Seduttiva e trasgressiva. Nulla di nuovo per le Baleari, che nell'immaginario collettivo sono sinonimo di piaceri e divertimento senza freni. Ma qui non si parla di locali e discoteche. Si parla di mare, di baie sabbiose e bianchissime, di acque limpide tra insenature rocciose, di porti al riparo dai venti. Un luogo ideale per chi ama navigare e preferisce la barca all'hotel o alla casa in affitto. È a Palma, scelta anche dal gruppo Ferretti, leader internazionale della nautica, per la presentazione del nuovo Pershing 80, che si danno appuntamento i diportisti. Si fermano al ristorante Porto Pi (tel. 0034-971400087, menu da 40 euro) per gustare l'ottimo pesce, mentre alla celebre discoteca Titos (tel. 0034-971730017) trascorrono le loro notti. E alla mattina partono per le loro crociere alla scoperta delle cale segrete delle Baleari.
Alla ricerca degli approdi più belli
Orientando la prua a sudest, il profilo selvaggio e roccioso della costa sfila a sinistra sino alla punta di Cap de Ses Salines con il suo faro bianco, mentre a dritta, a un miglio e mezzo di distanza, si scorge la piccola isola di Cabrera, antica colonia di pirati berberi oggi parco nazionale. Sulla costa orientale, risalendo il vento senza difficoltà, si apre il piccolo e sicuro fiordo di Cala Figuera con il porto peschereccio incorniciato da una sovrapposizione di case imbiancate. In questo tratto di costa, tra Porto Colom e Porto Cristo, si concentrano forse gli approdi più belli di tutta l'isola. La scelta è infinita, tra le tante spiagge in fondo alle cale ombreggiate dalla vegetazione che si spinge nelle acque salmastre. È nei calanchi naturali di Cala Estany e Cala Anguila che si scoprono le piscine di acqua turchese e le rocce dai bianchi accecanti al riparo dal maestrale. Doppiato Cap de Pera, Cala Ratjada offre un buon ormeggio per la notte, ma solo per poche barche. Merita una sosta il ristorante Ses Rotges, che vanta una bella terrazza affacciata su un giardino subtropicale, e che già nel nome tradisce la vocazione francese del suo menu firmato dallo chef Gérard de Tédard (tel. 0034-971563108, menu da 40 euro). Ancora in direzione Nord-Ovest con il vento al traverso, la navigazione offre la vista dei rilievi della Catena del Nord punteggiate da una tenace macchia mediterranea in perenne sfida con il maestrale. Da Cap de Ferrutx, all'estrema punta settentrionale di Cap de Formentor, nella mezzaluna di questo grande golfo, le cittadine di Alcúdia e Pollença si dividono due delle più belle baie di fronte a Minorca. Le rassicuranti architetture di Pollença portano ancora le testimonianza del passaggio dei Templari, mentre Port d'Alcúdia, poco più di un villaggio di pescatori nel passato recente, oggi è uno dei luoghi più glamour di questo versante grazie alla sua spiaggia di sabbia bianca con le decine di chiringuito, minuscoli bar di tapas aperti sino a notte.
Un nastro di sabbia lungo la costa
Da Cap de Formentor si naviga quasi a vista in direzione di Ciutadella, il riparato porto del versante occidentale di Minorca, con un'insenatura che si protrae per circa 1200 metri nella costa. Il periplo dell'isola si fa coprendo appena 60 miglia in condizioni di vento quasi sempre presente. Lungo la costa che porta sino a Cap d'Artrux, segnalata dalla Torre di Guardia di Es Castellar, si incontra Cala Blanca, una spiaggia dai colori tropicali frequentata solo dagli abitanti del posto. A Sud-Est, il paesaggio diventa più dolce con un lungo nastro di sabbia che segue il profilo della costa. Cala En Porter, un piccolo paese con ville bianche tra pini e lecci, difende uno spicchio di sabbia bianca tra due speroni di roccia. È il luogo di ritrovo degli yacht che ormeggiano alla fonda per poi scendere a terra con il tender e infilarsi nel Cova d'en Xoroi, una grotta trasformata in discoteca.
Il passaggio tra Punta Prima e l'isolotto dell'Aire segna come una boa la risalita verso Nord. Es Castell, la Georgetown del periodo coloniale britannico, è all'imbocco del lungo fiordo di Maó, il capoluogo di Minorca. Le sue case conservano ancora qualcosa delle architetture georgiane come il Son Granot (tel. 0034-971355555, doppia da 170 euro), l'ex residenza di un ufficiale della corona britannica, trasformata nel 2002 in albergo di charme. I naviganti si trovano spesso in un giardino che nella corte di una dimora d'epoca ospita il Sa Foganya (tel. 0034-971354950, menu da 30 euro): qui si mangia il miglior bue e petto d'anatra cotto sulla griglia. Maó si dischiude alla vista con l'avanzare della prua nel lungo fiordo che la raccoglie. Le case, come in una sovrapposizione di quinte teatrali, formano un mosaico dalle tinte chiare che sovrasta gli ancoraggi nelle cale all'interno della rada.
All'imbrunire, dalla terrazza del Reale Yacht Club de Mahon, si gode la vista del rientro degli yacht sorseggiando la pomada, un dito di gin e succo di limone. Lasciata Maó, con la prua verso nord, l'isola d'Em Colom sembra proteggere Es Grau, un villaggio di pescatori contornato da dune e pini che tentano di contenere senza successo l'impalpabile consistenza della sabbia. La costa frastagliata e ricca di insenature porta sino a Fornells, che si annuncia con una grande torre circolare e parte di fortificazioni erette per contrastare gli attacchi degli arabi. Grandi yacht e pescherecci condividono la stessa banchina dalla quale parte un intreccio di vicoli con piccoli ristoranti che servono la specialità locale, la caldereta de langosta, uno stufato di aragosta interpretato al meglio dall'Es Pla (tel. 0034-971376655, menu da 25 euro), dove prenotare è d'obbligo per non ritrovarsi a contendere il tavolo con il re di Spagna che è uno dei clienti più assidui.
Quell'isola che sembra un capodoglio
Sono considerate le regine della notte e del divertimento. Ma Ibiza e Formentera possono riservare molte gradite sorprese a chi naviga in barca. Entrambe le isole nascondono piccoli angoli tranquilli e poco frequentati, da scoprire rigorosamente via mare. Palma è ancora il punto di partenza per la navigazione verso Ibiza. In regime di brezza ma anche con qualche colpo di maestrale, il tratto di mare che separa le due isole si copre in poco più di sette ore. Con la vista sulla dritta dell'isola di Tagomago, dalla forma di un enorme capodoglio, in direzione sudovest, un approdo sicuro quanto bello è Cala Llonga, che si apre tra rassicuranti cime rocciose. Ancora qualche miglio e si raggiunge Ibiza, riconoscibile dalla fortificazione a forma esagonale che le corre tutt'intorno e dalla fitta ragnatela di case bianche ai suoi piedi. La città vive tutta tra la lunga banchina affollata di bar e ristoranti e la miriade di botteghe di Dalt Vila, la zona alta del centro storico. Per chi arriva con la barca, il posto giusto per una cena raffinata è El Portalon (tel. 0034-971303901, menu da 25 euro) poco distante dal porto e con una carta dei vini invidiabile. Se si è invece alla ricerca di un luogo romantico, merita una sosta La Brasa (tel. 0034-971301202, menu da 32 euro), ristorante all'interno di un giardino con grandi palme, proprio alle spalle del porto. Tutti i tavoli sono rigorosamente a lume di candela e sullo sfondo si possono ammirare le vecchie mura fortificate, che rendono l'ambiente ancora più suggestivo. Da non perdere l'ottima zuppa di scorfano e un budino ai fichi d'india.
Con le termiche costiere si bordeggia sempre in direzione Sud-Ovest fino a Platja d'en Bossa, lunga spiaggia bianca che vive due identità distinte: di giorno è sempre deserta, alla sera si trasforma in una gigantesca discoteca all'aperto. Doppiata Punta Portas è possibile dare fondo di fronte alle spiagge nella zona delle saline o a Cala Jondal prima di spingersi verso Formentera, ad appena dieci miglia in direzione Sud-Ovest. Lasciandosi a dritta l'isola Espalmador e l'affollata spiaggia di S'Alga racchiusa in un porto naturale, lungo la costa orientale si incontrano le belle spiagge di Llevant, Sa Roqueta, Tramontana nella Baia di Es Caló. Ciascuna vale un ormeggio da godersi nelle prime ore del mattino, facendo attenzione allo scarso ancoraggio dei fondali sabbiosi. A occidente di Ses Salines, si prosegue verso la spiaggia di Illetes. E qui la vista si perde ancora sulle lagune bianche e turchesi delle saline.
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