Investimenti responsabili
Cambiare il mondo senza rinunciare ai rendimenti: cresce l’interesse nell’impact investing
Mercato da 200 miliardi di dollari a livello globale, vale poco meno di 100 miliardi di euro in Europa e tra i 2 e i 3 in Italia, con crescite a tre cifre negli ultimi anni grazie all’aumento della sensibilità su temi sociali e ambientali
Nato in concomitanza con lo scoppio della crisi finanziaria che ha ridisegnato l’economia mondiale, si è espanso inizialmente nei Paesi anglosassoni per rispondere ai bisogni della cosiddetta “base della piramide”, conquistando poi sempre più prepotentemente anche il resto del mondo: l’“impact investing”, termine coniato nel 2008 dalla Rockfeller Foundation per descrivere un nuovo modo di intendere il ruolo della finanza, è arrivato a valere, secondo l’ultimo report del Global Impact Investing Network, 228 miliardi di dollari nel 2018. Con una grande crescita anche in Europa, dove secondo i dati Eurosif relativi al biennio 2013-2015 gli asset di impact investing sono aumentati del 385%, passando da 20 a 98 miliardi di euro. E anche l’Italia fa la sua parte: secondo il Centro Tiresia del Politecnico di Milano, l’impact investing nel nostro Paese crescerà entro il 2030 fino a masse gestite comprese tra 2 e 3 miliardi di euro. Ma il mercato italiano potenziale è molto più grande: 28,9 miliardi di euro è il divario calcolato tra la spesa pubblica e i bisogni reali.
I potenziali investimenti a impatto, del resto, sono virtualmente infiniti: si tratta infatti di soluzioni finanziarie che hanno, secondo la definizione del Global Impact Investing Network, l’obiettivo dichiarato di produrre un impatto positivo e misurabile sulla società generando al tempo stesso un ritorno finanziario per l’investitore. Quattro sono le caratteristiche peculiari: anzitutto l’intenzione da parte dell’azienda di generare un impatto positivo dal punto di vista sociale e/o ambientale, in secondo luogo la misurabilità (pur con diverse metodologie) di tale impatto, e la rendicontazione attraverso report specifici. Naturalmente, essendo un investimento, è previsto che ci sia anche un rendimento finanziario, che può essere variabile in funzione dell’obiettivo da conseguire (eliminare l’affermazione del rendimento garantito non è compliance) . Questo passaggio non mi è chiaro e si allontana dall’approccio di NN IP.
Naturalmente, per poter produrre un impatto sociale positivo, da questo tipo di investimenti sono esplicitamente esclusi determinati settori o Paesi, a seconda dei principi e dei valori che si vogliono sostenere: tra i criteri di esclusione più utilizzati figurano, ad esempio, le armi, la pornografia, il tabacco e i test su animali; negli ultimi anni, in risposta alle problematiche ambientali dovute ai cambiamenti climatici, si sono però sempre più diffuse anche esclusioni di società legate direttamente o indirettamente ai combustibili fossili.
Proprio la crescente sensibilità nei confronti delle tematiche sociali e ambientali ha spinto negli ultimi anni la crescita dell’impact investing che, a differenza dell’SRI (l’investimento sostenibile e responsabile), non si limita a cercare di investire in asset non dannosi ma, al contrario, cerca attivamente di risolvere uno specifico problema affrontando la difficile sfida di cambiare il mondo. A partire dai 17 Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Onu, traducibili in 169 azioni specifiche che possono essere utilizzate come “linee guida” condivise per realizzare impact investment mirati: dall’economia circolare alla microfinanza, dalla riduzione degli sprechi all’estensione dell’istruzione, dal contrasto alla povertà alla lotta ai cambiamenti climatici. Con un radicale cambiamento di prospettiva: lo sfruttamento indiscriminato delle risorse non solo è dannoso, ma in molti casi genera addirittura meno profitti di investimenti in realtà e progetti sostenibili, capaci di affrontare e risolvere i problemi sociali e ambientali.
Migliorare le condizoni igienico-sanitarie nel mondo fa bene anche agli investimenti
Nel 2015 le scarse condizioni sanitarie hanno avuto un costo di 222,9 miliardi di dollari USA a livello globale. Promuovere lo sviluppo di servizi igienici vuol dire promuovere la salute delle comunità, assicurando un ambiente pulito e interrompendo il ciclo di diffusione delle malattie.
Nel 2015 le scarse condizioni sanitarie hanno avuto un costo di 222,9 miliardi di dollari USA a livello globale. Questo dato rappresenta mediamente lo 0,9% del PIL annuale di quei paesi che più soffrono di questi problemi, un dato in aumento rispetto allo 0,7% di cinque anni fa.
Non solo green bond, il mercato si apre anche ai social e sustainability bond
I green bond hanno saputo trasformarsi in un prodotto mainstream ed offrire soluzioni diverse in termini di rischio, valuta, natura dell’emittente e settore di riferimento. Crediamo che in futuro anche i social e i sustainability bond possano riscuotere un crescente interesse da parte del mercato.
Il mercato delle obbligazioni verdi ha visto una rapida espansione, con nuove emissioni nel 2017 che hanno raggiunto i 112 miliardi di euro, in crescita rispetto ai 73 miliardi del 2016, grazie al miglioramento delle linee guida e delle classificazioni, al forte sostegno politico e al forte aumento della domanda da parte degli investitori.
Oil & gas, l’engagement contro i rischi legati al cambiamento climatico
Gli investitori e gli asset manager dovrebbero incorporare il rischio legato al cambiamento climatico nelle loro decisioni di investimento dal momento che le implicazioni di questo tema cruciale diventano sempre più evidenti.
Il settore oil&gas è particolarmente esposto ai rischi associati al cambiamento climatico, data la sua vulnerabilità a un mondo a basse emissioni di carbonio e al fatto che le sue operazioni, i suoi servizi e i suoi prodotti ne fanno uno dei principali responsabili del riscaldamento globale. Abbiamo analizzato 49 società del settore oil&gas a livello globale e abbiamo notato che 40 di esse effettivamente pubblicano un report annuale sul clima e sulla sostenibilità che include le policy sul cambiamento climatico.
L’acqua: la corsa verde all’“oro azzurro”
L’approvvigionamento di acqua dolce rappresenta uno dei maggiori problemi ambientali a livello mondiale.
La crescita demografica globale, l’aumento dei consumi in ambito agricolo, e i problemi causati dall’inquinamento delle acque e dai cambiamenti climatici stanno rendendo l’acqua dolce una materia prima sempre più rara. Gli investitori possono contribuire a risolvere questo problema in aumento investendo in soluzioni idriche intelligenti. La crescita di mercati legati al mercato idrico globale offre un mix di potenziale di rendimento e possibilità di investire in progetti sostenibili a impatto sociale e ambientale tangibile.
Investire in un futuro più responsabile
I mercati sono affascinanti, misteriosi e in continua evoluzione.
Questa combinazione crea una forte attrazione per coloro che accettano le sfide e sperano di essere ricompensati in caso di successo. Il successo, tuttavia, non è mai stato un obiettivo facile e non lo sarà mai: non solo perché i mercati finanziari sono probabilmente l'arena più competitiva del mondo, ma anche perché l’incessante percorso evolutivo non lascia spazio alla stabilità. Una mentalità aperta e un approccio lungimirante sono indispensabili se si vuole essere investitori di successo. Ciò si declina in una costante ricerca di nuovi driver per i rendimenti del futuro. In questa caccia ai rendimenti, è interessante riflettere ...