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La nuova luce, innovazione e benessere sociale

Anche la luce ci aiuterà a uscire da questo periodo difficile. Non soltanto perché l’illuminazione artificiale è un sinonimo di esistenza umana, e vedere un palazzo con le singole finestre rischiarate o una strada con i lampioni ci rassicura sul fatto che intorno a noi la vita delle persone comunque prosegue, anche nel necessario confinamento. Ma anche perché da un po’ di tempo siamo consapevoli che l’illuminazione gioca un ruolo importante per la salute e il benessere.

La nuova luce, innovazione e benessere sociale

 

Le soluzioni tecnologiche che possono aiutarci a superare l’emergenza e a organizzare la vita personale e sociale dopo l’uscita dalla prima fase di emergenza per il Covid-19 in realtà sono già disponibili. I sensori termici, i dispositivi di geolocalizzazione, le app per il “contact tracing”, una nuova generazione di robot fanno già parte della Internet of Things, la rete degli oggetti connessi in Rete, dal wi-fi al Bluetooth, passando per RFid e NFC. Come esiste già da tempo l’analisi dei Big Data, che produce modelli predittivi grazie alla rapida raccolta ed elaborazione di informazioni disseminate da persone, oggetti, processi.
Sono “connessioni” su cui lavora anche l’illuminazione contemporanea, che pone le persone al centro dell’attenzione, non soltanto come masse, ma anche come singoli individui con caratteristiche e bisogni diversi. 


Il concetto di “Human Centric Lighting”, l’illuminazione umano-centrica, si materializza attraverso l’impiego di tecnologie d’avanguardia per garantire il benessere negli ambienti interni sulla base di studi scientifici sulla salute umana.
La luce non serve soltanto a vedere, ma regola i ritmi biologici  e influisce anche sulla gamma delle percezione emotive. Nel 2017 il Premio Nobel per la medicina è stato assegnato ai genetisti americani Jeffrey C. Hall, Michael Rosbash e Michael W. Young, che hanno individuato il meccanismo molecolare che controlla il ritmo circadiano da cui dipende il cosiddetto “orologio biologico” umano, regolando funzioni critiche come i livelli ormonali, il sonno, la temperatura corporea e il metabolismo. Un meccanismo che dipende da speciali cellule fotosensibili che si trovano negli occhi e che trasmettono informazioni all’ipotalamo, la parte del cervello che produce  melatonina, l’ormone che regola il livello di veglia e attenzione. Per questo, alterazioni del ciclo giorno-notte possono provocare disturbi fisici, stati di confusione, stress e ansia. 
Oggi dunque, nell’epoca dominata dai LED, chi progetta luce deve tenere conto non solo delle tecniche di illuminazione e del risparmio energetico, ma anche di una serie di pratiche che tutelano il benessere e la salute, dall’integrazione tra luce artificiale e luce naturale all’adozione di una luce “personalizzata”, impiegando per questo sistemi intelligenti e digitali in grado di adattarsi alle esigenze funzionali e biologiche degli utilizzatori. 


In ambito edilizio, attualmente le normative e le certificazioni non tengono conto solo delle prestazioni energetiche dell’edificio, ma anche del benessere di chi lo utilizza, anche per quanto riguarda l’illuminazione.
Per progettare una “illuminazione del benessere” occorre tenere in conto molteplici parametri, alcuni dei quali oggi non facilmente misurabili e stimabili, considerando inoltre che gli effetti della luce sull’uomo dipendono anche da fattori individuali.
Lo “Human Centric Lighting” (HCL) punta a riprodurre la variazione luminosa della luce naturale nell’arco della giornata, proprio con l’obiettivo favorire il ciclo circadiano anche in un ambiente interno, consentendo anche ai singoli utenti di personalizzare l’illuminazione della propria postazione.


Lo “smart working”, che in queste settimane è necessariamente esploso per evitare assembramenti negli uffici, consente alle persone e alle organizzazioni una flessibilità di spazi, orari e strumenti. Ma se l’ambiente di lavoro non è più statico (neanche i coworking che si sono sviluppati in questi anni lo sono), anche gli “scenari” di luce dovranno diventare ancora più dinamici, adattarsi alle conference call e alle videoproiezioni, all’alternanza di turni. E sarà il caso di rivedere anche l’illuminazione delle nostre case, in questa prospettiva.