Chi ha paura ad attraversare la Manica dopo l’esito di Brexit che si decide in questi giorni? C’è preoccupazione tra gli addetti ai lavori che si sono riuniti all’ITB a Berlino, appena concluso, un evento molto importante per l'industria del turismo mondiale.
Secondo alcune stime, le conseguenze del no deal potrebbero essere pesanti, sia per la Gran Bretagna, sia per gli altri Paesi della UE. «Brexit is a concern» (un problema) afferma Mark Okerstrom, chief executive della piattaforma di prenotazioni Expedia, che segnala come le prenotazioni di voli da e per la Gran Bretagna siano in calo a partire dal 29 marzo. Euromonitor ha quantificato la perdita in 5,3 miliardi di dollari tra il 2019-2025 nella spesa totale in viaggi.
Il Paese che potrebbe risentirne maggiormente è la Spagna, destinazione più popolare per gli inglesi (sono stati il 21,4% degli arrivi totali nel 2018) in un business, quello del turismo, che rappresenta il 12% del Pil. Il governo madrileno, per arginare la perdita, ha appena confermato un “benefit”, che sparirebbe nel caso di hard Brexit, approvando un decreto che continuerà a garantire ai residenti e turisti britannici l'accesso all'assistenza sanitaria, anche se per un periodo limitato.
Più attendista la previsione di Christoph Debus, Chief Airlines Officer del tour operator inglese Thomas Cook: «Non stiamo assistendo a un vero e proprio crollo delle prenotazioni ma è vero che le famiglie si stanno prendendo più tempo per decidere mete e investimenti per le vacanze».
Le strategie dei tour operator
Caroline Bremner, di Euromonitor, registra come i tour operator, per far fronte alla crisi, stiano cercando di incentivare
le prenotazioni anticipate con diverse modalità: tariffe flessibili, posti gratuiti per bambini, mentre alcune destinazioni,
come la Grecia, puntano su offerte low cost ad hoc per attrarre i turisti inglesi.
I timori si diffondono anche tra i gestori degli esercizi commerciali (un settore che impiega 2,9 milioni di persone e genera un business 130 miliardi di sterline l’anno): «Gli europei potrebbero decidere questa estate di scegliere altre mete all’interno della Ue. E il governo dovrebbe fare di più per migliorare la nostra reputazione tra i visitatori europei, che sono il nostro più grande mercato» ha dichiarato Kate Nicholls di Hospitality UK, l’associazione inglese degli operatori nel settore dell’ospitalità. Nell’attesa di sviluppi, Turchia e Tunisia, ne approfittano, e di certo dovremmo farlo anche noi.
Da ricordare
I cittadini dell'UE potranno continuare a viaggiare solo con carta d'identità fino al 2021 anche in caso di mancato accordo.
(Per info aggiornate visitate la guida).
Ente del turismo: Brexit e la grande incertezza
Anche se si assiste una diminuzione delle prenotazioni e un calo di fiducia dei turisti dopo il 29 marzo l’Ente del Turismo prevede che le entrate nel settore siano comunque superiori allo scorso anno, anche grazie ai visitatori non UE e alla debolezza
della sterlina. Nella nota però viene spiegato come la previsione potrebbe essere rivista al ribasso nei prossimi mesi.
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