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RAPPORTO PAESE | Polonia

Un’economia in continua espansione

Il nuovo governo intende intervenire per dare più equilibrio alla crescita

L’economia polacca, dopo aver superato indenne la grande crisi economica globale, ha imparato a convivere con le tensioni che arrivano dalla Russia e dall’Ucraina. E intende ora correggere una crescita che negli ultimi due decenni è stata rapida e costante ma che ha creato - secondo la destra nazionalista ed euroscettica al governo - forti disparità tra le diverse regioni del Paese, escludendo fasce troppo larghe della popolazione. Le mosse di Jaroslaw Kaczynski, leader di Diritto e Giustizia, il partito che ha la maggioranza assoluta in Parlamento, rischiano di guastare i rapporti con i Paesi dell’Unione europea - che rappresentano il 75% dell’export polacco - ma almeno nel breve periodo non dovrebbero incidere sul percorso di sviluppo intrapreso.


L’espansione dell’economia prosegue
La Polonia, dopo aver riconquistato la democrazia nel 1989, ha saputo scrollarsi di dosso mezzo secolo di regime filosovietico, si è aperto all’economia di mercato, nella transizione ha rinnovato classi dirigenti e strutture produttive, per poi essere accolto a braccia aperte dall’Europa. Da quando Varsavia è entrata a far parte dell’Unione europea, nel 2004, il Pil polacco è più che raddoppiato, le esportazioni sono più che triplicate, lo stock degli investimenti diretti dall’estero è passato da 45 miliardi a quasi 200 miliardi di euro. Il tasso di disoccupazione è sceso dal 20% al 6,8% e sono stati creati oltre due milioni di posti di lavoro. Da qui al 2020 la Polonia avrà inoltre a disposizione circa 80 miliardi di euro di fondi di coesione europei, ai quali vanno aggiunti i fondi per lo sviluppo rurale e altri finanziamenti comunitari «per un totale di oltre 100 miliardi di euro», come stimano al ministero dell’Economia. Secondo la Commissione Ue, quest’anno il Pil polacco crescerà del 3,7% dopo aver chiuso il 2015 in aumento del 3,6 per cento. Il deficit pubblico è da tempo sotto controllo mentre il debito supera di poco il 50% del Pil.

Il nuovo piano di «sviluppo sostenibile» del governo
Il nuovo governo polacco ha lanciato un ambizioso piano pluriennale che intende indirizzare investimenti per un totale di circa 230 miliardi di euro, oltre la metà del Pil del Paese esteuropeo. Per la Polonia di Kaczynski si tratta di dare equilibrio alla struttura economica, di accorciare le distanze tra le regioni occidentali del Paese agganciate alla Germania e quelle orientali più agricole. «Puntiamo a uno sviluppo responsabile, uno sviluppo basato su fondamenti economici solidi. Ma che favorisca anche un’ampia solidarietà sociale: tra le generazioni attuali e future, tra regioni, comuni e aree rurali, tra datori di lavoro e lavoratori», ha detto il vicepremier Mateusz Morawiecki. Il nuovo modello di sviluppo economico si baserà su cinque pilastri: la reindustrializzazione; lo sviluppo di aziende innovative; l’aumento degli investimenti (soprattutto nazionali); l’espansione sui mercati europei ed emergenti; lo sviluppo sociale e regionale con un patto per le aree rurali e una riforma dell’istruzione professionale. Il nuovo Fondo polacco per lo Sviluppo metterà ordine tra le diverse agenzie governative ed evitando le sovrapposizioni sarà l’interlocutore delle imprese e delle istituzioni finanziarie internazionali.

Ildirigismo e il nazionalismo di Varsavia
A tenere alta l’attenzione dei mercati finanziari e delle imprese non polacche che operano nel Paese è la dichiarata intenzione del governo di favorire gli investimenti nazionali a quelli esteri, di introdurre nuove tasse per i gruppi stranieri della grande distribuzione e per le banche, anch’esse straniere. Ma anche la possibile deriva populista che potrebbe portare all’aumento incontrollato della spesa pubblica dopo decenni di rigore. «Le proposte di Diritto e Giustizia comportano cambiamenti radicali nella politica di bilancio pubblico. E se verranno trasformate in misure di governo avranno di certo un impatto sulla crescita economica del Paese nel medio termine aumentando l’incertezza generale. Oltre a far aumentare in modo considerevole il deficit pubblico», sostiene Jakub Borowski, capo economista di Credit Agricole a Varsavia. Ci sono interrogativi inoltre su cosa accadrà alla privatizzazione di alcune importanti società pubbliche, a partire da quella di Polska Poczta, le poste polacche. Mentre lo Stato continua a controllare direttamente il 17% della capitalizzazione complessiva delle società quotate a Varsavia.

Le rassicurazioni sulla stabilità della Polonia
«Diritto e Giustizia è un partito di destra ultra-cattolica e nazionalista unico in Europa. Hanno vinto le elezioni e non vogliono solo governare, intendono ribaltare il Paese. Ma in economia alla fine non cambierà molto», spiega Slawomir Majman, presidente di Palilz, l’agenzia del governo polacco per gli investimenti dall’estero. Il successo della Polonia «è dovuto soprattutto alla stabilità politica economica e finanziaria del Paese e a alle decisioni coerenti che i diversi governi hanno saputo prendere negli ultimi 25 anni. E credo sarà a ancora così», aggiunge Majman ricordando «la creazione delle Zone economiche speciali nelle aree più arretrate del Paese che hanno fatto rivivere territori morti, abbandonati, anche attraverso gli investimenti arrivati dall’estero».

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