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L'appello: «Vogliamo il 5 per mille stabile e senza limiti»

di Gianluca Salvatori *

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18 ottobre 2007

Il testo della petizione
I primi firmatari
Gli italiani finanziano la ricerca scientifica
La storia del 5 per mille
Firma qui la petizione
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Investire in ricerca significa credere nel futuro del Paese. Si può girare la questione in molti modi ma la sostanza di fondo è questa. Una società con un'idea di sviluppo in cui è determinante il ruolo della conoscenza non può fare a meno di strutture di ricerca qualificate e di ricercatori profondamente motivati. E queste strutture e questi ricercatori non possono fare a meno del sostegno del Paese, inteso non solo come istituzioni pubbliche ma anche come singoli cittadini. Per questo l'introduzione nel 2006 del "5 per mille" Irpef, destinato alla ricerca e al volontariato, è stata una buona idea. Quasi due italiani su tre hanno subito aderito, con uno slancio inaspettato. Il "5 per mille" non è destinato a cambiare le sorti della ricerca italiana. Tuttavia esprime una volontà chiara dei cittadini nei confronti di un settore che gode altrimenti di un'attenzione solo intermittente (per usare un eufemismo).
È un segnale chiaro e forte con cui i contribuenti indicano un obiettivo strategico per la spesa pubblica. Non solo il "5 per mille" non contraddice interventi più sostanziali e strutturati da parte delle istituzioni, ma in qualche modo li sollecita e li esige.
Quindi non è un'elemosina con cui tacitare le nostre coscienze ma un modo per dare voce a una priorità effettivamente condivisa dai cittadini del nostro Paese.
Per questo motivo un gruppo di ricercatori e di persone impegnate nel mondo dell'innovazione – tra questi Renato Dulbecco, Margherita Hack, Rita Levi Montalcini, Carlo Rubbia, Umberto Veronesi, e molti autori di Nòva24, per citare solo alcuni tra i primi firmatari – rivolgono al Governo un appello, in sintonia con un'analoga petizione del mondo del volontariato, perché il "5 per mille" divenga contenuto stabile della nostra legislazione e la sua copertura non venga condizionata da "tetti" o altre forme di riduzione.
L'appello da oggi può essere sottoscritto sul sito del Sole-24 Ore e sul blog di Nòva24.

* Assessore alla Ricerca e innovazione della Provincia autonoma di Trento e promotore della petizione

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