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1960-2014: l'arte iraniana in mostra a Roma

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1960-2014: l'arte iraniana in mostra a Roma

  • – di Arianna Garavaglia
Un'immagine dell'allestimento della mostra (Cecilia Fiorenza, courtesy Fondazione MAXXI)
Un'immagine dell'allestimento della mostra (Cecilia Fiorenza, courtesy Fondazione MAXXI)

Una donna seduta sul letto con un vestito scollato si copre il volto davanti al fotografo. La scena si svolge a Teheran, a metà Anni '70, a Shahr–e No, il quartiere a luci rosse della capitale iraniana.

Dietro l'obiettivo c'è Kaveh Golestan, documentarista e premio Pulitzer per i suoi lavori sulla Rivoluzione del 1979. Golestan è uno dei fotoreporter iraniani più noti, nel corso della sua carriera ha documentato il mondo operario, ritratto bambini affetti da malattie mentali ed è stato il primo a fotografare l'attacco con armi chimiche compiuto da Saddam Hussein sulla popolazione curda di Halabja durante la guerra tra Iran e Iraq.

Kaveh Golestan è uno dei venti autori esposti al MAXXI di Roma per la mostra "Unedited History. Iran 1960 – 2014" in corso fino al 29 marzo 2015. Al museo sono visibili 200 opere, per la maggior parte inedite in Italia, che raccontano più di mezzo secolo di storia iraniana.

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Attraverso fotografie, dipinti, video, istallazioni e documenti si racconta per frammenti la storia e la cultura di un paese che da decenni è protagonista internazionale. Un paese che è passato da due rivoluzioni: la rivoluzione bianca dello Shah che voleva modernizzare forzatamente il paese e la rivoluzione popolare del '79 per cacciare Reza Pahlavi. E poi la teocrazia di Khomeini e otto anni di sanguinosa guerra con l'Iraq di Saddam Hussein finita nell'88. E poi la morte della Guida suprema e la questione nucleare.

A Teheran, tra tossicodipendenti e trans
Tra le immagini più interessanti una rovescia tutti i cliché: un gruppo di giovani uomini che cuce abiti da sposa in una sartoria. L'autrice è Tahmineh Monzavi nata nel 1988 e attiva in Iran. Monzavi è conosciuta per una fotografia che si interessa alla marginalità e all' esclusione. Tra i suoi lavori la serie "Women in Grape Garden Alley" realizzata insieme alle donne tossicodipendenti ospitate in un centro di recupero e "High Fashion and Wind-Up Dolls" che documenta le sfilate di moda clandestine a Teheran. Nel 2011 ha ottenuto il premio internazionale Sheed Award per la fotografia documentaria e sociale.
Al MAXXI, oltre alla foto sulla sartoria, Monzavi è presente con la serie fotografica "Tina Shamlou, Teheran", che descrive la quotidianità di un travestito ospitato in un rifugio per donne in difficoltà.

Un po' più vecchio di Monzavi è Arash Hanaei, nato nel '78 e attivo tra Teheran e Parigi. Hanaei sviluppa una pratica in cui mescola diversi media e tecniche. Utilizzando le opportunità offerte dalla fotografia amatoriale e dai nuovi network di diffusione delle immagini, si dedica a estendere i registri e i codici della tradizione documentaria. Al MAXXI porta Capital (2009) che si presenta come una mappa disegnata della città di Teheran, che indaga la trasformazione dello spazio pubblico nel dopoguerra e in particolare la paradossale coesistenza degli affreschi raffiguranti i martiri e dei messaggi pubblicitari.

Unedited History. Iran 1960 – 2014 è ideata dal Musée d'Art moderne de la Ville de Paris e a cura di Catherine David, Odile Burluraux, Morad Montazami, Narmine Sadeg e di Vali Mahlouji per la sezione Archeologia del decennio finale. La mostra è stata realizzata in coproduzione con il MAXXI.


19 dicembre 2014

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