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TOP - Teatri Off Padova

Il teatro racconta i territori, con l’aiuto dell’intelligenza artificiale

Una chiesetta del dodicesimo secolo nel mezzo di una zona industriale, tra binari e parcheggi per i tir. Può nascere da qui l’innovazione nel mondo teatrale, da una compagnia abituata a raccontare i territori e con un occhio attento alle nuove tecnologie, e che ha ricavato la sua sede tra le pareti di mattoni di San Clemente, testimone solitaria di un’antica civiltà rurale mentre attorno sono sorti i capannoni della ZIP, zona industriale di Padova.

Si tratta di TOP - Teatri Off Padova, cooperativa e impresa sociale capofila del progetto NNeT - Nuove Narrazioni e Territorio, finanziato dall'Unione europea - Next Generation EU nell’ambito dei bandi a cascata iNEST Spoke 6 (tourism, culture and creative industries - Triveneto e Mezzogiorno), guidato dall’Università Ca’ Foscari di Venezia. Il progetto, in cui TOP è affiancata dal partner FABLAB Castelfranco Veneto, ha l'ambizioso obiettivo di validare un modello per riscrivere il modo in cui raccontiamo e viviamo il patrimonio culturale e paesaggistico. Per farlo, attori ed esperti informatici hanno lavorato fianco a fianco per cercare modalità innovative di interazione e integrazione tra arte performativa, strumenti digitali avanzati e partecipazione delle comunità, per trasformare un territorio in un palcoscenico dove arte, cultura, storia e tecnologia si intrecciano grazie a narrazioni site-specific, originali e partecipate.

«Una delle nostre specificità è il “teatro fuori dal teatro”, nelle aziende e soprattutto nei luoghi della cultura e nel territorio – racconta Loris Contarini, attore e presidente di TOP Teatri Off Padova –. Quindi abbiamo pensato di cercare di dare struttura a questo nostro modo di raccogliere informazioni e storie per poi restituirle in forma teatrale. Il cuore del progetto è proprio questo: cercare un modo nuovo di raccogliere storie per poi poterle restituire teatralmente».

Gianni Bozza, attore di TOP e referente del progetto NNeT, entra nel merito dello strumento informatico messo a punto dalla compagnia. «Abbiamo immaginato di creare una struttura con molti “cassetti”, ciascuno dei quali contiene caratteristiche del territorio che stiamo indagando: può essere una caratteristica fisica, climatica, culturale, storica oppure economica. Nel farlo ci viene in aiuto l’intelligenza artificiale, che ci consente di ricavare dati su un territorio senza dover fare una ricerca sul campo».

L’obiettivo è raccogliere informazioni sui luoghi e sulle comunità locali, con la creazione di uno strumento di raccolta dati utilizzabile come strumento partecipato dalle comunità coinvolte in progetti specifici. I dati raccolti vanno a formare un archivio digitale, un database integrato da materiali inseriti dai professionisti di TOP, che si occupano anche di valutare criticamente quanto raccolto dall’IA.

L’archivio è collegato a un secondo strumento messo a punto nell’ambito del progetto: si tratta di “IAmleto”, in cui l’intelligenza artificiale entra in gioco nella drammaturgia, e il testo teatrale diventa frutto di una scrittura collettiva. «IAmleto è un compagno di strada che si cimenta insieme a noi nella co-scrittura, e che stiamo sperimentando per un primo lavoro che andrà in scena al Museo del Termalismo di Montegrotto Terme» spiega Contarini.

In questo laboratorio di “digital humanities” si testano potenzialità e difficoltà nell’interazione tra intelligenze umane e artificiali: «È stato un lavoro abbastanza lungo, perché riuscire a scrivere a più mani utilizzando l'intelligenza artificiale non è facile – racconta Bozza –. È uno strumento che sta crescendo insieme a noi, con un processo di reciproco apprendimento».

Gli strumenti testati nell’ambito del progetto «consentiranno di creare storie insieme a una collettività – aggiunge Contarini –, che si tratti del tessuto sociale di un luogo, degli archeologi che fanno ricerca in un museo, degli imprenditori o dei dipendenti di un’impresa o di una pubblica amministrazione».

Artisti, cittadini,visitatori e turisti diventano così protagonisti di un processo che mescola drammaturgia, scenografia, teatro digitale e performance interattive. Già, perché la tecnologia è già da tempo nella cassetta degli attrezzi che TOP utilizza per mettere in scena storie intrecciando grafica generativa, video mapping, paesaggi sonori e tecnologie indossabili dall’attore/performer. La scena diventa così uno spazio interattivo in continua evoluzione, generando un'esperienza coinvolgente e originale per il pubblico.

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