Viaggi24

Quella Parigi maledetta

  • Abbonati
  • Accedi
Grandi Viaggi

Quella Parigi maledetta

Parigi è stata tempio infiammato delle menti folgoranti di artisti; per citarne alcuni: Hemingway, Faulkner, Verlaine, Rimbaud, Kerouac. La città era dunque uno spazio imperituro dove si produceva la dannazione fertile della loro invenzione spirituale, dove si plasmavano correnti letterarie e si realizzavano opere nel caos trascendente delle interiora delle camere di hotel, o seduti ad un Café o dentro mansarde.
Ecco, secondo un lineare e sintetico riassunto, i posti nei quali vivevano o partecipavano all'atto creativo: solitario o collettivo. Un sentiero di vie "maledette" da conoscere.

Rue Monsieur-le-Prince: in questa via, dentro l'abbaino di uno dei possenti edifici, abitò il poeta "assoluto" di Una stagione all'inferno, Arthur Rimbaud.

Rue de Vaugirard al n^4: l'Hôtel de Luxembourg: ospitò dal 1889 al 1894 il poeta Paul Verlaine.

Rue Daunou al n^5: Harry's Bar: vi si recava, per intrattenervisi, lo scrittore Ernest Hemingway.

Rue de Vaugirard al n^ 42: Hôtel des Principautés-Unies: alloggiò il premio Nobel per la letteratura, lo scrittore americano de L'urlo e il furore, William Faulkner.

Rue Gît-le-Coeur al n^ 9: Relais-hôtel du Vieux Paris, il cosiddetto "Beat Hotel" dei beatniks (gli scrittori della Beat Generation). Vi stettero, nelle camere, Allen Ginsberg, William Burroughs e Jack Kerouac, così come tutti gli altri poeti della Beat Generation.

Boulevard des Capucines al n^12: Café de la Paix: trascorreva le sue giornate lo scrittore del "Misterico" Guy de Maupassant.

Rue Monsieur-le-Prince al n^ 41: Restaurant Polidor: vantava tra i clienti nomi significativi della letteratura mondiale, quali: James Joyce, Antonin Artaud e Henry Miller.

11 giugno 2015

© Riproduzione riservata