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In Mongolia, al festival delle aquile

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In Mongolia, al festival delle aquile

  • – di Arianna Garavaglia
Il festival della aquile (ph Azonzo Travel)
Il festival della aquile (ph Azonzo Travel)

Un viaggio avventuroso, alla scoperta della parte occidentale della Mongolia, nella provincia di Bayan-Olgii, una delle zone più affascinanti del paese al confine con Russia, Cina e Kazakistan. Un viaggio in una natura straordinaria, in fuoristrada con notti in campi tendati alla scoperta di tradizioni locali. Sono diversi i tour operator che tra settembre e ottobre organizzano viaggi in questa zona in occasione del festival delle aquile, un'esibizione tradizionale che coinvolge i pastori kazaki che abitano queste terre in gare di abilità e destrezza insieme con i loro rapaci.

Si tratta di un viaggio impegnativo non adatto a tutti. Per partecipare servono curiosità e grande capacità di adattamento perché si dorme in gher (o yurte) attrezzate e più simili a case che a tende ma anche in campi mobili, con sacco a pelo pesante per affrontare le temperature della notte. Uno sforzo ripagato da un'esperienza unica.

Ulan Bator
I viaggi partono dalla capitale Ulan Bator. Oltre ai musei tappa fondamentale è il monastero di Gandan, il più grande monastero del paese costruito nell'Ottocento dove oggi risiedono 500 monaci. Il nome “Gandan” significa “luogo immenso della gioia completa”, ed è un centro religioso molto importante. Qui si trova anche una gigantesca statua di Buddha di 26 metri con inserti d'oro.

I monti Altai
Lasciata la capitale si vola nell'estremo ovest del paese alle pendici dei Monti Altai, nella cittadina di Olgiy dove si tiene il festival e dove si dorme nelle gher. Da qui si parte per un'escursione in fuoristrada tra le valle dei monti Altai, catena montuosa che attraversa Cina, Russia, Mongolia e Kazakistan punteggiata di laghi, ghiacciai, resti archeologici e cime di oltre 4mila metri. Qui si trova il Parco Nazionale di Altai Tavan Bogd, verso il confine con la Cina. Una delle mete più interessanti del parco è la valle glaciale del fiume Tsagaan, una delle aree più ricche di petroglifi al mondo. Qui si trovano renne, yak, leopardi, cavalli e scene di caccia scolpite nella roccia per un periodo che va dall'11.000 a.C. al 1.000 d.C.. Questi petroglifici sono tutelati dall'Unesco.
Altre tappe del parco sono le sue vallate con i laghi: Khoton Nuur, Khurgan Nuur, Dayan Nuur e Kar Nuur. Qui si trovano anche importanti resti archeologici: kurgan, enormi tumuli sepolcrali di pietre risalenti al periodo degli Unni, e balbal turchi, stele funerarie scolpite in forma di uomo.

E poi appuntamento con il festival delle aquile, che si tiene a 10 km da Olgy. Qui si incontrano decine di cacciatori provenienti dalle valli dei monti Altai. Il festival consiste in gare di abilità come la caccia con i rapaci e poi gare di tiro con l'arco, corse dei cavalli e corse dei cammelli. Tra le competizioni: una gara di abilità a cavallo dove il cavaliere al galoppo deve raccogliere in velocità un nastro di stoffa posto a terra. Il festival è un modo per conoscere questo popoli di pastori che a differenza del resto delle popolazione mongola parla kazako, è di religione musulmana e indossa vestiti e gioielli tradizionali.

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