I capperi, anzi i cucunci, e la Malvasia. Le due montagne gemelle, Fossa delle Felci e Monte dei Porri, che superano entrambe gli 850 metri. Il verde che la rende un giardino, con maestosi castagni e un fitto sottobosco dove a settembre crescono persino i funghi. I tre comuni, con le feste patronali e le sagre in piazza, e la loro rivalità. Gli emigrati in Australia, quando nel dopoguerra si faceva la fame, e il Santuario della Madonna del Terzito a Valdichiesa. La Settimana Velica a metà maggio e un mare che d'estate è quasi sempre immobile e lattiginoso (giornate di iancura le chiamano gli isolani). Le celebri granite del bar Alfredo e il pane cunzato con i pomodorini. I falò sulla spiaggia, sotto il cimitero di Santa Marina, e la gara dell'antenna a mare (si tratta di correre su un palo insaponato che si protende sull'acqua per conquistare una bandiera).
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Salina si potrebbe raccontare in mille modi. Il modo migliore, però, è vederla. Nei film ancor prima che dal vero, perché è l'isola cinematografica per eccellenza. Per la luce e l'incanto che trasmette, è stata immortalata in varie pellicole, da utilizzare come un fil rouge per descriverla. Si può partire dal laghetto salato che le dà il nome, sulla punta di Lingua. È quello che lambisce il campo da calcio, in nera sabbia vulcanica (e tante pietre), dove Nanni Moretti si diverte a palleggiare in Caro Diario, mentre sullo sfondo passa il traghetto per Napoli. Ora è diventato un parcheggio e una specie di cinema sotto le stelle. Ma resiste a pochi passi, nonostante le mareggiate di quest'inverno, il faro accanto al quale Alessandro Preziosi parla di politica, nei panni di Leonida Bongiorno, nella fiction Edda Ciano e il comunista. È, invece, Libero Burro, opera prima di Sergio Castellitto dietro la macchina da presa, a trasportarci sulla costa rocciosa tra Capo Faro e Malfa, a Capo Gramignazzo, dove, allora, l'attore e la moglie scrittrice Margaret Mazzantini avevano una casa per le vacanze.
Ancora pochi chilometri ed ecco il mezzo cratere che ospita Pollara. Qui, sul costone della baia che scende verso il Perciato, c'è la casa rosa del poeta Pablo Neruda, interpretato da Philippe Noiret, verso cui ne Il postino arranca in bicicletta l'indimenticabile Massimo Troisi. Laggiù in basso la spiaggia, raggiungibile solo in barca, e il faraglione, con le sue acque trasparenti protagoniste anche del film tv con Raoul Bova, Come un delfino. E il mare di Salina, solcato da una tartana dalla vela rossa, rende affascinante anche il recente documentario di Giovanna Taviani, Fughe e approdi, con il quale la regista, cresciuta sull'isola e ideatrice del Salina Doc Fest (dal 19 al 23 settembre), torna negli stessi luoghi del set di Kaos di Paolo e Vittorio Taviani. Perché ormai, per fortuna, dalle Eolie non si scappa più. Anzi, ci si rifugia alla ricerca di un diverso modo di vivere.
7 giugno 2011, aggiornato il 19 luglio 2012
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Sicilia, alla ricerca del dolce perfetto
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