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Lanzarote, qui la lava diventa arte

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Lanzarote, qui la lava diventa arte

Lanzarote, Playa El Papagayo
Lanzarote, Playa El Papagayo

Un'isola fatta di contrasti. Dove la mano dell'architetto Cèsar Manrique ha saputo lasciare la sua impronta, senza violentare il paesaggio e la terra, anzi creando opere che si fondono e si armonizzano con la natura. Dove lunghe spiagge battute dall'Oceano convivono con l'atmosfera quasi lunare del Parco Nazionale del Timanfaya. Lanzarote è tutto questo. Aspra per certi versi, ma capace di sorprendere con la sua bellezza il visitatore che abbia voglia di scoprirla.

CÉSAR MANRIQUE
Lanzarote è la più orientale delle Canarie e dista dalle coste africane circa 170 km. La prima cosa che si nota è l'eleganza delle sue costruzioni: bianche, in stile tradizionale, con persiane verdi o blu, non superano mai una certa altezza. È il risultato di un piano regolatore fortemente voluto da Manrique, che desiderava conservare e proteggere il patrimonio naturale dell'isola. Lui, nato ad Arrecife nel 1919, dopo essere vissuto a Madrid e a New York, tornò nella sua amata isola nel 1968 e diede inizio a una serie di opere, con un intento unico nel suo genere: fondere e armonizzare il paesaggio nella creazione artistica. I risultati del suo lavoro sono disseminati per tutta l'isola e la rendono un posto unico al mondo. La sua casa, a Taro de Tahiche a 5 km da Arrecife, venne scavata in una colata lavica solidificata. Il risultato è un gioco di contrasti sorprendente, tra il bianco accecante della struttura e il nero della roccia vulcanica.

C'è la mano di Manrique anche dietro il Lag-O-Mar, un tempo residenza di Omar Sharif, che oggi ospita un bar (La Cueva) e un ristorante davvero suggestivi: progettata negli anni '70, anche questa casa è scavata nella roccia vulcanica, che resta visibile in molte stanze, ed è circondata da giardini e passaggi segreti che le conferiscono un'atmosfera da Mille e una notte.

Sempre tra le creazioni di Manrique c'è il Mirador del Rio, all'estremità nord-orientale dell'isola, che mostra tutta la sua capacità di intervenire sul paesaggio trasformandolo in un'opera d'arte e di architettura. Si tratta di un punto panoramico, con una zona al chiuso e un terrazzo all'aperto, a quasi 500 metri di altezza, affacciato sul Rio, il braccio di mare che separa Lanzarote dalle isole La Graciosa, Alegranza e Montana Clara, visibili quando non c'è foschia.

JAMEOS DEL AGUA E LA CUEVA DE LOS VERDES
Anche Jameos del Agua, nella parte nord, è un luogo che reca l'impronta del famoso architetto e artista. Si tratta di un sistema di grotte sotterranee che ebbe origine dall'eruzione del vulcano La Corona migliaia di anni fa. Manrique rese questo posto magico, costruendo al suo interno un giardino e una piscina che si integrano perfettamente con l'ambiente vulcanico circostante e con gli specchi d'acqua salata, dove vive una specie unica di granchi albini ciechi.

Dello stesso sistema di grotte vulcaniche fa parte anche la Cueva de los Verdes, che presenta due gallerie sovrapposte – si tratta del tunnel vulcanico più lungo del mondo -, corridoi e lagune sotterranee, dove spesso nei secoli passati gli abitanti dell'isola si rifugiavano per sfuggire agli attacchi dei pirati. All'interno delle grotte sono stati ricavati un ristorante e un auditorium con un'eccellente acustica, dove si svolgono concerti e dove, nel marzo 2009, si è tenuta la prima del film "Gli abbracci spezzati" di Pedro Almodóvar.

IL PARCO NATURALE DEL TIMANFAYA
Vento e vulcano. Sono i due elementi caratteristici dell'isola, che ne hanno forgiato il paesaggio.
Il Parco Naturale del Timanfaya – riconosciuto dall'Unesco come riserva della biosfera - è stato voluto proprio per proteggere la zona del vulcano, detta Montañas del Fuego: crateri e rocce si susseguono a perdita d'occhio, con un effetto molto simile a quello della superficie lunare. L'area ha assunto l'aspetto attuale tra il 1730 e il 1736, quando una serie di eruzioni ha devastato gran parte del settore sud-occidentale dell'isola. Benché l'ultima grande fuoriuscita di lava si sia verificata nel 1824, l'attività vulcanica continua tutt'oggi: le temperature rilevate a una profondità di 13 metri oscillano tra i 100° e i 600° C. Tanto che, nel ristorante El Diablo, costruito all'interno del parco, si cucina su una grossa griglia che sfrutta il calore proveniente dal sottosuolo.

Ma la natura vulcanica di questa terra si nota anche nelle dalle coltivazioni di viti, le più grandi delle Canarie. I vitigni di Malvasia e Moscato a La Geria – la zona interna dell'isola – crescono in imbuti di cenere lavica profondi fino a 2 metri e protetti da muretti di pietre. Lo spettacolo è davvero unico. Questo sistema protegge le piante dall'Aliseo nord-orientale che soffia in continuazione; al contempo, la lava trattiene calore e umidità sotto la superficie. Il risultato è un vino eccellente, con un sapore particolare conferitogli appunto dallo strato di cenere.

LE SPIAGGE
L'ideale a Lanzarote è noleggiare una macchina per spostarsi liberamente. Sia che si vogliano visitare luoghi di interesse culturale, sia che si decida di andare alla scoperta delle spiagge. Infatti, anche chi viene qui per il mare, non resta deluso. Accanto a spiagge turistiche e attrezzate, più adatte alle famiglie (come Las Cucharas, Playa de los Pocillos o Playa Blanca) - soprattutto sul versante est, meno ventoso – ne esistono altre più difficili da raggiungere, ma che sono veri gioielli. Come El Papagayo, Playa Mujeres e Playa del Pozo, situate in una zona protetta con vincoli ambientali e di non facile accesso. Le spiaggette sono raggiungibili solo tramite una strada sterrata, che si può percorrere in macchina solo fino a un certo punto. La costa è formata da una scogliera a strapiombo sul mare, intercalata da piccole insenature sabbiose: il percorso è accidentato, ma il mare dai colori caraibici vale tanta fatica.

Dulcis in fundo, la spiaggia di Famara, a nostro parere la più bella dell'isola. Situata sul versante nord-ovest, è un'immensa distesa sabbiosa sovrastata da una muraglia di roccia, alta oltre 600 metri, che cade verticalmente sul mare. Ventosissima, fuori dalle rotte dei turisti e poco frequentata proprio perché poco adatta alla balneazione, è chiamata "la spiaggia dei surfisti" perché è un vero paradiso per chi ama cavalcare le onde. Impossibile non innamorarsene.

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Lanzarote, informazioni utili

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