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Namibia, tra deserti e safari

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Namibia, tra deserti e safari

  • – di Arianna Garavaglia
Gli elefanti nel Damaraland (foto Dana Allen)
Gli elefanti nel Damaraland (foto Dana Allen)

Quando si sogna l'Africa l'immaginazione corre verso immensi deserti color arancio, coste battute dal vento, lagune colonizzate da fenicotteri e pellicani e fotogenici animali selvaggi raccolti attorno a pozze d'acqua.
La Namibia è tutto questo e anche di più. Il grande paese dell'Africa australe è un concentrato di tutte le bellezze del continente. Indipendente da poco più di 20 anni da quando, nel 1990, si libera dalla tutela dell'ingombrante vicino sudafricano, è ormai affermata meta turistica grazie alla diversità dei suoi paesaggi e alla sua ricchezza faunistica.

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Ecco le tappe fondamentali di un viaggio in terra africana. Si parte dal deserto del Namib, il nome nella lingua locale significa "luogo senza nessuno". Il deserto è costituito da una fascia costiera stretta e lunga che ogni mattina viene coperta da una fitta nebbia e con i suoi 80 milioni di anni è il deserto più antico del mondo.
Il Namib fa parte di un parco nazionale tutelato dall'Unesco, che protegge un ecosistema unico al mondo e una fauna che si è adattata a vivere in un ambiente particolarissimo. Qui si trovano lucertole che riescono a immagazzinare acqua per sopravvivere per due mesi, l'antilope oryx che ha sviluppato un sistema speciale di raffreddamento del sangue nelle narici, lo scoiattolo che per proteggersi dal calore utilizza la coda come parasole, e rettili con zampe palmate. Protagonista di questo territorio è la Weltwischia, una sorta di agave con due foglie nastriformi che possono raggiungere i 5 metri di lunghezza e trattengono l'umidità. Si tratta di piante antichissime, alcuni esemplari avrebbero più di duemila anni.
Tra le meraviglie da scoprire in questo deserto anche uno spettacolare canyon scavato dal fiume Swakop che prende il nome di Valle della Luna, e gli enormi monoliti di roccia granitica tondeggiante che punteggiano tutto il deserto. Lungo piste sterrate che attraversano vari tipi di deserto si incontrano anche gruppi di zebre e struzzi.
Nel tratto centrale del deserto del Namib si trova uno dei luoghi più spettacolari del Paese: le gigantesche dune del Sossusvlei. Le dune cambiano colore nelle diverse ore della giornata passando dal rosso, all'arancio fino all'albicocca, e possono raggiungere anche i 300 metri d'altezza.

Il viaggio prosegue verso Walvis Bay, cittadina sulla costa. Queste zone umide sono le più
importanti sulla costa occidentale dell'Africa meridionale per gli uccelli migratori, nel corso di un anno qui possono fare una breve sosta oltre 150.000 uccelli migratori. Chi sceglie di fare un'escursione in barca nella laguna di Walvis Bay può avvistare anche le otarie e con un po' di fortuna i delfini.
Proseguendo verso nord lungo la costa di incontra Skeleton Coast (la "costa degli scheletri"). Il nome si riferisce ai frequenti scheletri di balene e di otarie che si possono incontrare sulla spiaggia e agli spettrali relitti di imbarcazioni naufragate lungo la costa a causa della nebbia. Proseguendo lungo la costa si raggiunge il promontorio di Cape Cross. Questa località è famosa perché abitata da una vasta colonia di otarie: circa 80.000 esemplari vivono qui tutto l'anno fra le rocce e le onde dell'Atlantico.
Abbandonata la costa è il momento di esplorare il Damaraland, regione arida e montagnosa di arenarie rossastre. La zona, secondo i geologi, risalirebbe a più di 150 milioni di anni fa. Qui, tra le vallate dei Monti Brandberg (i più alti della Namibia con i loro 2.573 metri) sono stati scoperti esempi di pitture rupestri boscimani che raffigurano animali, impronte e simboli. Nel 2007 questo territorio è stato riconosciuto patrimonio mondiale dell'umanità dall'Unesco.

E infine il Parco di Etosha. Creato nel 1907, sotto la dominazione tedesca, è uno dei primi parchi al mondo sorti per la protezione della fauna e della flora. Attualmente la riserva copre una superficie di oltre ventiduemila chilometri quadrati, e il suo centro è costituito dal "pan", bacino piano, lungo un centinaio di chilometri e largo una quarantina. Il pan è un lago oggi essiccato dalla superficie argillosa coperta di sale di un bianco abbagliante. A Etosha, seguendo piste in terra battuta, si avvistano elefanti raccolti attorno alle pozze d'acqua, giraffe, felini, zebre di Burchell, springbok, gnu, impala dal muso nero, orici, giraffe, le grandi antilopi red hartebeest, leoni e rinoceronti. Il Parco ospita complessivamente circa 110 specie di mammiferi, 350 specie di volatili e 20 tipi di vegetazione differente. Gli incontri con i grandi animali africani sono più che assicurati.

11 ottobre 2013

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