Un film può durare due ore o tutta la vita. Non lo decide il produttore, non dipende dagli attori che ci recitano o dal regista che lo firma, figuriamoci dal distributore. Sta tutto alla capacità dell’opera di rimanerti attaccata addosso, una specie di magia, un flusso che – dal grande schermo bianco o dai piccoli schermi neri che non ci abbandonano più – si irradia sul pubblico, fino a costruire una comunità. Che in quella pellicola si riconosce e identifica, condividendone miti e riti.
Li chiamavano cult movie, materiale esplosivo da maneggiare con cautela (guai a parlarne male, per esempio) che oggi, nell’epoca dei social media, “esplode” per davvero: si moltiplicano, da un capo all’altro della Penisola, i raduni dei fan dei film di culto, abilissimi quando si tratta di rintracciare set, convocare cast o ciò che ne resta, allestire proiezioni evento. Un fenomeno che riguarda soprattutto la stagione della commedia all’italiana, magari non per forza i suoi capolavori ma di sicuro i film che sono riusciti a costruirsi intorno un “popolo”.
Tra le esperienze pilota c’è senza dubbio quella di Brescello, comune di poco più di 5mila anime in provincia di Reggio Emilia la cui fama è legata alla saga del Mondo piccolo di Giovannino Guareschi e, soprattutto, alle cinque versioni cinematografiche che, tra gli anni Cinquanta e i Sessanta, ebbero per protagonisti Fernandel e Gino Cervi. «A Brescello c’è sempre stato turismo legato a Don Camillo e Peppone – racconta Francesco Montani della Pro Loco cittadina – con visitatori italiani e francesi accomunati dalla passione per i libri di Guareschi e i film che ne sono stati tratti. Da quando esistono i social network, però, il fenomeno ha avuto un’accelerazione». Su Facebook non è difficile imbattersi nella pagina che annuncia, per sabato prossimo 15 settembre, la «Benedizione del fiume Po», (vera) processione religiosa con il crocefisso (originale) che parlava a Don Camillo, guidandone le scelte. Un appuntamento giunto alla quarta edizione, mentre a maggio da ormai tre anni rivive il Mondo piccolo, con giri sul set, proiezioni in piazza e addirittura attori che rimettono in scena sequenze culto. Un anno fa, per esempio, si è rivista la Sputnik, leggendaria campana senza batacchio “intitolata” al satellite sovietico che, in Don Camillo monsignore... ma non troppo (1961), cade in testa a Peppone. Altro ospite d’eccezione delle manifestazioni organizzate intorno al Museo di Peppone e Don Camillo, il carro armato che appare in Don Camillo e l’onorevole Peppone (1955). Ogni evento attrae qualcosa come 5mila appassionati.
Se il vostro eroe si chiama Fantozzi Ugo, l’appuntamento è per domenica 23 settembre a Desenzano, dove si disputerà la quinta edizione della Coppa Cobram del Garda, “classica” di ciclismo estremo organizzata dall’omonimo visconte-direttore, cui tutti i dipendenti dell’ufficio sinistri sono obbligati a partecipare in Fantozzi contro tutti (1980). Stavolta concorrere costa 60 euro, merende comprese, ma gli 800 posti a disposizione sono quasi tutti esauriti. «Non è una gara sportiva – sottolinea Mauro Bresciani, il “Biciclettaio Matto” che organizza la competizione –, ma un premio all’autoironia su due ruote. Vince la squadra che allestisce la rievocazione fantozziana più comica». O tragicomica, all’insegna cioè di una categoria con la quale adorava giocare Paolo Villaggio, ideatore del fortunato ragioniere. Fortunato solo dal punto di vista del successo cinematografico, ovviamente.
Tra i capitoli apparentemente minori della commedia all’italiana c’è Il ragazzo di campagna di Castellano e Pipolo (1984), con Renato Pozzetto nei panni di Artemio, un villico che tenta la fortuna in città. Da Borgo Tre Case, località di Carbonara al Ticino, in provincia di Pavia, a Milano. E a Borgo Tre Case, sabato 22 settembre, si svolge la seconda edizione della “scampagnata” sui luoghi del film. L’anno scorso, a girare per le location, c’era anche lo stesso Pozzetto. Quest’anno il sogno è l’incontro tra Artemio e Angela, la ragazza “diplomata” interpretata dall’americana Donna Osterbuhr. Si attendono 400 fan, riunitisi intorno alla pagina Facebook di Artemio e a un progetto di crowdfunding dove le possibilità di investimento per i fan andavano da 10 a 125 euro, a seconda dell’“esperienza” scelta. Tra tour sul set e cene contadine. Organizza Riccardo Minetti, startupper toscano di 39 anni con una grande passione per il cinema, lo stesso che per novembre, a Firenze, si appresta a organizzare la terza edizione di «Alluvionati dentro», raduno dei fan della saga di Amici miei, quella sì un classico della commedia all’italiana, concepita da Pietro Germi e portata avanti da Mario Monicelli e Nanni Loy. «A questi appuntamenti – racconta Minetti – c’è chi viene con la famiglia e chi con gli amici, tutti mossi dallo stesso sentimento: essere parte di una comunità che si riconosce in un pezzo d’immaginario collettivo». Pop, come la nostra commedia all’italiana.
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