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Ravenna, weekend nella capitale del mosaico

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Ravenna, weekend nella capitale del mosaico

foto Alamy
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L'occasione per scoprire l'arte che ha reso famosa la città. A Ravenna ha appena preso il via il Primo Festival Internazionale di Mosaico Contemporaneo. Che ospiterà i principali esponenti dell'arte musiva, provenienti da tutto il mondo. Tra gli eventi, da non perdere Opere dal Mondo alla Chiesa di San Domenico, Installazioni Musive agli Antichi Chiostri Francescani, Architettura e Mosaico ai Chiostri della Biblioteca Oriani e Omaggio a Ilana Shafir ai Chiostri della Biblioteca Classense.

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Uno sguardo privilegiato va dedicato al Museo d'Arte della città di Ravenna, il Mar. Qui per tutto il mese e fino a ottobre si potranno anche visitare, tra le altre, le rassegne GAEM (Giovani Artisti e Mosaico), Frattur-Arte (8 opere a mosaico realizzate da persone portatrici di handicap fisico e psichico), Mostro della Laguna e la mostra dedicata Pablo Echaurren. Lasciare il segno ( 1969-2011). Tanti spunti diversi raccolti in questa città dalla bellezza antica, così piena di straordinarie testimonianze del passato che persino l'Unesco è stata prodiga di riconoscimenti.

TRA INSOSPETTABILI TESORI
Capita allora che – soffocati dall'imponenza dei mosaici bizantini e dalla grandiosità di basiliche e mausolei – i musei di Ravenna passino quasi inosservati, nascondendo insospettati tesori. Oltre al Mar, che occupa l'ex monastero dei Canonici Lateranensi, altri spazi espositivi meritano una visita. Come il Museo Nazionale, ricco di reperti romani, di stele funerarie e sarcofagi paleocristiani. O il Museo Arcivescovile, ospitato nell'episcopio costruito nel 396 alle spalle del Duomo dove, accanto a epigrafi cristiane, vesti liturgiche e capitelli del V secolo, si può ammirare la Cattedra di Massimiano, sedia episcopale con formelle in avorio che raffigurano scene dell'Antico e del Nuovo Testamento. D'altro genere la Biblioteca Classense, nell'omonimo monastero, dove sono raccolti circa seicentomila tra manoscritti medievali, incunaboli, cinquecentine e collezioni a stampa. Ancora più insoliti gli oggetti in mostra al Piccolo Museo di Bambole e Altri Balocchi, nel quattrocentesco Palazzo Rasponi Murat: bambole con il viso di porcellana, in celluloide, di stoffa e di carta o con abiti provenienti da ogni parte del mondo. Sono marionette e burattini invece i protagonisti della bella esposizione nel Teatro del Drago, la Casa delle Marionette. In mostra gli oggetti di scena, gli arredi, i copioni utilizzati per oltre due secoli dalla famiglia Monticelli, una delle più antiche compagnie artistiche d'Italia.

SCHEGGE DI VETRO E PATRIMONI UNESCO
Poco lontano, la storia abita ancora le camere dell'Albergo Cappello, in un palazzotto del Quattrocento: soffitti a cassettoni, affreschi e mobili d'epoca si mescolano a qualche pezzo di design. Atmosfera d'altri tempi anche nel settecentesco Ostello Galletti Abbiosi, che un tempo ospitava un orfanotrofio e ora offre 32 eleganti camere. Proprio di fronte, il più importante monumento del mondo imperiale e paleocristiano di Ravenna: la Basilica di Sant'Apollinare Nuovo. Eretta tra il 493 e il 496, dall'esterno sembra una chiesa modesta, ma dopo aver varcato la soglia la basilica si mostra in tutto il suo splendore. Sui lati della navata centrale corrono, come immensi tappeti, due fasce di mosaici dove si snocciolano gli episodi della vita di Cristo. Sant'Apollinare Nuovo è soltanto uno degli otto monumenti ravennati che l'Unesco ha dichiarato Patrimonio dell'Umanità. Nell'elenco ci sono la Basilica di San Vitale e il Mausoleo di Galla Placidia. La prima, del VI secolo, racchiude una ridda di marmi, affreschi e mosaici tra i più celebri della città. Ma è nel Mausoleo di Galla Placidia, proprio accanto alla basilica, che si capisce il fascino dei mosaici. Forse perché le sue piccole dimensioni e la poca luce fanno sì che una volta all'interno si venga aggrediti da quella miriade di schegge di vetro che ricoprono pareti e volte, dove i colori si confondono, le linee si sovrappongono, il disegno appare riflesso come in uno specchio. Protetti dall'Unesco anche il Battistero Neoniano e quello degli Ariani, il Mausoleo di Teodorico e la Cappella di Sant'Andrea nel palazzo arcivescovile. E infine, appena fuori città, la Basilica di Sant'Apollinare in Classe, celebre per il mosaico dell'abside che raffigura i pascoli del cielo, con alberi, fiori e rocce dove campeggia, gigantesco, Sant'Apollinare. Da non perdere l'ultima scoperta archeologica, la Domus dei Tappeti di Pietra: tre metri sotto il livello della strada, nella Chiesa di Sant'Eufemia, sono venute alla luce quattordici camere pavimentate con mosaici policromi e marmi appartenenti a un edificio privato bizantino del V-VI secolo.

SOSTE DI GRAN GUSTO
Per una sosta gastronomica, poco distante dalla Domus, c'è la Locanda del Melarancio: ristorante raffinato al primo piano e osteria informale al pianterreno. Da assaggiare il tortino di zucca gratinato e la terrina di cioccolato amaro con crema alla vaniglia. Piatti della cucina ravennate all'Osteria dei Battibecchi: saraghina marinata, frittatine con verdure di stagione, tortelloni burro e salvia, castrato ai ferri e squacquerone con fichi caramellati. Si cena invece in un ex cinema degli Anni 30, da Alexander: nato come teatro di varietà, divenne in seguito un locale dove si proiettavano pellicole a luci rosse e un cinema d'essai. Oggi offre specialità della tradizione romagnola rivisitate, da gustare tra divanetti di velluto blu, vezzose poltroncine in stile fine Ottocento, lampadari di cristallo e specchiere d'antan.

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10 ottobre 2011

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