Ci sono località che sanno mettere d'accordo gli sciatori più tecnici ed esigenti con chi non scia affatto. È il caso di Bormio, in Alta Valtellina, che ha la pista con il maggior dislivello delle Alpi, oltre 1800 metri (con la neve scesa copiosa in questi giorni tutto è già pronto per la stagione) e allo stesso tempo un'offerta per l'après-ski che affonda le sue radici nella tradizione dei Bagni Vecchi, terme di origine romana con vasche antiche e grotte, e nei Bagni Nuovi, più recenti ma ospitati in un hotel dall'elegante architettura liberty. Senza dimenticare la robusta enogastronomia valtellinese, che dà il meglio nelle fredde serate invernali.
Anche il punto di partenza delle piste, Bormio 3000, è allo stesso tempo un rifugio con un panorama a 360 gradi, consigliabile sia per chi scia sia per chi ritorna a valle sugli impianti. Nelle belle giornate ci si gode il sole e la vista dell'Ortles Cevedale, dell'Adamello e del Bernina, oltre ai piatti del ristorante Heaven 3000 (tel. 335.5720987, tel. 0342.901510). Da lassù, si può arrivare sci ai piedi fino in paese, a 1215 metri, percorrendo 10 chilometri di pista. Un'emozione che gli sciatori preparati possono godersi tutto d'un fiato così come fanno i partecipanti a Peak to Creek, una manifestazione non competitiva con tempo di percorrenza cronometrato: il più veloce l'anno scorso ha impiegato solo 4 minuti e 15 secondi. L'appuntamento di quest'anno è per il 15 gennaio, un sabato in cui, una volta tanto, sarà possibile sciare per 10 chilometri su una pista completamente libera.
In qualunque giornata invernale la mega-pista di Bormio è comunque un piacere dal punto di vista tecnico per gli sciatori più esperti, e per tutti l'occasione per misurarsi con il proprio limite. Tante le altre piste e le varianti, dalle nere Betulle e Valbella, alle rosse Praimont e Sant'Ambrogio, fino alle blu per principianti Marmotta e Baby 2000. La qualità tecnica delle piste ha permesso a Bormio di ospitare due Campionati Mondiali di sci alpino a distanza di vent'anni, nel 1985 e nel 2005, mentre ogni anno il 29 dicembre si svolge la Discesa Libera di Coppa del Mondo. Tanto più che l'impianto di innevamento artificiale, dotato di 160 cannoni di cui 40 mobili, garantisce ottime condizioni sull'80 per cento delle piste anche in caso di scarse nevicate.
E dopo una giornata di sci, ci si può rilassare alle terme. I Bagni Vecchi sono noti fin dal I secolo a.C., quando Plinio il Vecchio li citò nella sua Naturalis historia. La parte più antica è quella romana, con due grandi vasche sistemate in una grotta dove sgorga una delle nove sorgenti di acqua calda termale. Nella Grotta Sudatoria di San Martino, invece, si trovano due gallerie scavate nella roccia per oltre 50 metri, di cui una colma di acqua calda che viene da una vicina sorgente, l'altra che funziona come una sorta di bagno turco naturale. Nella piscina esterna panoramica, a picco sulla rupe, il contrasto fra il caldo dell'acqua termale e il freddo pungente dell'aria, con la neve che fa da contorno, è un piacere da non perdere. Nei Bagni Nuovi, in buona parte all'aria aperta nel parco dell'omonimo Grand Hotel in stile liberty, il pezzo forte è la Vasca di Saturno: ci si sdraia guardando il cielo, e magari la neve che scende, con le orecchie sotto il pelo dell'acqua per ascoltare la rilassante musica subacquea.
Scesa la sera, cresciuto l'appetito, non resta che dedicarsi alla cucina valtellinese. A cominciare dalla bresaola, che si mangia al ristorante oppure si compra alla Casa della Bresaola. Piatto principe sono i pizzoccheri, tagliatelline di grano saraceno condite con burro, formaggio Casera, patate e verdure di stagione, di solito bietole o verza. Ma anche la polenta, magari con il salmì di cervo, gli sciatt, frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio Casera, oltre all'altro formaggio, il Bitto. Specialità da accompagnare con un buon vino valtellinese di uve nebbiolo, varietà chiavennasca: Sassella, Grumello, Inferno, oppure Sforzato, fatto con uve lasciate appassire almeno sino alla fine di gennaio.
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