Duro colpo per l'economia dell'Irlanda già in gravi difficoltà per la crisi globale: il colosso informatico americano Dell ha deciso di chiudere gli impianti nell'isola, tagliare 1.900 posti di lavoro e spostare la produzione in Polonia. Manovre che mineranno ulteriormente la congiuntura nel paese, per cui negli ultimi anni le attività di Dell avevano contribuito per ben il 5 per cento del Pil nazionale.
Gli economisti avvertono che a ogni posto di lavoro di Dell - secondo maggiore datore di lavoro di tutta l'Irlanda - corrispondo dai quattro ai cinque posti nell'indotto. A saltare sarà quasi la metà di una forza lavoro di circa 4.300 unità, tra l'aprile del 2009 e gennaio 2010.
Per l'inizio del prossimo anno Dell conta di aver trasferito tutta la produzione attualmente dislocata in Irlanda in un nuovo impianto in Polonia, dove i costi del lavoro sono una frazione, anche sui fornitori. «E' una decisione difficile, ma è la cosa giusta da fare perché Dell possa diventare ancor più competitiva e assicurare maggior valore ai clienti», ha affermato Sean Corkery, vice presidente di Dell per le operazioni a Limerick, stabilimento nel sudovest dell'Irlanda.
«Tratteremo i dipendenti con dignità e rispetto - ha aggiunto - offrendo loro ogni sostegno pratico per questo periodo di transizione e per minizzare l'impatto che subiranno». Il gruppo ha precisato che i rimanenti circa mille addetti dell'impianto di Limerick verranno impiegati su coordinamento della produzione in Europa, ricerca e sviluppo di nuovi prodotti. Non sono coinvolti nei tagli gli altri 1.300 addetti in Irlanda, su marketing e vendite e prevalentemente dislocati nell'area di Dublino.