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Il racconto: come sono sopravvissuto un anno da camperista fulltimer

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DIARIO DI VITA VISSUTA

Il racconto: come sono sopravvissuto un anno da camperista fulltimer

Caffè
Caffè

Sono reduce da un anno in camper (reduce nell'accezione bellica: a volte è una battaglia). Dal novembre 2017 al novembre 2018 ho vissuto su un Hymer del '92, importato dalla Germania e iscritto al Rivars, il registro dei veicoli storici per uso abitativo e ricreazionale che farebbe risalire il primo camper a una “carruca dormitoria” del I secolo d. C., scolpita su un bassorilievo romano a Maria Zell, Austria. Carruca a parte, i forestierismi rendono tutto più figo e la parola fulltimer riferita al mondo dei camper non fa eccezione. Immagini di rasta biondi tra il Westfalia e la tavola da surf sono il corredo di questo termine che indica chi sceglie di vivere in camper. Ma la realtà è il vigile che bussa alla mattina per intimare di andarsene. Blog, pagine e gruppi Facebook sono piene di persone che hanno fatto o vorrebbero fare il salto verso l'ignoto lasciando casa in affitto, bollette e vita stanziale. Almeno per un po'.

Tanta sotto il cielo la voglia di sapere: qual è il tipo di camper più adatto? La sosta libera è consentita? Come assicurarsi l'autosufficienza energetica e continuare a vedere in tivù la serie preferita, usare il computer e asciugarsi i capelli? Si può portare il cane?

Di che cosa campare mentre si fa camping full time
Tutte le domande si riducono a una sola: di cosa campi mentre campeggi? La questione è marxianamente primaria. I fulltimer si dividono in tecnologici e artigianali. Nel mio caso il lavoro con il computer portatile e la possibilità di usare Internet collegandomi al telefono come hotspot mi hanno permesso di affrontare questa scelta senza troppi problemi. Per il resto c'è chi fa l'artista di strada (mangiafuoco, giocoliere...), chi è o diventa artigiano e vende online o “fa i mercatini”, chi campa di lavoretti stagionali, compreso il saisonnier itinerante nelle vigne in Francia. C'è anche chi fa lavori “normali”. Ho avuto per “vicino” un padre separato che lavora in una società di catering a Varese e ha rinunciato alla casa per scelta. Non consideriamo veri fulltimer la coppia di pensionati di Hannover che ha un motorhome da centomila euro e sverna in Marocco.

L’igiene quotidiana con 12 volt
Anche se lavoravo per qualche ora al caffè o in una lavanderia a gettone (ovunque fosse una presa), per il resto scrivevo in camper. Ho dovuto comprare un portatile con una buona batteria e un alimentatore per collegarmi alla rete 12 volt. Tutto in camper funziona a 12 volt. Con un inverter è possibile avere corrente normale a 220 volt, ma consuma. Meglio averlo, ma usarlo poco. Per esempio per asciugarsi i capelli, se non basta la stufa. Esistono phon a 12 volt, ma non sono potenti.

Fondamentali un paio di pannelli solari collegati ad altrettante “batterie di servizio” per accumulare la corrente. Il problema energetico si presenta soprattutto d'inverno quando c'è poco sole. Puoi andare in un'area camper (o persino campeggio!) e collegarti per pochi euro alla colonnina della 220 volt.

Bisogni primari
Mentre guardi scendere le “acque reflue” ti rendi conto di quanto non solo consuma ma anche produce un essere umano. Il fulltimer vorrebbe fare solo sosta libera, ma una volta alla settimana bisogna svuotare la tanica dell'acqua grigia e quella dell'acqua nera: dove si depositano gli scarichi dei lavandini e della toilette. Lo puoi fare anche in autostrada: alcuni autogrill hanno le apposite griglie, nella zona del parcheggio dei tir. Devi naturalmente avere un wc nautico con serbatoio capiente: quelli a cassetta da pochi litri, per non parlare del wc chimico, richiedono continui svuotamenti. Da questo punto di vista un piccolo furgone camperizzato, il Westfalia e simili, è penalizzante.

Ho incontrato una coppia di ventenni austriaci in viaggio con un Westfalia che ha il doppio dei loro anni e senza bagno a bordo. I bisogni in mezzo alla natura o al bar. Il romanticismo ci guadagna, la praticità no.

Il propano ti dà una mano ma finisce presto
La stufa, la cucina, il boiler e il frigo del fulltimer vanno a gpl, gas propano liquido. Insostenibili soluzioni diverse, anche se sono diffuse tra chi frequenta i campeggi. Il frigo deve essere trivalente: a gas, 12 volt e 220 volt a seconda della situazione. Il gas arriva dalle bombole. Meglio averne una sempre di scorta perché finisce sempre al momento sbagliato, tipo sabato sera con meno sette fuori e tutto chiuso. Si può comprare a 99 euro il W8 System, uno strumento, inventato dal camperista Luigi Zilli: consente via telefono di conoscere il livello di gpl della bombola. Il bombolone è invece sui trenta litri. Ogni dieci anni, come il serbatoio delle macchine a gas, va sostituito per passare la revisione: sono costi, ma si ammortizzano. Una bombola da dieci litri costa sui trenta euro – tre euro al litro! - e in zone turistiche di più. Il bombolone si ricarica al distributore: 0,7 euro al litro. Risparmi due euro e passa a litro. D'inverno arrivi a far fuori due bombole a settimana e il conto è presto fatto. Qui sorge una diatriba: alcuni distributori in Italia rifiutano il rifornimento ai camper, sostenendo che possono vendere il gpl “solo per autotrazione”. Bisogna mostrare il libretto e ricordare che il serbatoio di gpl del camper è equiparato a quello per autotrazione e omologato. Non sempre funziona.

Il parcheggio, le multe e i ricorsi
Alcuni vigili multano il camper parcheggiato perché occupa più “stalli” cioè spazi. Il camper è equiparato a qualsiasi altro veicolo e non può essere soggetto a restrizioni ad hoc. Se occupa più posti non è colpa mia a meno che il parcheggio non sia provvisto di stalli appositi. Se posso circolare devo poter parcheggiare. In caso di multa, ricorrere al giudice di pace o al prefetto. Il prefetto è gratis, ma più severo. Il Coordinamento camperisti fornisce consulenza ed è in prima linea sulle battaglie legali del settore.

La sosta è libera in Italia?
Tema spinoso ma essenziale. Dopo anni di conflitti la normativa si è chiarita a favore dei camperisti con una sentenza della Cassazione e l'art. 185 del codice stradale. Se il camper è in assetto di viaggio - niente cunei sotto le ruote, veranda aperta, gradino abbassato - nessuno può farmi spostare, che resti un giorno o un anno. In caso contrario si configura il campeggio indipendentemente dalla durata della sosta. Il campeggio naturalmente non è mai libero, salvo alcune eccezioni segnalate. Ci possono essere normative comunali che vietano di vivere in “abitazioni precarie”, ma sono sempre incostituzionali, tantopiù se applicate ai camperisti. Ovviamente appena le persone che abitano in zona si rendono conto che non sei un turista di passaggio chiamano vigili e polizia. Si sente bussare la mattina. Bisogna armarsi di pazienza e appellarsi all'art. 185. Nel mio caso la situazione era aggravata dal fatto che era stata arrestata una coppia di ladri bulgari in camper proprio nello stesso periodo in cui ci vivevo.

Dormire in piano
Nemmeno la pianura è perfettamente in piano e dormire in pendenza risulta scomodo. Bisogna quindi controllare con una livella – o app del telefono – che il camper non sia inclinato e in caso contrario spostarsi un po'. Bisogna evitare i cunei, ma non è facile. I camper di ultima generazione sono autolivellanti, ma costano quasi come una casa in montagna o al mare. Anche per cucinare meglio essere in piano: il risotto in salita non viene bene. Neanche in discesa.

Il freddo non è un grosso problema, il caldo sì
Tutti hanno paura del freddo ma è più problematico il caldo. Ci si può rinfrescare con ventilatori a 12 volt e ventole-oblò da soffitto come la mitica Turbovent, molto efficace anche per cambiare l'aria velocemente se bruciate qualcosa sul fornello. Si può montare l'aria condizionata, ma se non sei attaccato alla corrente esterna ti butta giù le batterie. Per reggerla qualche ora al giorno, oltre ai pannelli bisognerebbe avere anche un “Efoy Comfort”. Si tratta di un generatore prodotto a Brunnthal, Monaco. Ecologico e potente, funziona a metanolo e ha un ingombro ridotto. Meno tecnologico ma fondamentale l'isolamento. Puoi raffreddare fin che vuoi ma se non copri finestre e parabrezza con un tessuto termico...Vale anche per il freddo. La differenza tra l'estate e l'inverno è che la stufa va a gas. La soluzione migliore per il fulltimer è il riscaldamento con Truma. Il Webasto invece è più problematico (consuma anche un po' di luce).

Motorhome, Westfalia, Wingamm, quale modello?
Si discute molto su quale sia il camper ideale per il fulltimer. Io stavo su un motorhome Hymer. Il motorhome – qualcuno nei gruppi Facebook storpia nomadicamente in “motorom” - è la tipologia più spaziosa. Ciò detto: quando sono andato a vivere in camper temevo la claustrofobia di coppia aggravata dagli spazi ridotti. Invece non ne ho sofferto grazie anche alla possibilità di uscire in un attimo e di avere il mondo davanti alla porta: “la casa è piccola ma il giardino è grande”. Vale per tutti i camper. Il “mansardato” è la tipologia più diffusa, anche se in calo, perché meno aerodinamico. Ha il letto matrimoniale “in mansarda”, lo spazio sopra la cabina di guida. Scomodo per farci un pisolino di pomeriggio o alzarsi di notte. Più caldo d'estate e freddo d'inverno. Può avere anche un matrimoniale o un letto a castello fisso dietro. Adatto per famiglie con bambini (altra tipologia in calo e tra i fulltimer rara). Esistono mansardati storici di culto come il “Laika Ecovip” o il romantico “Puma 600” su furgone Volkswagen.

Il sogno del Westfalia (per i più giovani)
Molte giovani coppie sognano il Westfalia . L'azienda tedesca – acquistata dai francesi della Rapido – è nota soprattutto per avere camperizzato varie generazioni di Transporter Volkswagen: T1, T2 e così via fino all'attuale T6. Online si trovano Westfalia anni '80 e primi '90 a prezzi accessibili: dai cinque ai quindicimila euro, in particolare T3. A parte qualche allestimento specifico, tipo “Sven Hedin”, hanno dei limiti: bombola gpl piccola, bagno minuscolo se c'è, letto due piazze che si ricava abbattendo il sedile posteriore tipo divano letto. Altra cosa dormire sul matrimoniale posteriore fisso. Esistono anche furgoni camperizzati grandi e comodi: sono meno spaziosi dei camper classici, ma vanno più forte, hanno più tenuta di strada e soprattutto non sono soggetti a infiltrazioni. Al contrario la cellula in vetroresina dei camper classici è soggetta all'incubo dell’acqua che filtra dall'esterno. Prima di comprare un camper usato meglio sottoporlo alla prova igrometrica. Se ti rivolgi a un concessionario hai la garanzia a meno che non firmi contratti genere “visto e piaciuto”, e anche se qualche rivenditore ci prova a fare il furbo. Un camper molto apprezzato e mitico è il Wingamm: il primo “monoscocca” della storia (1983) non soffre di questo problema ed è meglio coibentato. Anche gli allestimenti sono di livello superiore e la famiglia produttrice dei Wingamm, i Turri, sempre la stessa dal '77. Soprattutto se hanno qualche anno, i camper sono soggetti a rotture e richiedono manutenzione continua, come la barca. Meglio comprare modelli sinonimo di qualità, in particolare sull'usato.

Fulltimer e bricoleur
Il fulltimer si deve trasformare in elettricista, idraulico, meccanico... In un anno ci si è rotta la pompa dell'acqua e l'acceleratore. Tutt'e due cambiati da soli. Le officine specializzate non sono tante e in alta stagione sempre piene. Se trovare un usato in vendita potete sottoporre l'inserzione a gruppi Facebook come “Camperisti italiani” e “Camperisti squattrinati”.

Vivere in camper con un cane
In camper si sentono i commenti della gente che passa e guarda. Ma il camper si adatta bene ai quattrozampe. Più di un appartamento. Gli apri la porta ed è fuori. D'estate meglio non lasciarlo da solo dentro, ma nel caso si possono lasciare le finestre un po' aperte e una ciotola d'acqua. Nel '60 il futuro premio Nobel John Steinbeck è partito da New York e si è fatto il coast to coast andata e ritorno con il suo barboncino e ci ha scritto un libro intitolato “Viaggi con Charley. Alla ricerca dell'America”. Il camper, con cellula montata su pick-up Ford, soprannominato “Ronzinante”, come lo scalcinato cavallo di Don Chisciotte, è stato ritrovato, restaurato da Gene Cochetti, un carrozziere italo-americano, e donato allo Steinbeck National Center di Salinas, California. Come per il burbero autore di “Furore”, la presenza di un cane può aiutare a rompere il ghiaccio con il prossimo. Il fulltimer scopre suo malgrado la persistenza dell'atavico conflitto tra nomadi e stanziali.

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