
La mobilità sostenibile sul mare nasce da una mappatura partecipata (e digitale)
Migliorare il trasporto pubblico sfruttando la mobilità sostenibile via terra e attraverso le vie d’acqua sul mare, trasformando questo nuovo modello in un volano per riprogettare le aree urbane che si affacciano sulla costa: è l’obiettivo del progetto MERCIE, che ha sviluppato una metodologia che unisce in modo virtuoso il digitale e l’umano, chiamata Collaborative Spatial Decision Support System (CSDSS). Da un lato infatti si mette in campo un digital twin del territorio, dall’altro questo strumento diventa stimolo per far partecipare i cittadini alla co-progettazione del futuro del territorio che abitano, attraverso un processo partecipativo.
A guidare questo percorso è l’Università di Napoli Federico II, capofila del progetto Modelli Eco-sostenibili per Rigenerazioni urbane Collaborative Integrate e inclusive del sistema terra-marE (MERCIE) in partnership con la società Digimat Spa e con la consulenza di CETMA. Il progetto, realizzato grazie a fondi dell’Unione Europea, è vincitore del bando a cascata promosso dall'ecosistema dell'innovazione iNEST, nell’ambito delle attività dello Spoke 8 – Maritime, marine and inland water technologies: towards the Digital Twin of the Upper Adriatic, guidato dall’Università di Trieste.
«Il caso studio che abbiamo preso in considerazione è il territorio dei Campi Flegrei in provincia di Napoli, e in particolare il comune di Bacoli» spiegano Anna Attademo e Marica Castigliano, ricercatrici in Urbanistica presso il Dipartimento di Architettura della Federico II, che coordinano il progetto MERCIE sotto la responsabilità scientifica del professor Michelangelo Russo. «Abbiamo lavorato alla pianificazione dell’interfaccia terra-mare, creando un prototipo digitale del territorio, dando vita a una piattaforma per prendere decisioni in modo partecipato. Lo strumento del digital twin infatti è utilizzato per coinvolgere i cittadini nella progettazione, attraverso una metodologia living lab».
Uno dei punti di applicazione concreta parte dalla politica stagionale di Regione Campania e Comune di Bacoli che implementa le vie d’acqua, dando impulso a nuove linee di traghetti: è la cosiddetta “metro del mare”, per collegare diversi punti all’interno del territorio comunale con le isole e con la città di Napoli, ma che in un’ottica di mobilità sostenibile potrebbe ulteriormente essere utilizzato come trasporto pubblico locale via acqua.
«Uno degli obiettivi emersi nel lavoro con istituzioni e cittadini è progettare i nuovi approdi della “metro del mare” in modo da valorizzare anche lo spazio pubblico che generano – spiegano le ricercatrici –. Le nuove banchine di approdo lungo la costa infatti andrebbero a connettersi con le stazioni della ferrovia regionale, che ora sono sfruttate soprattutto dai pendolari e che potrebbero essere più utilizzate dai turisti, con sentieri e aree pedonali, anche in connessione con i siti archeologici del Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Queste nuove connessioni devono essere progettate come spazi di qualità, evitando di avere dei manufatti meramente ingegneristici».
Qui interviene il digital twin, una specie di “palestra” di progettazione in cui i cittadini possono e devono cimentarsi, in un’ottica di citizen science. Progettando e “valutando” parcheggi, piazze, alberature, negli spazi stretti che il territorio di Bacoli, ricco di rilievi e fortemente urbanizzato, concede. Un territorio tanto bello quanto fragile, interessato dal fenomeno del bradisismo. Un rischio che può diventare un’opportunità: «I piani di emergenza legati al rischio sismico prevedono aree di attesa e aree di incontro dove la popolazione si deve radunare in caso di evacuazione – spiegano le ricercatrici –. Questi ampi luoghi aperti sono tipicamente spazi residuali, funzionali solo all’emergenza e che rimangono vuoti durante gran parte dell’anno. Nella nostra visione, invece, possono prestarsi ad altri usi anche transitori, per esempio parcheggi di interscambio o aree di mercato».
Il team del Dipartimento di Architettura dell’Università Federico II vede impegnati, oltre ai già citati responsabile scientifico Michelangelo Russo e alle ricercatrici Anna Attademo e Marica Castigliano, anche Libera Amenta, Mariangela Bellomo, Gilda Berruti, Marilisa Botte, Greta Caliendo, Chiara Castellano, Maria Cerreta, Giuseppe Ciciriello, Maria Fabrizia Clemente, Enrico Formato, Rosaria Iodice, Anna Limmatola, Benedetta Pastena, Sara Piccirillo, Maria Federica Palestino, Giuliano Poli, Francesco Stefano Sammarco, Alessandro Sgobbo, Maria Simioli, Maria Laura Somma e Bruna Vendemmia. Il coordinatore di progetto per il partner Digimat Spa è Paolo Bitonto, mentre Antonio Luparelli è il referente per il CETMA - Centro di ricerca e trasferimento tecnologico, consulente del progetto.