Gli italiani che prediligono case ed appartamenti per le proprie vacanze sono in netta crescita e costituiscono, numeri alla mano, un vero e proprio esercito. Coloro che fra i 18 e i 65 anni hanno fatto almeno una vacanza lunga (superiore a quattro giorni) lontano da hotel o alberghi tra marzo 2017 e marzo 2019 sono aumentati del 12% rispetto al biennio 2016-2018, arrivando a un totale di 32,8 milioni. La fotografia che ha scattato il secondo Barometro realizzato da Homeaway (marchio del gruppo Expedia con un catalogo di circa due milioni di case vacanza in 190 Paesi) e il centro studi Ciset (Centro Internazionale di Studi sull'Economia Turistica) dell'Università Cà Foscari di Venezia parla dunque chiaro e rafforza il concetto secondo cui poter disporre di un alloggio su misura e con spazi adeguati sia ormai una prerogativa per molti.
Si sceglie l’appartmento anche per il week end
Anche per il classico week end. Nel 2018, si legge ancora fra i dati del Barometro, la casa vacanza è stata la soluzione scelta
dal 51% dei viaggiatori del fine settimana fuori porta, e quindi 17,3 milioni di italiani (erano il 46% nel 2017).
Dove e come si prenota
Nella fase di scelta della vacanza, la ricerca conferma come le piattaforme online specializzate in affitti turistici siano
il principale canale di informazione e prenotazione (nel 37% dei casi), seguito dalle cosiddette Ota (Online travel agency)
e dai portali delle destinazioni turistiche, che registrano rispettivamente il 32% e il 30% delle preferenze. Il passaparola
tradizionale è invece la prima fonte di informazioni per il 29% degli intervistati (un panel di 60mila persone rappresentative
della popolazione italiana) mentre il 13% è un “repeater”, un frequentatore ripetitivo dello stesso alloggio.
Chiudono il cerchio le agenzie di viaggio tradizionali (8%) e le agenzie immobiliari (7%). Fra le caratteristiche prese in considerazione in fase di valutazione dell'alloggio le voci prioritarie sono invece la posizione e il prezzo, seguite dall'ambiente e i dintorni della casa, le recensioni su Internet e il contatto diretto con i proprietari e i gestori delle case. Gualberto Scaletta, Country Manager di HomeAway per l'Italia, ha interpretato i dati dello studio evidenziando in particolare un paio di aspetti: “Oggi è strategico ascoltare più attentamente i bisogni dei viaggiatori, anticipandone le esigenze, mentre i proprietari di seconde case hanno i requisiti per intercettare un'ampia fetta dei viaggiatori che prenotano online, offrendo loro la certezza della prenotazione attraverso una piattaforma dedicata”.
Il digitale come strumento di engagement
Per fare questo, HomeAway sta sperimentando da tempo nuove soluzioni grazie al digitale, e una di queste è la possibilità
di visitare virtualmente gli alloggi disponibili prima di prenotarli.
Lanciato da qualche mese negli Stati Uniti e in procinto di sbarcare in Europa e in Italia entro la fine di quest'anno, il servizio di “Virtual Tour” altro non è che una tecnologia, sviluppata laboratori di Austin di HomeAway (oggi Vrbo) in grado di aggiungere informazioni in forma di “pop up” al video della casa vacanza disponibile sul portale. “Si tratta di un'opzione – precisa Scaletta – pensata per attirare l'attenzione del viaggiatore in fase di ricerca, partendo dal presupposto che è mediamente di soli otto secondi il tempo impiegato per cliccare o meno su una proposta. I test effettuati fino a oggi fra gli Usa e Londra ci confermano che grazie a questo strumento, aumenta sensibilmente il tasso di conversione delle visite in acquisti”. E più è elevata la qualità del contenuto prodotto dal proprietario e caricato dallo stesso sulla piattaforma di HomeAway tramite apposita dashboard, più aumenta la probabilità che la proposta sia oggetto di valutazione.
Un grafico per mappare la concorrenza
Un secondo strumento innovativo che supporta i proprietari di case nella gestione della strategia di affitto si chiama MarketMaker. “Chi non ha a disposizione risorse e competenze adeguate, come avviene nel caso dei property manager, ha sempre più spesso
la necessità di essere aiutato per definire prezzi e regole di soggiorno”, spiega Scaletta. Appositi tool software attingono
quindi alla base dati di tutto il gruppo Expedia (comprendendo quindi anche gli hotel), analizzano in modo statistico i flussi
di domanda rispetto all'area geografica di riferimento e visualizzano infine un grafico mettendo in evidenza prezzi medi,
disponibilità e altri parametri delle altre strutture disponibili. “Il sistema – conclude il manager HomeAway - si ispira
a principi di data democracy e lascia al proprietario il compito di definire l'offerta, aiutandolo a creare annunci di qualità
e in grado di rispondere al meglio all'esperienza utente”.
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