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Nell'ultimo appartamento di Dostoevskij

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Nell'ultimo appartamento di Dostoevskij

San Pietroburgo è una città di splendore inquieto, dove da giugno a luglio la notte cessa di esistere e imprigiona il firmamento dentro un costante crepuscolo che sfila etereo tra gli edifici: le notti bianche.

E' fuoco d'arte e di monumenti, testimonianza è il glorioso Ermitage, muscolo che pulsa di opere mirabili di: Caravaggio, Antonio Canova, Paul Cézanne, Jacques-Louis David, Edgar Degas, Paul Gauguin, Henri Matisse, Claude Monet, ecc.

E' attraversata dal silente fiume Neva, costellata di palazzi neoclassici, eleganti, intarsiato il suo cielo dalle cupole d'oro delle chiese nonché guidata, nel suo nervo principale (dalla cantata da Franco Battiato), Prospettiva Nevskij che ha origine da Piazza del Palazzo (vicino al quale abita, appunto, il Palazzo d'Inverno).

Una città dunque che non avrebbe non potuto essere tempio di un'anima narrativa abissale, prolifica e profetica, come quella di Dostoevskij.

Storie, romanzi, quelli dello scrittore russo, che si incastrano e vivono perfettamente, ab origine, nella trama misteriosa che solo Pietroburgo poteva concedere.

Come nelle vie del quartiere Sennaya, lungo le sponde del Canale Griboedova, dove accadevano le pagine di Delitto e Castigo.

Fëdor Dostoevskij visse in un numero sostenuto di abitazioni, ebbe però la poetica fissazione di alloggiare in appartamenti ad angolo, con le finestre rivolte sulle Prospettive, e vicino, sempre, a una chiesa così da udire lo scampanìo.

L'ultima casa in cui abitò, e dove morì nel 1881, tra la Prospettiva Kuznechny e l'antica strada Yamskaya (oggi via Dostoevskij), è dove ha sede il Museo Dostoevskij. Nel museo sono state ricostruite le sei stanze in cui Fëdor Dostoevskij e Anna Grigor'evna si trasferirono nell'ottobre del 1878.

Una casa umile, buia, nella quale si distingue il divano inglese dello studio in cui lo scrittore riposava dopo aver scritto I Fratelli Karamazov.

L'orologio, che indica l'ora della morte della Dostoevskij, riposa ancora lì: otto e trentotto di sera.
Il museo Dostoevskij è stato inaugurato il 12 novembre 1971.

L'appartamento è scatola magica costituita da fonti d'archivio, fotografie e testimonianze.
Campeggiano ambientazioni, nel museo, basate sulla stesura delle sue opere, su scrivanie arredate di volumi e candele e di effetti personali (preziosi per un rimembranza autentica che essi favoriscono alla vita intima dello scrittore); ambientazioni basate sui viaggi in Europa di questi e poi pagine vetuste e affascinanti dei romanzi in diverse lingue, fotografie di amici.

Nello studio, alla parete risalta la riproduzione della "Vergine di San Sisto" di Raffaello, dipinto al quale Dostoevskij era legato, e che sosteneva, con ammirazione, fosse: "suprema espressione del genio umano".
L'atmosfera è in definitiva sacra, raccolta, l'esiguità dell'ambiente pare infatti sussurrare, ancora (e al contrario), la voce interminabile dello scrittore russo.

Infine, qui, nel sito ufficiale, potete raccogliere informazioni per visitare il Museo Dostoevskij, e seguire i suoi eventi: http://eng.md.spb.ru/

27 agosto 2015

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