
Silver in Alps: neuroscienze e comunità per combattere la solitudine in montagna
Parlare al telefono può essere una cura per migliorare le funzioni cognitive e scacciare la solitudine. Lo hanno sperimentato la cooperativa sociale Cramars di Tolmezzo e la startup innovativa Optimens, che hanno portato nelle valli friulane un programma di intervento sociale che unisce neuroscienze e relazioni di prossimità. Un esempio virtuoso di innovazione sociale nata in montagna.
Nelle valli friulane, dove l’invecchiamento della popolazione è più rapido che altrove e la solitudine pesa come il silenzio delle montagne, c’è chi ha deciso di unire scienza e comunità per restituire agli anziani una vita più attiva e serena. Si chiama Silver in Alps il progetto che nasce dall’incontro tra la cooperativa sociale Cramars di Tolmezzo e la startup innovativa Optimens di Trieste, con l’obiettivo di promuovere la longevità cognitiva e il benessere emotivo degli over 70 che vivono in Carnia. A renderlo possibile, fondi dell’Unione Europea tramite un bando a cascata promosso dall'ecosistema dell'innovazione iNEST, nell’ambito delle attività dello Spoke 1 – Ecosystems for Mountain Innovations, coordinato dalla Libera Università di Bolzano.
Il progetto coinvolge oggi circa 70 anziani in nove comuni della Carnia. Otto operatrici, formate e seguite da una psicologa, effettuano un ciclo di 12 telefonate – di cui due di test e 10 di training – con una frequenza di una chiamata a settimana per ciascun partecipante. Ogni chiamata segue una struttura precisa: una prima parte di dialogo e ascolto, durante la quale vengono somministrati questionari per indagare lo stile di vita e raccogliere informazioni sugli indici di invecchiamento attivo (basati sui quattro pilastri del benessere fisico, alimentare, sociale e cognitivo) e sulla riserva cognitiva; poi esercizi di memoria, attenzione, fluenza verbale e funzioni esecutive guidati dalla piattaforma digitale Calliope; infine, un momento di feedback. Il primo e l’ultimo incontro sono invece dedicati ai test di valutazione, che consentono di ottenere indicatori di efficacia del training. L’intero percorso permette di “misurare, monitorare e allenare” - come recita lo slogan di Optimens - dove la misurazione avviene attraverso i test, l’allenamento durante le sessioni di training e il monitoraggio durante l’intero progetto.
Silver in Alps incrocia percorsi e professionalità diversi e complementari. Cramars, nata come ente di formazione, da anni sperimenta forme di innovazione sociale nelle aree interne del Friuli. «Siamo diventati una piccola agenzia di innovazione che lavora insieme alle comunità – racconta Stefania Marcoccio, presidente della cooperativa –. Con Optimens abbiamo incrociato i nostri mondi: loro portano la scienza e la tecnologia, noi la relazione e il radicamento territoriale».
Neuroscienziate cognitive, neuropsicologhe e sviluppatori digitali sono le professionalità in forze a Optimens, startup innovativa e società benefit fondata nel 2021 per tradurre le conoscenze scientifiche in strumenti semplici e accessibili. «Per noi il digitale è un mezzo, non un fine – spiega la CEO Olga Puccioni –. Il nostro approccio è human centered: portiamo allenamento cognitivo scientifico attraverso un ponte tecnologico, il telefono, e un ponte umano, le operatrici che parlano il dialetto e conoscono il territorio».
L’obiettivo del progetto è di provare, attraverso dati scientifici, che un’attività costante di allenamento cognitivo migliora la qualità della vita della popolazione anziana. Con questi risultati in mano i decisori pubblici potrebbero così inserire questa attività nella programmazione sociale del territorio, destinandovi fondi ad hoc.
I primi risultati, resi disponibili a fine ottobre, mostrano non solo un miglioramento delle prestazioni cognitive, ma anche un impatto significativo sulla qualità della vita. Oltre l’80% dei partecipanti ha migliorato la memoria, il 70% le funzioni esecutive e più del 70% ha mantenuto o potenziato attenzione e linguaggio. Nel complesso, oltre l’80% ha registrato un incremento dell’efficienza cognitiva globale. I partecipanti riferiscono inoltre una maggiore concentrazione, fiducia nelle proprie capacità, benessere emotivo e una riduzione della solitudine: la telefonata settimanale è stata percepita come un momento di compagnia e confronto. L’82% dei coinvolti ha dichiarato che ripeterebbe volentieri il percorso, riconoscendone il valore sia cognitivo sia relazionale. I dati confermano le evidenze scientifiche internazionali, secondo cui anche un training cognitivo a bassa intensità, se ben strutturato, può produrre benefici significativi sulle performance e sul benessere psicologico
«Non si tratta di un sistema clinico – precisa Puccioni – ma di un percorso di autovalutazione e allenamento che aiuta a mantenere il cervello in forma e la mente attiva». Dietro ogni telefonata c’è molto di più: l’attivazione di legami sociali, relazioni che possono far uscire le persone dall’isolamento. «Qualche settimana fa – racconta Marcoccio – un’operatrice non riusciva a contattare una signora. Preoccupata, ha chiesto a un’altra anziana che abitava nella stessa zona di andarla a trovare. È nata così una piccola rete di attenzione reciproca».
Silver in Alps dimostra che la tecnologia, se mediata da relazioni autentiche, può diventare un alleato per la salute e la coesione sociale.
