Un viaggio avventuroso. Giornate in jeep e notti in campo tendato, sotto le stelle. Un itinerario nel Nord del Paese con mete nei luoghi più spettacolari del continente, dal Delta dell'Okavango alla vicina riserva di Moremi. E poi il Parco del Chobe, con la più alta concentrazione di elefanti in Africa, e le spettacolari Cascate Vittoria sullo Zambesi. Paesaggi unici in una delle nazioni più stabili dell'Africa che, accanto al commercio di diamanti sta sempre più puntando a diventare una destinazione turistica, grazie alle sue aree protette e alla natura selvaggia.
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In barca nel delta dell'Okavango
Un angolo d'Africa ancora poco conosciuto da esplorare lentamente in barca, o sorvolare in aereo. Una ricca vegetazione di papiri, giunchi, ninfee giganti e oltre 600 specie di animali che vivono vicino a questo bacino d'acqua.
L'Okavango, con i suoi 1600 km è uno dei fiumi più lunghi del continente con un suo ecosistema particolare. Il fiume nasce in Angola, scorre per un tratto lungo il confine tra Angola e Namibia, e raggiunge il Botswana dove si disperde nel deserto del Kalahari senza sfociare in mare. Qui, nel tratto finale, l'Okavango crea un delta spettacolare su una superficie immensa caratterizzata da corsi d'acqua, isole, pozze e canali sui quali si specchiano acacie, bambù, salici e crescono i fiori di loto.
Grazie alla presenza della acque la zona attira tantissimi animali. Come aironi, upupe, martin pescatori e pappagalli. Nei corsi d'acqua nuotano ippopotami e gazzelle e antilopi vivono sulle sue isole. Non mancano nemmeno i grandi mammiferi come elefanti, rinoceronti, bufali. E poi erbivori tra cui zebre, gnu, giraffe; e predatori come leoni, leopardi e ghepardi.
La riserva di Moremi e il Parco del Chobe, abitato dai boscimani
Spostandosi verso est, sulle sponde orientali dell'Okavango si arriva alla Riserva di Moremi. Creata nel 1965, la riserva occupa una superficie di circa 5 mila km quadrati e si presenta come un insieme di lagune, savana e foreste. Questa coesistenza di acqua e vegetazione consente la vita a numerosissimi animali come ippopotami, zebre, antilopi, elefanti, bufali e giraffe. Probabili anche gli incontri con i leoni.
Si lascia la riserva e si prosegue ancora verso est. La meta è il Parco del Chobe, che prende il nome dal fiume omonimo, affluente dello Zambesi. Il Parco, creato negli anni Sessanta, è uno dei più conosciuti dagli appassionati di safari africani perché qui si trova la più alta concentrazioni di elefanti in tutto il continente con una popolazione di 120 mila esemplari in continua crescita. Su una superficie di 11mila km si alternano quattro diversi ecosistemi.
Serondela nell'estremo nord-est, è caratterizzata da pianure rigogliose e foreste di teck. Si affaccia sul fiume Chobe, che costeggia il parco, e presso cui si radunano grandi erbivori come elefanti e bufali.
L'area di Savuti a occidente. Qui, circa 2,5 milioni di anni fa, un enorme lago occupava la depressione di Mababe e arrivava fino alla base di piccoli rilievi rocciosi isolati, nei cui anfratti si possono trovare antiche pitture rupestri boscimani, la popolazione di cacciatori-raccoglitori che aveva da sempre abitato questa zona. Oggi quest'area è coperta da un'estesa savana di erba gialla con piccoli boschetti dove vivono elefanti, giraffe, zebre, impala, gazzelle, la rara antilope nera, bufali, gnu e di conseguenza i predatori come leoni, iene e sciacalli.
E poi l'area di Linyanti, nell'angolo nordoccidentale del parco, sopra Savuti. Questa zona confina a ovest con la riserva di Selinda e a nord con il parco nazionale Mamili in Namibia. L'area comprende abbondante vegetazione fluviale con diverse lagune e zone di pianura alluvionale. Anche qui la fauna è molto ricca: si avvistano leoni, leopardi, sciacalli, antilopi, ippopotami, elefanti e coccodrilli.
Infine il cosiddetto "hinterland" compreso fra Linyanti e Savuti, una zona di pianura alberata in cui abbondano gli eland.
Cascate Vittoria, Patrimonio Unesco
Infine rotta verso lo Zimbabwe, con tappa finale alle cascate Vittoria, sullo Zambesi.
Le cascate, Patrimonio Unesco, hanno dimensioni impressionanti. Sono larghe più di un chilometro e mezzo e fanno un salto di 100 metri, il doppio delle cascate del Niagara.
La portata d'acqua è eccezionale così come il suo rumore assordante e i continui arcobaleni creati dal vapore acqueo.
Il primo europeo ad ammirarle fu nel 1855 il mitico David Livingston, esploratore e missionario britannico, che le battezzò in onore della regina.
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14 marzo 2014
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