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Investimenti responsabili

Nei nostri oceani un mare di plastica:
per ripulirli nasce il progetto PlasticLess

Solo l’Italia getta ogni giorno nel Mediterraneo 90 tonnellate di rifiuti plastici, che poi, ingeriti dai pesci, finiscono anche sulle nostre tavole. Per contribuire alla soluzione del problema, NN IP sponsorizza uno dei Seabin destinati a filtrare l’acqua del “mare nostrum” trattenendo la spazzatura.

Sono stati la culla della vita, ma ora sono ridotti a discariche: gli oceani di tutto il mondo, ormai, più che di pesci brulicano di plastica. Ce n’è talmente tanta, che galleggia al largo dei cinque continenti, da formare una vera e propria isola: la “Great Pacific Garbage Patch”, la “Grande chiazza di spazzatura del Pacifico”, che occupa un’area enorme (le stime vanno da una superficie grande quando Spagna e Portogallo a una zona vasta quanto gli Usa) nell’Oceano Pacifico, all’incirca tra il 135º e il 155º meridiano Ovest e fra il 35º e il 42º parallelo Nord.

Ma se il Pacifico piange, il Mediterraneo non ride: nel “mare nostrum” vengono gettate ogni giorno 731 tonnellate di rifiuti in plastica (90 solo in Italia), che potrebbero addirittura raddoppiare entro il 2025. Tanto che secondo l’Unep, il Programma per l’ambiente delle Nazioni Unite, il nostro mare è uno dei più interessati del mondo dal problema, con i rifiuti in plastica che rappresentano il 95% di tutta la spazzatura gettata in mare. Il problema, però, non riguarda solo la plastica che galleggia, ma anche quella che, frammentandosi, finisce sul fondo: per l’agenzia dell’Onu, i fondali del Mediterraneo ospitano fino a 100mila frammenti di plastica di varie dimensioni per chilometro quadrato. E tra questi i più pericolosi sono le microplastiche, particelle del diametro inferiore a mezzo centimetro che vengono scambiate per cibo e ingerite dai pesci. E poi tornano sulle nostre tavole: uno studio Ispra ha rilevato tracce di plastica in 121 specie di pesci tra cui tonno e spada.

Per cercare, se non di risolvere, almeno di arginare il problema, LifeGate ha lanciato il progetto PlasticLess, iniziativa il cui obiettivo è quello di ridurre la presenza di rifiuti plastici nei mari italiani utilizzando Seabin, innovativi dispositivi fissati a pontili che “filtrano” incessantemente l’acqua del mare trattenendo i detriti. I Seabin, ognuno dei quali può contenere fino a 20 chili di spazzatura, sono capaci di raccogliere fino a mezza tonnellata di rifiuti plastici (microplastiche comprese), che vengono poi reimmessi nel ciclo produttivo.

In Italia i Seabin sono già operativi in una decina di siti: in quello di Cala de’ Medici, tra Rosignano e Castiglioncello, nel cuore della Costa degli Etruschi, sarà a breve installato quello sponsorizzato da NN Investment Partners, che conferma così il proprio impegno green. Perché, spiega il Managing Director della società, Simona Merzagora, “vogliamo creare valore non solo per i nostri clienti, ma anche per la società nel suo complesso. La nostra attenzione ai temi della sostenibilità, che in ambito finanziario caratterizza il nostro processo di investimento da circa vent’anni, privilegia l’importanza dell’innovazione e si è già tradotta in diverse attività a livello europeo che ci vedono impegnati a supportare iniziative concrete di tutela dell’ambiente”. E l’adesione a PlasticLess “rinnova la nostra collaborazione con LifeGate, che ci vede già parte attiva dell’iniziativa ImpattoZero volta a compensare le emissioni derivate dall’organizzazione dei nostri eventi”.

Migliorare le condizoni igienico-sanitarie nel mondo fa bene anche agli investimenti

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Nel 2015 le scarse condizioni sanitarie hanno avuto un costo di 222,9 miliardi di dollari USA a livello globale. Questo dato rappresenta mediamente lo 0,9% del PIL annuale di quei paesi che più soffrono di questi problemi, un dato in aumento rispetto allo 0,7% di cinque anni fa.

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