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NutriAmo

Dagli scarti di olive e cipolle le molecole bioattive che fanno bene alla salute

Economia circolare, innovazione tecnologica e benessere sociale fanno squadra nel progetto NutriAmo, coordinato da Linfa Scarl con i partner Cosvitec Scarl e Santa Rita Srl e finanziato dall’Unione Europea attraverso un bando a cascata dell’ecosistema dell’innovazione iNEST, nell’ambito dello Spoke 7 – Smart AgriFood, coordinato dall’Università di Verona.

L’idea alla base del progetto è semplice ma potente: trasformare i sottoprodotti delle filiere agroalimentari in risorsa, recuperando molecole bioattive – come polifenoli, flavonoidi e carotenoidi – per produrre alimenti funzionali e nutraceutici capaci di offrire benefici alla salute, oltre alla nutrizione di base.
NutriAmo ha messo radici in un terreno già fertile, visto che il consorzio Linfa è nato proprio, su impulso di un bando del Ministero dell’Università e della Ricerca, con l’obiettivo di aggregare attori pubblici e privati per trasformare la ricerca scientifica in applicazioni pronte per il mercato.
«In un’ottica di economia circolare, abbiamo studiato alcune molecole bioattive provenienti da scarti dell’industria agroalimentare per verificarne l’effetto sull’uomo e realizzare alcuni prototipi di nuovi prodotti» spiega Francesca Luisa Fedele, tecnologa alimentare del consorzio Linfa. Gli scarti sono i sottoprodotti di Santa Rita, azienda calabrese di Vibo Valentia specializzata nella trasformazione di olive e ortaggi, confezionando conserve e sottoli. Gli scarti di cipolle, olive, olio, pomodori e altro vengono pretrattati e poi sottoposti a un processo di estrazione privo di solventi. «Grazie al metodo naturale scelto, questi estratti sono risultati ricchi di composti bioattivi, con effetti positivi sulla salute, ad esempio come anti-ossidanti – prosegue Francesca Luisa Fedele –. Una volta stabilizzate, trasformate quindi da estratti liquidi a una polvere stabile, queste sostanze possono essere trasformate in diversi prodotti».

NutriAmoIl primo prodotto realizzato grazie al progetto NutriAmo è un integratore nutraceutico a base di idrossitirosolo, una molecola molto presente nelle olive. Viene quindi prodotta una capsula in grado di ridurre lo stress ossidativo. Allo stesso tempo, l’estratto può essere aggiunto a un alimento: una salsa di olive prodotta dall’azienda partner può essere addizionata con l’antiossidante, andando a ottenere un patè di olive “fortificato”. Patè e capsule sono in fase di studio da parte del Ministero della Salute che deve validarne gli effetti positivi sulla salute: l’obiettivo di consorzio e azienda è la loro messa sul mercato nel 2026.

«Il settore agroalimentare a livello globale ha una tendenza di crescita pari all’1% all’anno, ma al suo interno il comparto dei prodotti dietetici, che comprende alimenti addizionati di vitamine, proteine o altre sostanze, ha una crescita molto più alta, attorno al 12%» analizza Andrea Sicari, CEO di Santa Rita e responsabile tecnico di Linfa Scarl. «L’obiettivo è creare una linea di prodotti nutraceutici, interloquendo con diversi marchi con cui Santa Rita già lavora».

Intanto, sulla spinta del progetto NutriAmo, si procede su un’altra linea, quella del riutilizzo dei sottoprodotti della cipolla, le cui foglie più esterne sono ricche di quercetina. «Oltre alla creazione di nuovi prodotti, pubblicheremo sul sito del consorzio, grazie al partner Cosvitec Scarl, una banca dati sulle tecniche per ottenere gli estratti» spiega Francesca Luisa Fedele.

Una volta ricavate le sostanze benefiche per la salute, rimangono gli scarti della lavorazione, materiali inerti che vanno smaltiti. Un altro obiettivo a cui i partner del progetto stanno lavorando è la loro lavorazione per trasformarli in ammendanti, cioè fertilizzanti naturali da utilizzare in agricoltura. L’ultimo atto per rendere davvero circolare questo pezzo di economia agricola.

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