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E3 2019, l’ultima fiera del videogioco classico, la prima…

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E3 2019, l’ultima fiera del videogioco classico, la prima dell’era streaming

Questa volta contano più gli assenti dei presenti. E non è per parafrasare Nanni Moretti. Quest’anno l’Electronic Entertainment Expo la celebre fiera mondiale dell’intrattenimento che si celebra ogni anno a Los Angeles passerà alla storia per essere l’ultima del suo genere e la prima di transizione del videogioco verso l’era dello streaming. Moltissime le assenze di rilievo proprio in un momento di ripensamento dell’intero settore.

Playstation, il peso massimo di questo mercato, già a settembre aveva annunciato che non ci sarebbe stata rimandando a un evento tutto suo il lancio di Playstation 5, l’erede della console più venduta al mondo. Nintendo, il terzo big del mondo delle macchine da gioco aveva già da tempo diluito le sua presenza fisica lasciando a un video-messaggio il compito di raccontare le novità per l’anno a venire. Di conseguenza avrà gioco facile Microsoft che storicamente gioca in casa e potrebbe cogliere la palla al balzo per conquistarsi tutti i riflettori presentando ufficialmente Xbox Scarlett, le prime creature dell’imponente campagna acquisti dell’anno scorso che ha allargato le fila dei suoi studios e magari spiegando finalmente come funzioneranno i nuovi servizi come Xbox Game Pass e Project xCloud.

Quest’anno più che mai l’attenzione non solo degli addetti al lavoro ma di tutta l’industria del videogioco è concentrata sulla streaming, sulla trasmissione in diretta del gaming su smartphone, tablet e computer, sul futuro delle macchine da gioco e sull’ingresso di nuovi attori sul mercato. Ecco perché quest’anno come mai finora gli assenti rivelano più dei presenti.

Chi non c’è ma potrebbe esserci è Google che ha promesso con il suo servizio di streaming Google Stadia di rivoluzionare l’intero settore. Pur non entrando nel dettaglio del suo progetto e senza rivelare nulla di straordinario ha dato una accelerata a una industria che sembrava congelata quantomeno nei propri processi creativi. L’ambiziosissima offerta di gaming in streaming del colosso di Mountain View ha infatti messo paura ai due rivali storici Playstation e Xbox che cambiando le loro agende hanno addirittura deciso di mettere insieme le forze. Microsoft offrirà sostanzialmente la sua nuvola, il cloud computing di Azure, e Sony i propri prodotti di elettronica di consumo. Che è un po’ come se Ferrari e Mercedes decidessero di scambiarsi i meccanici alla notizia dell’arrivo di Elon Musk nella Formula uno. I termini di questo storico accordo sono ancora piuttosto oscuri ma chiariscono bene l’inedaguatezza di un vecchio modo di concepire il videogioco e l’urgenza di consolidare tecnologie e conoscenze.

Alla porta non c’è solo Google ma anche Amazon e Apple, con orizzonti e ambizioni diverse. Anche sono gli assenti-presenti di questo E3. L’impressione è che da qui ai prossimi anni il videogioco uscirà dai confini delle regole che hanno contraddistinto finora console e app per smartphone diventando una esperienza più larga e diffusa. Gli indizi ci sono tutti come nel caso di Netflix che ha presentato Stranger Things 3: The Game e si prepara a raccontare a Los Angeles come intende trasformare le serie tv in un intrattenimento sempre più interattivo. Loro ci saranno.

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