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Jean Dubuffet, alla scoperta dell'Art Brut e di Lucca

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Jean Dubuffet, alla scoperta dell'Art Brut e di Lucca

Jean Dubuffet, Chien 1973, Scultura, cm. 106x122x2, © Fondation Dubuffet, Parigi SIAE, Roma 2011 .jpg
Jean Dubuffet, Chien 1973, Scultura, cm. 106x122x2, © Fondation Dubuffet, Parigi SIAE, Roma 2011 .jpg

Irriverente, anticonvenzionale, irritante, geniale, debordante e assolutamente libero da ogni schema possibile. Dal 12 febbraio al 15 maggio 2011 al Lu.C.C.A (Lucca Center of Contemporary Art) prende il via la mostra dedicata ad uno degli artisti che hanno sovvertito le sorti dell'arte del Novecento: Jean Dubuffet e l'Italia, con oltre 60 opere inedite del grande pittore dell'Art Brut.

Una mostra a cura di Stefano Cecchetto e Maurizio Vanni, realizzata in collaborazione con la Fondazione Dubuffet, che riporta lo scultore e pittore in Italia dopo un decennio d'assenza, proponendo una lettura dei legami stessi dell'artista con il nostro Paese.

I presupposti sono forti: per Dubuffet l'arte culturale dei musei e delle gallerie non esisteva. Il vero artista avrebbe dovuto rompere con ogni cosa conosciuta, distruggere la superficialità dell'ordinario, togliere la maschera dell'uomo sociale e civilizzato per far esprimere l'individuo selvaggio e puro che ognuno ha dentro di sé.

L'esposizione vuole rintracciare un percorso intorno alla presenza, alla fortuna critica e al collezionismo di Jean Dubuffet in Italia. Perché, a parte il forte rapporto con gli Stati Uniti e alcune occasioni in Europa, è proprio nel Bel Paese che, dal 1958, l'artista trova un coinvolgimento che va ben al di là dei soli interessi commerciali. Dalle prime mostre a Milano presso il "Naviglio" di Carlo Cardazzo, e successivamente di Renato Cardazzo, ai primi ariticoli di Renato Barilli, Lorenza Trucchi, Giuseppe Raimondi, fino alle importanti monografie che questi gli dedicano, alla presentazione del ciclo dell'Hourloupe e della serie dei Phénomènes (Palazzo Grassi, 1964) e dello spettacolo Coucou Bazar (Torino, 1978).

Divisa in sezioni, la mostra propone per ‘emblemi', tutto il percorso artistico in Italia di Dubuffet, dalla prima mostra del 1958 al Naviglio di Milano fino alle sue presenze alle mostre di Palazzo Grassi nei primi anni sessanta; dallo spettacolo di Coucou Bazar, promosso dalla Fiat a Torino nel 1978, fino alla mostra del 1981 dedicata ai Teatri della Memoria, per arrivare poi all'ultimo omaggio del Padiglione Francese alla Biennale di Venezia nel 1984 con la presentazione dei Mires.

Un'occasione oltretutto per godersi una città perfetta per questa stagione, con le mura (lunghe circa 4 chilometri e 450 metri) che proteggono dal freddo nella stagione invernale ma che, al primo accenno di tiepido sole, permettono un'affascinante vista dall'alto delle sue meraviglie.

A partire dalle grandi, suggestive chiese lucchesi che raccontano il periodo di maggior fasto della città. Come la Cattedrale di San Martino, il Duomo che custodisce quanto di più caro ai lucchesi: il Volto Santo, il crocifisso giunto miracolosamente dentro le Mura. Oppure la chiesa di San Michele, sulla cui facciata si inseguono in tutte le varietà dell'arte della pietra, intarsi, bassorilievi, sculture, simboli cristiani e precristiani, simboli massoni, simboli esoterici e scientifici. E poi, le indimenticabili piazze, come quella, celebre, dell'Anfiteatro, costruita sui resti di un antico anfiteatro romano, con la sua perfetta forma ellittica chiusa, sulla quale si aprono molti negozi che celano spesso tuttora le strutture di epoca repubblicana. Oppure piazza Napoleone, la "piazza Grande", sede di Palazzo Ducale, detto anche Palazzo Pubblico.

Infine, non si può perdere la Torre Guinigi, con i bellissimi ulivi secolari, che crescono sulla sua sommità: un angolo delizioso dal quale osservare le viuzze antiche, il profilo preciso di piazza Anfiteatro e perdersi lungo le verdi colline lucchesi.

Jean Dubuffet e l'Italia, Lu.C.C.A. – Lucca Center of Contemporary Art. Via della Fratta, 36 – 55100 Lucca, (tel. 0583 571712, info@luccamuseum.com). Dal 12 febbraio al 15 maggio, orari: dal martedì alla domenica 10-19, lunedì chiuso. Biglietti: intero 7 euro; ridotto 5 euro.

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