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Ponza, prime nuotate nel Tirreno

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Ponza, prime nuotate nel Tirreno

Veduta dell'isola di Ponza (foto Giac50 da Flickr.com)
Veduta dell'isola di Ponza (foto Giac50 da Flickr.com)

La ruota di una vecchia macina rivestita di antiche maioliche napoletane fa da tavolo per la prima colazione, mentre nelle camere e nelle sale arredi d'antan e pezzi griffati si alternano con eleganza. Villa Laetitia, palazzetto borbonico in cima a una salita proprio sopra il porto, trasformato in boutique hotel da Anna Fendi Venturini e dalle sue figlie, è uno degli indirizzi più raffinati e al tempo stesso è un po' il simbolo della nuova Ponza.

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Qui l'immagine più nota dell'isola – caotica e un po' stile Ibiza – sembra lontanissima. Affollata, mondana, rumorosa, per anni approdo preferito di superyacht e scenario estivo da gossip, la piccola perla del Tirreno non ha mai rinunciato al suo lato più selvaggio. Quello che si arrocca alle Forna (la zona alta), che si rifugia tra gli scogli delle baie più inaccessibili. Dove è possibile imbattersi in lussuosi alberghi dalle terrazze vertiginose e ristoranti con tavole panoramiche. E il mare è ancora protagonista incontrastato.

Figlia di vulcani dalle ire poderose, fatta di caolino e tufo, erosa dal vento e dalle mareggiate, l'isola affascina da sempre i viaggiatori. A cominciare da Ulisse che qui rimase a lungo, incantato dalla maga Circe:leggenda vuole infatti che Ponza sia l'antica Eea di omerica memoria. E anche chi ci arrivò di malavoglia, come Giorgio Amendola e Pietro Nenni che vi furono spediti al confino, non poté fare a meno di innamorarsene. Stregato da una ridda di baie e grotte e scogli. Spettacolari come Cala dell'Acqua, imponenti come l'Arco Naturale ormai diventato la cartolina dell'isola, sorprendenti come Capo Bianco, candida roccia gettata nel blu profondo del mare.

Sono questi gli spettacoli naturali che si godono dalla finestra a loggia di Cacao, una delle sei camere di Villa Laetitia. Lo sguardo corre sulle onde cristalline e cangianti anche dalle altre stanze, ciascuna battezzata con il nome di una spezia, di un profumo: Finocchiella, dominata dal letto in bronzo e ottone lavorato in stile ponzese, Cannella con grandi specchiere incorniciate da legni bruni, la rigorosa Pepe con il pavimento che conserva le originali cementine novecentesche, Zafferano con la sua esplosione di gialli carichi, Paprika dove il bianco di pareti e soffitto in legno si sposa con il rosso acceso del letto e degli oggetti d'arredo. Di proprietà di Anna Fendi anche il piccolo b&b La Limonaia a Mare, una manciata di camere in un'antica casa ponzese ricavate in parte nella roccia e sapientemente restaurate. Dal giardino, dove gli alberi di limoni contendono lo spazio a una piccola piscina, lo sguardo si allunga sul porto, lo scoglio Ravia e il promontorio del Frontone.

Si vede invece l'isola di Palmarola da un altro b&b, Il Gabbiano, sulla strada panoramica in direzione Le Forna. Tre camere sui toni dell'azzurro e del blu, con pavimenti d'epoca e arredi di famiglia, e una terrazza che corre su due lati. Più lussuoso il Grand Hotel Chiaia di Luna, quattro stelle, piscina, camere in stile mediterraneo con maioliche azzurre e qualche pezzo d'antan. Di sera, appuntamento al Terrazze Kibar dell'albergo: una sequela di gradoni arredati con grandi cuscini, lanterne e tavolini affacciati sulle bianche falesie della baia di Chiaia di Luna. Prenotate la suite 102, quella con la vista migliore.

Tra gli indirizzi raffinati di Ponza il Grand Hotel Santa Domitilla è l'unico a offrire un singolare percorso benessere con grotte d'acqua marina coperte da volte candide che hanno lo stesso disegno architettonico delle case locali: una con acqua a 19-23 gradi e una con acqua calda (35-38 gradi), cascate e luci cromoterapiche. Stessa gestione per un indirizzo storico, Gennarino a Mare: dodici camere appoggiate sulle onde in pieno centro, con un piccolo marina e un ristorante dove il menu si ispira alle antiche ricette ponzesi che mescolano mare e campagna. Un mix questo, che caratterizza anche i piatti del menu di A Casa di Assunta, trattoria ricavata da una tradizionale abitazione dell'isola, ricca di volte, archi e mobili di famiglia, con una bella terrazza vista mare. Qui si assaggiano la zuppa di fave e cicerchie, il tonno marinato al finocchietto selvatico, il coniglio alla ponzese, i polipetti affogati e la mattonella al cioccolato bianco e nero.

Arredi Anni 50 a La Lanterna da Silverio, uno dei più antichi ristoranti dell'isola, dove i sapori sono quelli di sempre. A cominciare dagli spaghetti alle alici e al finocchietto selvatico fino ai calamari ripieni con un deciso retrogusto di peperoncino. Sono invece datati i piatti di Orèstorante, tra le migliori tavole ponzesi. Perché allo chef Oreste Romagnolo piace segnalare, sul menu, data di nascita, storia e peculiarità di ogni piatto. Così si scopre che uno dei suoi ingredienti più estrosi, la maionese di ricci, che ha appena compiuto dieci anni, nasce dal bisogno di accostare un sapore insolito al cuscus al nero di seppia. O che il piatto più antico ancora sulla carta è la crema di ceci al basilico con i gamberi.

Non può mancare in un tour gourmand una sosta all'Acqua Pazza, una stella Michelin. Lo chef e patron, Gino Pesce, stupisce con una girandola di sapori e accostamenti inconsueti: seppia scottata con carciofi marinati allo zenzero, tortelli di cernia con ristretto di acqua pazza, tartare di pesce e millefoglie alle mandorle con pasta di cioccolato chuao. Semplici piatti locali, infine, alla Marina di Aniello, pochi tavoli su una palafitta nel mare turchese di Cala Feola, nota per le piscine naturali scavate nella roccia.

20 maggio 2011

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