
Sustainacea, integratori più sostenibili con l’uso di proteine naturali
Il progetto Sustainacea, promosso da Labomar Spa, Università di Torino e Inn.Impresa, ha approfondito lo studio di una materia prima granulata di coenzima Q10 con derivati da economia circolare, allo scopo di ottenere un prodotto nutraceutico con migliori performance di stabilità ed efficacia del componente coenzima Q10 in alcune aree target come l’area cognitiva e l’area cardiovascolare.
Unire Sostenibilità, Ricerca e Salute per ripensare l’integratore del futuro: è l’obiettivo di Sustainacea, progetto che vede protagonisti Labomar Spa, azienda veneta attiva a livello internazionale nel settore della nutraceutica e specializzata nella ricerca, sviluppo e produzione conto terzi di integratori alimentari, farmaci, dispositivi medici, alimenti a fini medici speciali e cosmetici, in collaborazione con il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino e la società Inn.Impresa S.r.l., e realizzato grazie ai fondi dell’Unione Europea tramite un bando a cascata promosso dall'ecosistema dell'innovazione iNEST, nell’ambito delle attività dello Spoke 2 - Health, Food and Lifestyles coordinato dall’Università di Trento.
L’iniziativa punta a sviluppare un nuovo processo di produzione di nutraceutici a base di coenzima Q10, utilizzando sottoprodotti dell’industria alimentare, in particolare proteine del siero di latte e proteine di origine vegetale come per esempio dai legumi, per creare incapsulati granulari più sostenibili, stabili e biodisponibili. Gli studi si sono concentrati su sostanze antiossidanti, quali il coenzima Q10, applicabili all’area ageing, ovvero per la prevenzione di problemi legati all’invecchiamento, quali la salute cardiovascolare e la salute cognitiva.
«Il bando iNEST sosteneva ecosistemi dell’innovazione con un forte carattere di sostenibilità – spiega Samuele Zanatta, direttore tecnico di Labomar Spa, 365 dipendenti e oltre 45 milioni di pezzi prodotti ogni anno –. Come B Corp, per noi questo principio è un valore fondante. Il progetto ci ha dato l’occasione per affrontare un limite tecnico del settore: la scarsa stabilità e liposolubilità in acqua di molecole antiossidanti come il Q10. Abbiamo scelto di intervenire utilizzando proteine provenienti da filiere agroalimentari, al posto di materiali sintetici, ottenendo così granulati più naturali e performanti».
Il risultato è un innovativo granulato di coenzima Q10 ad alta solubilità e resistenza a stress fisico e chimico, base per nuove formulazioni di integratori in stick, compresse e capsule. Questi prodotti, destinati in particolare al benessere cardiovascolare e cognitivo, sono ora sottoposti a test di stabilità accelerata per verificarne la shelf-life e le prestazioni antiossidanti nel tempo.
Il Dipartimento di Scienza e Tecnologia del Farmaco dell’Università di Torino, guidato dalla professoressa Roberta Cavalli, ha fornito il supporto scientifico per analizzare la conformazione, la stabilità e l’attività antiossidante dei granuli attraverso strumentazioni avanzate, dai microscopi elettronici ai calorimetri differenziali. Parallelamente, Inn.Impresa ha curato lo studio di mercato, indagando l’evoluzione del consumatore moderno, sempre più attento non solo ai benefici ma anche alla naturalità e alla filiera sostenibile della produzione degli integratori.
Sustainacea rappresenta così un passo concreto verso una nutraceutica più sostenibile e circolare, capace di trasformare scarti industriali in nuove risorse per la salute. Una via italiana all’innovazione, in cui la ricerca universitaria e l’impresa si incontrano per dare risposte scientifiche e responsabili alle sfide dell’invecchiamento.
