Dio salvi la regina, perché Shakespeare non ne ha bisogno. A 450 anni esatti dalla nascita, il 23 aprile a Stratford, il drammaturgo continua la sua brillante carriera di icona pop mondiale.
Con 8 milioni di like sulla pagina Facebook, decine di account twitter e app gratuite per avere l'opera omnia del bardo sempre in tasca, Shakespeare è più vivo che mai e si prepara a festeggiare il compleanno in trionfo.
A Stratford, per il 23, è prevista la messa in scena dell'Enrico IV seguita da fuochi d'artificio.
A Londra, il Victoria and Albert Museum, presenta fino al 28 settembre la mostra "Shakespeare: Our Greatest Living Playwright" che esamina l'influenza e la popolarità universale delle opere del poeta.
Il Globe, il teatro di Shakespeare, festeggia il suo fondatore con una mostra, una tournée mondiale di Amleto e sconti per assistere alle esibizioni.
Shakesperare e Marlowe
Shakespeare si conferma così un autore che non invecchia grazie ai personaggi immortali e ai temi universali che tocca nei suoi drammi: amore e morte in Romeo e Giulietta, i rovesci della fortuna di Re Lear, la gelosia di Otello e l'invidia di Iago, l'ambizione di Macbeth e la vendetta di Amleto. Temi "alti" ma trattati con l'astuzia del teatrante sempre attento ai gusti popolari, spinto dalla ricerca di un pubblico pagante per guadagnarsi da vivere su una scena teatrale competitiva, dominata da colleghi disposti a tutto, da Thomas Kyd a Ben Johnson, da John Webster fino a Christopher Marlowe, coetaneo del Bardo.
Il 1564, evidentemente, non è stato un anno come gli altri in Inghilterra. A Canterbury veniva appunto battezzato anche l'altro drammaturgo elisabettiano per eccellenza: Christopher Marlowe, autore che conosce anche ogni vero amante di Shakespeare.
Sbarcati entrambi a Londra dalla provincia in cerca di fortuna, i due non potevano essere più diversi.
Perchè pure se immerso fino in fondo nella scena teatrale elisabettiana, Marlowe ha anche giocato su altri tavoli. Di lui si è detto di tutto, di certo non si sa quasi nulla. Marlowe fu drammaturgo e probabilmente spia per conto della protestante Elisabetta I contro le trame dei cattolici. Arrestato per eresia su accusa del compagno di stanza e collega Kyd, fu autore di personaggi estremi e di successo: da Tamerlano, a Edoardo II fino al Faust.
Artista maledetto, genio e sregolatezza, autore molto amato dai romantici ma non certo un'icona al pari di Shakespeare. Forse per lo stile più irruento e quasi barbaro, oppure a causa di una vita che lascia un senso di incompiuto.
Perchè mentre l'esistenza di Shakespeare si conclude a 52 anni a Stratford da borghese di provincia, Marlowe rimane fedele al suo ruolo di scapestrato fino all'ultimo. Muore il 30 maggio 1593, a 29 anni, durante una rissa da taverna, in perfetto stile Marlowe.
«La vita non è che un'ombra vagante, un povero attore che avanza tronfio e smania la sua ora sul palco, e poi non se ne sa più nulla», fa dire Shakespeare a Macbeth, nell'atto conclusivo della tragedia.
Shakespeare e Marlowe hanno avuto un destino diverso.
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