti digitali: con i suoi 1,5 miliardi di utenti, infatti, Whatsapp minaccia di ribaltare il tavolo e cambiare del tutto le regole del gioco.
Anche Instagram fa parte del progetto. Diventerà una piattaforma per fare shopping online, dotata anch'essa di un sistema di pagamento. Il team di Facebook non ha dubbi: gli utenti si fidano della piattaforma e non vedono l'ora di usarla per i loro acquisti.
L'introduzione dell'epayment permetterà di mantenere tutta l'esperienza all'interno della piattaforma, con un evidente vantaggio anche per i ricavi originati dalle commissioni sul transato e per venditori, brand e influencer che avranno il loro “terreno di caccia” ben recintato.
Non è (ancora) una guerra ad Amazon (con la quale, tra l'altro, Facebook sta collaborando per il suo sistema di Smart Home, Portal, che promette di rivoluzionare il mercato delle videochiamate grazie a un sistema di intelligenza artificiale capace di gestire la regia delle inquadrature), ma di sicuro è un'entrata in scena molto decisa e tutta da seguire.
Se per la battaglia del riposizionamento di Facebook come custode della privacy non resta che aspettare, la rivoluzione dei pagamenti invece è già in atto (in India per ora) e sarà interessante scoprire chi vincerà tra Menlo Park e Seattle.
Fondatori e Ceo di Ulixe Group
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