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L'inflazione rialza la testa con petrolio e alimentari

di Michele De Gaspari

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26 novembre 2007
Istat: la dinamica dei prezzi al consumo

Insieme al rallentamento della crescita e alla crisi dei mercati finanziari, il dato più rilevante che sta caratterizzando l'economia internazionale nell'ultimo scorcio del 2007 è il risveglio dell'inflazione, sull'onda dei rincari del petrolio, delle derrate alimentari e di molte materie prime non energetiche. Si tratta di una fiammata dei prezzi, che non dovrebbe rientrare tanto presto per i suoi effetti nel breve termine: dopo aver toccato un picco nel primo trimestre 2008, l'inflazione al consumo farà registrare, pertanto, nella media del prossimo anno uno scalino abbastanza significativo, avvicinandosi al 2,5% (circa mezzo punto in più rispetto all'anno che sta per concludersi) sia in Italia, così come in Eurolandia. Le pressioni a monte del sistema produttivo, a causa delle impennate delle materie prime energetiche e alimentari, si scaricano infatti inevitabilmente sui listini al consumo.

L'inflazione italiana, superato il punto di minimo nella primavera-estate 2007 (1,5-1,6% tendenziale annuo), è risalita a inizio autunno sopra il 2%, segnando un balzo di ben mezzo punto sulla media del trimestre precedente, anche a causa dello sfavorevole confronto statistico con lo stesso periodo di un anno prima. Nella seconda metà del 2006, infatti, la dinamica congiunturale dei prezzi era stata particolarmente modesta, perché influenzata dai ribassi dei prodotti energetici. Il ritorno dell'inflazione oltre la soglia del 2% è, dunque, legato alle accresciute pressioni provenienti dai prezzi del petrolio e delle derrate alimentari, sia pure contrastate dal sensibile apprezzamento dell'euro. Gli indicatori delle aspettative di inflazione, rilevati dalle inchieste Isae condotte presso imprese e consumatori, mettono in evidenza, a loro volta, attese di rialzi dei prezzi, insieme a una maggiore propensione a ritoccare i listini.

I prezzi alla produzione in particolare, dopo una prolungata fase di rallentamento, hanno incominciato a mostrare una dinamica più sostenuta, in linea con la recente evoluzione dei prezzi delle materie prime, che genera diffuse pressioni a monte della catena produttiva. Anche i dati depurati dai fattori stagionali confermano il profilo dell'inflazione in notevole ripresa, con un balzo nel tasso di crescita dei prezzi oltre il 2,5% in termini annualizzati, un valore non più toccato dal 2003. Ciò significa nuovi possibili aumenti nella dinamica tendenziale nel corso dei prossimi mesi.

Lo scalino dei prezzi ritorna nel 2008

A determinare l'impennata d'autunno hanno, quindi, concorso sia i rincari delle tariffe energetiche (elettricità e gas) e dei carburanti, sia i forti rialzi dei prezzi dei prodotti alimentari; a essi si sono aggiunte altre spinte provenienti da fattori stagionali, che hanno interessato alcune voci, quali l'istruzione, l'abbigliamento, gli alberghi e ristoranti. Un contributo al contenimento dell'inflazione è venuto, per contro, dal settore delle comunicazioni, grazie ai ripetuti ribassi delle tariffe telefoniche, e da quello della sanità, con il calo dei listini farmaceutici. Se si considera, poi, l'indice armonizzato (ai fini del confronto europeo), il ritmo di crescita dei prezzi risulta ancora più sostenuto, avendo raggiunto il 2,3%, a fronte dell'1,7% del periodo estivo. Il divario con l'andamento dell'inflazione nei paesi dell'eurozona si mantiene, comunque, a favore dell'Italia: è infatti pari al 2,6% l'aumento medio dei prezzi calcolato da Eurostat in ottobre, a causa soprattutto della spinta registrata in Spagna e Germania.

Le prospettive per i prossimi mesi indicano un'ulteriore, sia pure contenuta, risalita dell'inflazione nella dinamica tendenziale annua, che sconta sia le pressioni provenienti dai rincari dei prodotti petroliferi e alimentari, sia lo sfavorevole effetto statistico legato alla stabilità congiunturale dei prezzi nel periodo settembre 2006-gennaio 2007. Se nella media di quest'anno il tasso di inflazione si attesterà all'1,8%, grazie alla moderata evoluzione dei primi tre trimestri, lo scenario per il 2008 comporta una revisione al rialzo significativamente sopra il 2%, sull'onda della recente nuova impennata dei mercati petroliferi e nonostante il sensibile apprezzamento della valuta europea nei confronti del dollaro. Le maggiori pressioni inflazionistiche dall'estero si trasmettono, innanzitutto, sulla componente energetica dei prezzi al consumo, a partire dagli adeguamenti tariffari per elettricità e gas, con effetti diretti sia immediati che differiti. Anche nell'area dell'euro, a cominciare dalla Germania, i prezzi dovrebbero registrare un'accelerazione entro il primo trimestre 2008, per poi gradualmente rallentare; ma l'inflazione resterà sopra il 2% nella media annua.

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