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Berlino: la mappa dei nuovi wine bar

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Berlino: la mappa dei nuovi wine bar

Il Rutz Weinbar, wine bar e ristorante gourmet (foto Beppe Calgaro)
Il Rutz Weinbar, wine bar e ristorante gourmet (foto Beppe Calgaro)

Dimenticate la Weisse al frumento o la Berliner Kindl (con l'aggiunta di sciroppo di lamponi o di asperula che la rendono dolce come il sidro), le salsicce, lo stinco e le braciole di maiale affumicate: a Berlino birra e birrerie sono sempre meno di moda. Gli abitanti della capitale hanno scoperto il vino accompagnato dalla haute cuisine. E non solo quello d'importazione, ma l'autoctono Riesling (per Wine Spectator quello della Mosella è tra i migliori del mondo), l'aromatico Weisser Burgunder e le tante varietà provenienti dal Reno e dalla Saar.

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Proprio quel vino tedesco che, fino a qualche anno fa, era snobbato anche dai conoscitori. Oggi i ristoranti più frequentati dai berlinesi sfoggiano una nutrita carta dei vini dove non manca mai una lista di quelli da consumare al bicchiere; qualcuno ha un elenco a parte per i produttori emergenti, altri abbinano nel menu il vino alla pietanza giusta e persino le tavole etniche si sono adeguate: da Hot Spot (vai al sito) – pura cucina cinese dello Sichuan – i cibi si accompagnano a una grande scelta di etichette tedesche. Quanto sia imponente la lista dei vini da Rutz (vai al sito) lo si capisce appena entrati: il wine restaurant è separato dalla strada da una parete in vetro piena di bottiglie. «In cantina conserviamo 850 etichette soprattutto tedesche, essenzialmente Riesling», precisa il sommelier Billy Wagner. Ai raffinati calici si abbinano i piatti della cucina tedesca alleggeriti e rivisitati come la salsiccia, proposta di fegato di vitello e non di maiale. Da provare anche la tartare di manzo con capperi e la selezione di formaggi con pane alla frutta. Al piano superiore lo chef Marco Müller si esibisce in una cucina d'alto livello con gli Inspiration Menu: da 12 a 6 portate che vanno dal foie gras dell'Aquitania servito con latte speziato e rum al coniglio e calamari marinati con lime e brodo di cozze. Nella stessa strada del ristorante si trova la Brecht-Weigel-Gedenkstätte (tel. 0049-30200571844), la casa dove visse Bertolt Brecht insieme alla moglie, l'attrice Helene Weigel. Si possono vedere il suo ufficio con le tante scrivanie, l'immensa biblioteca e la piccola camera da letto in cui il celebre drammaturgo morì. Proprio di fronte, il suo teatro, il Berliner Ensemble.

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Il più antico wine restaurant dell'ex Berlino Est, il Weinstein (vai al sito), sta in Lychener Strasse. Quando aprì i battenti era una semplice enoteca. Poi, appena la gastronomia tedesca salì agli onori della ribalta, diventò un eno-ristorante con un menu basato su prodotti di qualità: il pesce viene dal Brandeburgo, la carne da allevatori locali, il vino dai più interessanti giovani produttori. Raffinata carta dei vini anche da Reinstoff (vai al sito), il regno di Daniel Achilles, enfant prodige della cucina tedesca che si è guadagnato da poco le due stelle Michelin, portando a 13 il numero dei ristoranti stellati cittadini. Nel suo elegantissimo locale, nascosto in un cortile alle spalle della Schlegelstrasse, Achilles mescola la tradizionale alta cucina con quella molecolare creando insoliti piatti come sella di cervo con petali di rosa, fichi e sesamo nero, frutti di bosco della Prussia accompagnati da brioche con gelato e miele della foresta. Il ristorante è nello Scheunenviertel, l'ex quartiere ebraico, tutto negozi, locali e cortili che s'infilano uno nell'altro. Come gli Hackesche Höfe, mecca degli appassionati di shopping, ma anche piccolo capolavoro architettonico con le piastrelle jugendstil, le balaustre lavorate e il Rosenhöfe, il roseto interrato. Oppure come i vicini Sophie-Gips-Höfe, complesso di tre cortili che un tempo ospitavano una fabbrica di macchine da cucire, e che oggi accolgono la raccolta d'arte Sammlung Hoffmann e la caffetteria Barcomi's Deli.

21 febbraio 2013

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