Il 2013, in India, è stato l'anno del Kumbh Mela, l'evento religioso più grande e spettacolare del mondo. Nell'arco di poco più di un mese, dal 14 gennaio al 10 marzo, 80 milioni di pellegrini induisti si sono recati nella città di Allahabad, nell'Uttar Pradesh, luogo di confluenza delle acque dei tre fiumi sacri Gange, Yamuna e il mitico Sarasvati, per immergersi e purificarsi.
Un rito straordinario e un viaggio nella spiritualità indiana che è al centro della mostra Riverside Rendevouz, al Museo d'arte e scienza di Milano dal 18 settembre al 2 ottobre. Una selezione di migliaia di scatti realizzati da dieci giovani artisti italiani dell'Associazione PopEye impegnata nello studio di eventi di carattere etnografico a livello internazionale.
Insieme al reportage fotografico è stato, anche, realizzato un documentario che sarà proiettato il 25 settembre in prima nazionale (con prenotazione e su invito) alla presenza di Ermanno Olmi e Mario Zanot, amico di Tiziano Terzani dal quale ha raccolto l'ultima intervista.
Unico nel suo genere, il documentario è un viaggio in un viaggio, quello spirituale, compiuto da milioni di induisti, in cui il rito del Kumbh Mela viene raccontato attraverso le storie e gli sguardi diversi di un viaggiatore occidentale, di un sadhu (l'asceta indiano) e di un pellegrino induista.
Ciò che rende così eccezionale il Kumbh Mela, infatti, è che si ripete solo ogni 12 anni. Quando, cioè, secondo l'astrologia vedica, il Sole entra in Ariete e contemporaneamente Giove è in Acquario. E' solo in questo periodo, si crede, che le acque dei tre fiumi sacri si trasformino nel mitico nettare in grado di purificare l'anima e il karma di chi si immerge assicurando così la rinascita a un livello di vita superiore.
Tradizione vuole che i pellegrini rimangano almeno tre giorni lungo le rive dei fiumi. Per un mese la città di Allahabad e i dintorni si trasformano in una immensa tendopoli, dove milioni di pellegrini si dedicano a processioni, recitano mantra, danzano e, ovviamente, fanno bagni purificatori.
Il reportage, come il documentario, ritraggono i volti e le scene del più grande raduno dell'umanità, un enorme spettacolo fatto di suoni, profumi e, soprattutto, colori. Una folla immensa, che mescola e confonde sadhu con il corpo ricoperto di cenere, yogin impegnati in discussioni religiose, fedeli provenienti da ogni parte dell'India arrivati su elefanti o su carri decorati e coloratissimi.
Tutti uniti, e per una volta senza distinzione di casta, dalla speranza di una (prossima) vita migliore.
RIVERSIDE RENDEVOUZ
Dove: Milano, Palazzo Bonacossa, Via Q. Sella, 4
Quando: dal 18 settembre al 2 ottobre 2013
Ingresso: gratuito
Info: Museo d'arte e scienza
16 settembre 2013
© Riproduzione riservata