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Lecce, sogno barocco

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Lecce, sogno barocco

Il rosone della basilica di Santa Croce
Il rosone della basilica di Santa Croce

Se i film di Sergio Rubini ed Edoardo Winspeare vi hanno conquistato. Se amate l'arte barocca. O se – più prosaicamente – non sapete resistere di fronte a orecchiette, cacioricotta e mozzarelle, Lecce è la meta che fa per voi. Complice la bassa stagione e i voli a prezzi stracciati, questo è un periodo ideale per visitare la città più elegante del Salento e, magari, per iniziare a dare un'occhiata a case e masserie da prendere di mira in vista delle vacanze estive.

Pietra leccese
Il Barocco di Lecce è un unicum, con un suo stile particolare, introvabile altrove. La fioritura architettonica comincia nel XVI secolo, favorita da due eventi storici: nel 1539 Carlo V d'Asburgo elegge la città a capoluogo delle Puglie e nel 1571 la battaglia di Lepanto allontana la minaccia di invasioni da parte dei turchi. È l'inizio di uno sviluppo che dura due secoli. Il materiale principalmente impiegato è la pietra leccese, un calcare tenero e compatto, facile da estrarre e da lavorare.

Sono otto le tappe immancabili per scoprire l'arte barocca leccese:

1. La basilica di Santa Croce con il suo rosone decorato, insieme al vicino Palazzo del Governo (ex convento dei Celestini), è uno dei maggiori complessi architettonici della città. Iniziata a metà del Cinquecento dall'architetto Gabriele Riccardi, viene successivamente arricchita con decorazioni barocche da Francesco Antonio Zimbalo, Giuseppe Zimbalo e Cesare Penna.

2. La piazza del Duomo, sulla quale si affacciano il Duomo, il Seminario e il Palazzo Vescovile. La piazza - così particolare da sembrare una scenografia teatrale - è uno dei rari esempi di "piazza chiusa" e conserva ancora oggi i mozzi delle porte che, secoli fa, venivano serrate di sera. Il Duomo (la cui costruzione originaria risale al XII secolo) presenta una falsa facciata tipicamente barocca: chi entra nella cattedrale dalla piazza si ritrova infatti non nella navata centrale della chiesa, ma in quella laterale.

3. La chiesa dei Santi Nicolò e Cataldo (viale del Cimitero), una delle più antiche della città. Fondata nel 1180 sotto la dinastia di re Tancredi per essere donata all'ordine dei Benedettini, viene ristrutturata nel 1716 da Giuseppe Cino. La facciata, con ricche decorazioni barocche, presenta ancora elementi dell'originario stile normanno, come il portale e il rosone.

4. Chiesa del Rosario (via Giuseppe Libertini), detta anche Chiesa di San Giovanni, costruita alla fine del Seicento per i domenicani sull'area della medievale chiesetta di San Giovannoi d'Aymo, è l'ultima opera disegnata e progettata da Giuseppe Zimbalo. Possiede l'unico pulpito realizzato interamente in pietra leccese. Il prospetto, maestoso, è diviso in due ordini, sobrio il primo, ricco di decorazioni il secondo. Il portale è fiancheggiato da due colonne scanalate a spirale, con capitelli decorati.

5. Chiesa di San Matteo (via dei Perroni). La pianta della chiesa è ellittica. Il prospetto, attribuito all'architetto Giovann'Andrea Larducci, presenta una caratteristica singolare: la parte inferiore della facciata – che ha una decorazione a squame - è convessa, quella superiore è concava. Il portale elaborato è sormontato dallo stemma dei francescani.

6. Chiesa del Carmine (via Roma). Adiacente al convento dei Carmelitani, è stata realizzata nella prima metà del Settecento sul luogo occupato in origine dalla chiesetta di San Nicola. Il disegno è dell'architetto Giuseppe Cino, che vi lavora dal 1722 fino alla morte. La facciata è divisa in tre ordini, il transetto è coperto da una cupola in maiolica a squame verdi e bianche. Una curiosità: la pianta centrale della chiesa riproduce la forma del piede umano.

7. Palazzo Marrese (piazzetta Ignazio Falconieri), del XVIII secolo, famoso per il portale con due cariatidi che sostengono il fregio. Al piano superiore, un lungo balcone con mensole figurate scorre lungo tutta la facciata.

8. Palazzo d'Amore (via Antonio Galateo 61), realizzato a metà del Settecento, presumibilmente su disegni di Emanuele Manieri. La facciata è semplice e il palazzo è riconoscibile per il profondo atrio scoperto.

Per saperne di più e per organizzare il vostro viaggio consultate la pagina degli indirizzi

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