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Modena, i luoghi dello spirito di Kenro Izu

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Modena, i luoghi dello spirito di Kenro Izu

  • – di Francesca Pace
Kenro Izu, Borobdur #15, Indonesia, 1996, dalla serie "Sacred Places", stampa ai pigmenti, 72x102 cm (courtesy l'autore)
Kenro Izu, Borobdur #15, Indonesia, 1996, dalla serie "Sacred Places", stampa ai pigmenti, 72x102 cm (courtesy l'autore)

Dalle piramidi d'Egitto alle antiche pietre di Stonehenge, dalla città di Angkor in Cambogia ai templi buddisti di India e Indonesia, dal deserto della Siria alle alte vette del Tibet. Sono luoghi sacri che si trovano in diverse aree del mondo, cercati e fotografati nei tanti e lunghi viaggi compiuti dal giapponese Kenro Izu. E che oggi sono i protagonisti della mostra Territori dello spirito esposta negli spazi del Foro Boario di Modena fino all'11 gennaio 2015. Oltre 60 scatti che riassumono un lungo lavoro di ricerca svolto tra il 1979 e il 2012. Una ricerca prima di tutto personale e, poi, professionale.

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Un viaggio lungo oltre trent'anni che ha inizio con la Piramide di Cheope, unica delle Sette meraviglie del mondo antico sopravvissuta fino ai giorni nostri e simbolo solitario di un mondo ormai perduto, quello di Greci e Romani intorno al III secolo a.C. Un mondo che, però, continuava ad esistere nei sogni di Izu fin da bambino. Deciso a dare forma a quel sogno, nel 1979 abbandona il lavoro di fotografo commerciale di New York e parte per l'Egitto. E, qui, rimane fortemente impressionato dalla spiritualità del luogo e dal profondo senso di caducità ispirato dalla vista delle rovine. Una riflessione che segnerà il punto di svolta nella sua carriera e che aprirà la strada verso i più suggestivi siti sacri del mondo e, insieme, nei più grandi musei internazionali.
"Spesso mi domandano perché fotografo monumenti. È ciò che più si avvicina a qualcosa capace di durare in eterno. Ma se si guarda bene c'è una sottile linea di confine tra la pietra e la sabbia circostante. Nemmeno la pietra è eterna, come ci insegna il buddismo tutto è transitorio. La nostra vita, quella di un fiore, perfino quella di un albero o di una pietra non sono altro che un momento nell'eternità".

Momenti che vengono tradotti nelle immagini di Izu in visioni senza tempo, in cui si percepisce la maestosità del luogo, il senso di mistero evocato dalle rovine. Vedute dal sapore ottocentesco che l'autore esalta attraverso scatti in bianco e nero e avvalendosi di una particolare tecnica di stampa al platino-palladio, che permette di enfatizzarne le sfumature tonali.
Dal viaggio in Egitto nascerà la serie Sacred Places (1979-2001) a cui seguono Buthan sacred within (2002-2007) e India Where Prayer Echoes (2008-2012) dove, per la prima volta, i luoghi dello spirito sono rese più vive dalla presenza di persone raccolte in preghiera.
Un lungo viaggio guidato dalla ricerca dei siti sacri legati alle diverse civiltà passate, quali tracce di un antico rapporto con il divino destinato a quell'eternità che non appartiene all'uomo. E visita il Vecchio Continente, dalla Scozia all'Inghilterra alla Francia, il Sud America, tra Messico, Perù e Cile, e, ancora, il sito archeologico di Angkor, in Cambogia dove la natura ha preso il sopravvento sull'antico insediamento umano. Una rivelazione che lo porta a eleggere destinazione privilegiata il vastissimo continente asiatico: dalla Siria e Giordania fino alla Cina e Indonesia, passando per India, Birmania, Laos, Vietnam e Thailandia.

Da qui, Izu si reca, poi nel nord del Nepal, sulle pendici delle alte montagne Himalayane sulle dove si trova l'antico regno del Mustang, che apre un nuovo capitolo del suo lavoro concentrandosi sui Paesi che abitano il "tetto del mondo": il Tibet, il regno del Bhutan e la regione indiana del Ladakh.
In Bhutan, in particolare, la sua ricerca ha una ulteriore evoluzione. E questi luoghi immensi, ai confini del mondo, si animano, per la prima volta, con la presenza di persone, abitanti e pellegrini, grazie al loro altruismo divenuto il motto stesso della nazione, sotto il concetto di "felicità interna lorda". Volti che diventano, poi, costante nella serie seguente, India Where Prayer Echoes, in cui nelle immagini di Izu si instaura un dialogo tra templi, monaci e pellegrini per narrare la devozione di un'intera nazione nei confronti della propria religione.

INFO:
Kenro Izu. Territori dello spirito
Dove: Fondazione Fotografia Modena
Modena - Via Bono da Nonantola, 2
Quando: fino all'11 gennaio 2015
Orari: martedì-venerdì 15-19, sabato-domenica 11-19, lunedì chiuso
Ingresso: intero 5 euro

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