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La Firenze (segreta) del maraja

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La Firenze (segreta) del maraja

Veduta di Firenze e dell'Arno da Piazzale Michelangelo (foto Rod McLean / Alamy)
Veduta di Firenze e dell'Arno da Piazzale Michelangelo (foto Rod McLean / Alamy)

Lontano dalla pazza folla che invade piazza del Duomo e dalla chilometrica fila per gli Uffizi. Godersi Firenze senza entrare nella calca è difficile ma possibile, a patto di scegliere itinerari al di fuori dei grandi circuiti turistici e di programmare in anticipo le visite agli angoli più inaccessibili. Così può capitare, in un sonnacchioso pomeriggio di festa, di avventurarsi in passaggi segreti, intrufolarsi tra i restauratori, imbattersi in templi egizi, piante carnivore e tombe di giovanissimi principi indiani. Per poi rifocillarsi con un bel piatto di ribollita sotto lo sguardo severo di Dante.

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IL CENTRO STORICO, TRA CORRIDOI E CRISTALLI
Tutti vogliono visitarlo, pochissimi ci riescono. Il Corridoio Vasariano, costruito nel 1565, permetteva a Cosimo I de' Medici di muoversi non visto tra Palazzo Vecchio e Palazzo Pitti. È un gioiello il cui accesso è riservato a pochi fortunati. Fino al 16 dicembre la Sopraintendenza organizza alcune visite straordinarie per gruppi ristretti. Dopo quella data si torna al vecchio sistema di prenotazione via fax. Una fatica organizzativa che viene ricompensata da una passeggiata quasi in solitaria nei meandri di Firenze, tra opere d'arte e paesaggi mozzafiato. C'è invece tempo fino al 16 maggio per visitare – massimo 15 ospiti per volta – il cantiere di restauro della Cappella Maggiore di Santa Croce e ammirare da vicino il ciclo di affreschi di Agnolo Gaddi con la storia del ritrovamento della Vera Croce.

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In pieno centro storico è anche l'Opificio delle Pietre Dure, voluto da Ferdinando I de' Medici. Ospita decine di pietre lavorate, tavolini intarsiati e alcuni esemplari di "commesso fiorentino", un mosaico particolarmente elaborato tipico della Toscana. Il mondo dei minerali è protagonista assoluto anche della mostra Cristalli, a Palazzo Torrigiani fino al 30 giugno 2012: circa 500 tra smeraldi, acquemarine, malachiti e topazi provenienti da ogni parte del globo. L'esposizione si trova in un'ala della Specola, il più antico museo scientifico al mondo. Affascinante e molto particolare anche il Museo Stibbert, che raccoglie armi ed armature europee, islamiche e giapponesi. Nel giardino fa bella mostra di sé un tempietto in stile egizio, con tanto di sfinge.

Se si passa per Firenze tra il 16 e il 18 dicembre si può assistere all'eccentrico e ormai tradizionale torneo Ponte Vecchio Golf Challenge. Campioni internazionali come Robert Karlsson, Bernhard Langer, Martin Wiegele e Alejandro Canizares (attuale campione in carica) si sfidano su un green formato da tre isolotti galleggianti, disposti a 75, 110 e 140 metri dal tee, su Ponte Vecchio, lanciando le palline sopra l'Arno.

DI PIANTE CARNIVORE E GIOVANI PRINCIPI
Il Giardino di Boboli, in Oltrarno, è un vero e proprio museo a cielo aperto: passeggiando al suo interno ci si può imbattere in fontane, grotte e obelischi. La lunga coda all'ingresso può però scoraggiare. Un'ottima alternativa è il vicino e meno affollato Giardino Bardini, a cui si accede con lo stesso biglietto. Di terrazzamento in terrazzamento si sale fino al belvedere, dove si gode di una magnifica vista della zona di Santa Croce.
Piante carnivore e cactus ma anche un grande orto e un giardino in stile orientale decorano il Giardino dei Semplici, dietro l'Università degli Studi, dove all'epoca di Cosimo de' Medici si coltivavano piante medicinali (chiamate, appunto, le "semplici"). Romanticissima (ma più sicura di giorno, visto la posizione periferica) la passeggiata nel Parco delle Cascine, lungo la riva destra dell'Arno. Centosessanta ettari di tranquillità da scoprire a piedi o in bicicletta, fino ad arrivare al Monumento all'Indiano. Si tratta della tomba di Rajaram Chuttraputti, giovanissimo maharaja di Kolhapur, morto improvvisamente a 21 anni, nel 1870, mentre visitava Firenze.

A CACCIA DI ANTICHI BROCCATI
Un vero gioiello della città sono le piccole botteghe artigiane. Shopping d'altri tempi si può fare all'Antico Setificio Fiorentino, protetto da un cancello in ferro battuto nel quartiere di San Frediano. Qui si lavora da quattro secoli al suono degli antichi telai a manoche risalgono al Settecento (uno di questi è stato costruito seguendo un progetto di Leonardo Da Vinci) producendo sete damascate e passamanerie. Il laboratorio restaura gli antichi abiti conservati nei musei di tutta Europa. E riproduce, su richiesta dei clienti, gli antichi ricami conservati nell'archivio.
A metà tra museo e negozio è anche la Casa dei Tessuti, da cui sono passate, per farsi confezionare gli abiti di scena, star come Sofia Loren e Cher. In una piccola sezione aperta al pubblico sono esposti broccati, fusi in legno, macchine Singer e tutti gli utensili ormai entrati nella storia. Per restare nell'atmosfera si può fare un salto da Ceri Vintage, un bel negozio spesso saccheggiato dagli stilisti Marithé e François Girbaud. Ci si trova di tutto, dai vestiti di fine '800 alle casacche da figli dei fiori passando dai corsetti e dalle scarpe con le ghette.

AFFAMATI (E ASSETATI) DI STORIA
A Firenze i tour enogastronomici sono la norma. Nessuno resiste, tra un museo e l'altro, a un piatto di ribollita o a una bistecca di chianina. La pausa è ancora migliore se è il locale stesso ad essere un'attrazione. Alle Murate, all'interno del Palazzo dell'Arte dei Giudici e Notai, a metà strada tra il Duomo e il museo del Bargello, si mangia tra affreschi trecenteschi, sotto i più antichi ritratti conosciuti di Dante e Boccaccio. Con piatti tipicissimi, dalla zuppa di cavolo nero al piccione. L'Antico Ristorante Paoli, aperto dal 1824, ristrutturato nei primi del ‘900 in stile neogotico, è impreziosito da affreschi dedicati al Decamerone e ceramiche decò. All'inizio pizzicheria, poi salotto di intellettuali (tra i clienti Leoncavallo, Puccini, Marinetti), continua a servire robuste pietanze locali, a base di materie prime rigorosamente di stagione. Fiore all'occhiello, le crespelle alla fiorentina.
Per l'aperitivo o una breve pausa si può fare un salto allo storico Le Giubbe Rosse (il nome deriva dalle divise dei camerieri), frequentato abitualmente da Papini, Soffici, Palazzeschi, Gadda e Montale. Molto d'atmosfera anche la pasticceria Gilli, aperta dal 1733, dove si ritrovavano Marinetti, Boccioni e Carrà. Pareti color avorio, lampadari di Murano e arredi originali in stile Belle Epoque ne fanno il luogo perfetto per gustarsi una Sacher o la specialità della casa, la Paillet d'or fiorentina. Chi preferisce prodotti più tradizionali può concedersi una deviazione di una ventina di chilometri fino a Greve in Chianti. Il piccolo borgo ospita in un'antica cantina un bel Museo del Vino, che ripercorre la storia delle campagne attorno a Firenze, e molte enoteche in cui rifornirsi di chianti, ma anche di grappa e olio extravergine. Una delle più famose è Le Cantine che offre degustazioni di oltre 140 varietà di vino.

2 dicembre 2011

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