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Periplo selvaggio: gli approdi da scoprire in Corsica. Solo via mare

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Periplo selvaggio: gli approdi da scoprire in Corsica. Solo via mare

Un'immagine della falesia di Bonifacio
Un'immagine della falesia di Bonifacio


Se il vento di ponente porta con sé il profumo intenso del maquis, la macchia mediterranea della Corsica, vuol dire che il confine è superato e che l'approdo è vicino: siete ormai nelle acque territoriali dell'isola francese. Francese per destino della storia, ma italiana se si giudica dalla distanza dalla Penisola: 12 chilometri dalla Gallura alle Bocche di Bonifacio, 82 da Piombino a Cap Corse. Il modo migliore per conoscerla via mare è scegliere la navigazione in senso antiorario, per sfruttare il maestrale che, una volta doppiato Cap Corse, spira da nord. E per navigare con il vento in poppa.

Aragosta a pranzo
L'approdo che s'incontra per primo arrivando dalle isole dell'arcipelago toscano è quello di Macinaggio, quasi sulla punta del capo. Le case basse e i caffè fanno da sfondo al porto dove grandi yacht e pescherecci condividono lo spirito marinaresco dell'isola, senza divisione di casta. Da qui, si lascia a dritta la Giraglia, l'isolotto dal quale prende il nome la regata velica che da St-Tropez arriva a Lavandou in Provenza, e si supera Capo Grosso in direzione sudovest. Soltanto il volo silenzioso dei gabbiani accompagna la scia della barca. Questa parte della costa ha numerose anse buone per ripararsi dai venti di levante, ma il porticciolo di Centuri offre un motivo in più per calare l'ancora: le decine di piccoli ristoranti lungo il molo che servono le triglie, le orate e le aragoste più fresche, portate in tavola direttamente dalla piccola flotta di pescherecci del paese. Basta guardare la quantità di nasse e reti messe ad asciugare al sole sui muri color ocra delle abitazioni dei pescatori ricoperte come una filigrana, per capire la vocazione della cittadina, dove ristoranti di pesce come Le Langoustier, nel quale gustare la salsa di aragoste con le verdure accompagnate dal bianco dei vigneti di Clos Nicrosi, sono da segnare nel giornale di bordo.

Seguendo il profilo della costa, tra Punta Minervio e Punta di Canelle si intravedono i tetti di lauze grigio dai riflessi bluastri del feudo medievale di Canari e più a sud la baia di Marina di Albo, con la torre di guardia che assistette allo sbarco della flotta saracena di Hassan Pascià: un'oasi dall'acqua dai colori turchesi. Ma a catturare la vista è Nonza, abbarbicata su uno sperone di roccia con il suo villaggio a strapiombo sul mare. Da qui in poi, è tutto un susseguirsi di anse, calette, piccole baie nascoste da raggiungere solo via mare. E porticcioli dove si può interrompere il piacere silenzioso della navigazione con un tuffo nella mondanità. Come la cittadina di Saint-Florent, in fondo al golfo omonimo e al bacino del rio Alisio, il luogo più glam dell'intera Corsica: le architetture richiamano la presenza genovese con i contrasti di pietra di calcare bianca e serpentino verde come in un gioco di tarsie sulle facciate di chiese e palazzotti. O come il Golfo di Calvi, più a ovest, con l'omonima cittadella fortificata che è il capoluogo della Balagne: il suo porto è sempre affollato perché la città genovese gode di una meritata fama per la sua bella posizione che fa da spartiacque tra il golfo e la Baia di Nichiareto. O ancora, come Ajaccio, con le palme e gli animati dehors intorno al boulevard du Roi Jérôme, ritrovo degli abitanti per un pastis e una partita di pétanque. Al mattino, il mercato è il posto ideale per rifornire la cambusa.

Tra basalto, euforbie e spiagge
Ma il bello della Corsica sono gli approdi più appartati, le insenature segrete che si snodano lungo tutta la costa occidentale fino a Bonifacio, a Capo Pertusato e alle isole di Cavallo e Lavezzi. A nord, Cala Branca è il punto migliore per fermarsi e godersi il tramonto che tinge di rosa gli scogli di granito al largo di Île Rousse. Verso sud, proseguendo la navigazione, tra le coste alte e frastagliate di Punta Scandola, con le sue falesie basaltiche della riserva naturale patrimonio dell'Unesco (off limits per ogni ancoraggio), e Punta Muchillina, si scoprono lembi di spiaggia candida. Se gli umori del vento da nordovest si fanno sentire, il Golfo della Girolata e l'ansa ai piedi della fortezza genovese sono il miglior riparo per restare alla fonda circondati dallo spettacolo delle rocce di basalto punteggiate di verde e di euforbia gialla. Lo spettacolo da ammirare è però quello delle formazioni rocciose delle Calanche de Piana a est del Golfo di Porto, che lasciano spaziare la fantasia definendo i contorni di castelli, animali e volti umani scolpiti nel granito dal sale e dal vento. Superato Capo Rosso inizia il Golfo di Sagone, dove si rincorrono lunghissime strisce di sabbia fine lambite dalla macchia mediterranea, dalle spiagge d'Arone, di Chiuni e di Pero fino al piccolo Golfo della Liscia, riconoscibile per le due torri d'avvistamento che la proteggono a nord e sud.

Pescatori e gentiluomini
Lasciare il Golfo di Ajaccio per bordeggiare tra le anse di Valinco è come tuffarsi in una navigazione di 2500 anni fa, scoprendo, tra le rocce granitiche ricoperte di vegetazione, dolmen e menhir lasciati come simboli del passaggio di cacciatori. La Baia di Cupabia, ben protetta da tutti i venti, meno che dal libeccio, è l'ideale per immergersi o per fare un'escursione con il tender fino a Porto Pollo, una delle spiagge predilette dai surfisti. L'ultimo buon riparo, scendendo verso sud, prima di entrare nelle Bocche di Bonifacio, è il Golfo di Roccapina, ai piedi dell'altopiano di Cauria dominato da un filare di menhir e dalla cresta del Rocher du Lion, una falesia a picco sul mare sulla cui sommità si scorge una testa di leone scavata dal vento. L'ingannevole vista di una gigantesca prua di nave segnala l'arrivo a Bonifacio: così si presenta la città corsa sospesa su una candida falesia di calcare che precipita a picco sul mare. Uscendo da Bonifacio e Capo Pertusato (dove si scorge dal basso una delle più spettacolari buche del Golf Club dello Sperone), occorre fare attenzione per la presenza di secche e scogli. È consigliabile girare a sud del faro sullo scoglio di Lavezzi, lasciandosi sfilare a sinistra l'isola di Cavallo e i golfi di Sant'Amanza, Rondinara e Santa Giulia con la sua spiaggia caraibica di Palombaggia. L'ultima sosta è a Porto Vecchio e alle sue spiagge di Golfo di Sogno e Cala Rossa. Con i venti da sud e sudest, il mare tende a gonfiarsi e l'unico approdo su questo tratto di costa dritto e senza troppi ripari è il Golfo di Pinarello. Lasciata alle spalle Solenzara, Bastia segna la fine del periplo della Corsica. La città si anima fin dalle prime ore del mattino, con il ritorno delle barche da pesca. Pescatori e yachtsman abbronzati s'incontrano qui la sera, nei bar del quai du Premier Bataillon, seduti agli stessi tavoli, sorseggiando un aperitivo. Prima di riprendere il mare.

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