Le tessere per pagare a rate impongono tassi tra il 17 e il 20 per cento. Fondamentale avere le idee chiare sui costi per evitare default familiari
C'è ancora qualche regalo da comperare, ma il budget rimasto è insufficiente. Può accadere così che, alle porte delle festività natalizie l'occhio cada sulla carta revolving che si ha in portafoglio e non si è mai utilizzata. Uno strumento che consente di acquistare subito e pagare dopo, potendo scegliere, in molti casi, anche il valore della rata mensile. Una soluzione semplice, più facile di un prestito finalizzato o di uno personale che richiedono, per ogni operazione, la compilazione di moduli e l'approvazione da parte della società specializzata o della banca. Se si paga con una carta a rimborso dilazionato non si compila nulla, se non al momento della richiesta della stessa, e nessuno, a parte il titolare e l'emittente della carta, saprà che si è comperato a rate.
A differenza di quanto avviene in altri Paesi, soprattutto Stati Uniti e Gran Bretagna, le carte revolving non sono molto diffuse in Italia (a volte sono "ad opzione" cioè la carta prevede sia il rimborso a saldo che quello dilazionato) e vengono usate relativamente poco. Secondo i dati più re-centi diffusi dall'Abi, quelle in circolazione sono 4,3 milioni, a fronte dei 29 milioni di carte di debito per esempio, e quelle attive sono il 64 per cento (poco più di una su due). Non c'è da stupirsi, quindi se per Visa, uno dei principali circuiti di pagamento, valgono il 2% di tutte le transazioni con carta effettuate in Italia. In base ai dati dell'Osservatorio Assofin sul credito al consumo, il valore delle operazioni con carte revolving nei primi dieci mesi dell'anno è stato pari a 8,1 miliardi di euro (in crescita del 7,4% sul 2007) a fronte dei 18,2 miliardi dei prestiti personali e dei 20 miliardi dei prestiti finalizzati.
E probabilmente è un bene perché prima di " strisciarle" è opportuno conoscerne bene le caratteristiche. Già, perché a differenza delle carte di debito o di quelle di credito a saldo (il cui rimborso delle spese del mese in media avviene il 10-15 del mese successivo in un'unica soluzione), con le revolving si entra nel settore del credito al consumo.
Con la differenza che, mentre se si chiede un prestito la società a cui ci si rivolge vaglia ogni singola pratica, con la carta viene concesso un plafond di spesa da utilizzare quando e come meglio si crede. Magari anche a mesi o anni di distanza dall'emissione della stessa, con la possibilità che nel frattempo le disponibilità economiche del titolare siano cambiate in peggio, al punto tale che attivare un rimborso rateale non sia opportuno.
Le carte revolving, in particolare, si distinguono per un tasso di interesse applicato alle somme dilazionate mediamente più alto di quello dei prestiti personali o di quelli finalizzati. Pagare interessi del 17-20 per cento non è affatto inconsueto e se si tiene conto che le modalità di rimborso standard prevedono in genere una rata molto contenuta, pari al 4-5% dell'importo mensile del saldo o del fido concordato, ciò significa ritrovarsi alla fine dell'operazione avendo rimborsato un importo decisamente superiore al costo del bene che si è acquistato. È opportuno, quindi, leggere bene le condizioni contrattuali prima di utilizzarle.
Del resto, a differenza di un prestito finalizzato che viene proposto presso il punto vendita al momento dell'acquisto, qui non si corre il pericolo di farsi prendere dalla paura di lasciarsi sfuggire l'occasione di acquistare il bene desiderato. La carta può essere richiesta in qualunque momento, magari la si ha già in tasca da mesi e quindi c'è tutto il tempo necessario per studiarne caratteristiche e costi. Poi, se e quando lo si riterrà opportuno, la si potrà utilizzare in modo consapevole. Uno dei vantaggi della revolving rispetto ai finanziamenti classici, per esempio, è proprio il fatto di essere sempre disponibile e di poteressere usata con estrema semplicità senza richiedere alcuna autorizzazione specifica per ogni singola operazione.
Per bilanciare benefici e costi determinati dal tasso di interesse, però, è opportuno ridurre il più possibile il numero di rate. Quindi meglio scegliere una carta che consente di variare l'importo del rimborso mensile fino ad arrivare anche al 100 per cento del saldo o del fido concesso. Così l'acquisto fatto, volendo, lo si paga anche in soli 3-4 mesi, usufruendo dei vantaggi del pagamento rateale e al contempo limitando gli effetti del tasso di interesse.
matteo.prioschi@ilsole24ore.com