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Pier Silvio Berlusconi: «La key di Sky è anticoncorrenziale»

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19 novembre 2009

L'esposto di Mediaset all'Antitrust contro la digital key di Sky, la chiavetta che da dicembre consentirà agli abbonati all'alta definizione di vedere anche i canali free del digitale terrestre è «la normale risposta a un'iniziativa anti-concorrenziale». A sintetizzare così la posizione dell'azienda è stato il vicepresidente, Pier Silvio Berlusconi, a Montecarlo per lanciare i nuovi pacchetti di cinema e l'offerta di film on demand di Premium. «Riteniamo l'esposto all'Antitrust giusto, addirittura doveroso - ha spiegato Pier Silvio Berlusconi - per tutelare gli interessi di Mediaset, ma anche dei consumatori finali, visto che con la chiavetta Sky offrirà solo un'offerta parziale del digitale terrestre».
«La digital key - ha aggiunto il consigliere di amministrazione Mediaset Gina Nieri - è un'ulteriore verticalizzazione della loro piattaforma: è il tentativo di mantenere nel mondo satellitare con lo stesso telecomando anche coloro che vogliono vedere il digitale terrestre. Dunque non è un elemento di libertà, ma di mantenimento dei clienti dentro la propria piattaforma, per di più senza permettere loro di avere l'interattività nè l'offerta a pagamento del digitale terrestre».
Non è alle viste un abbandono dei canali generalisti Mediaset dall'offerta Sky: «Sono loro che captano e trasmettono il nostro segnale nel loro bouquet, ma ad oggi non abbiamo motivi per pensare di scendere», ha chiarito Pier Silvio Berlusconi.
Quanto alla querelle sugli spot di Sky non trasmessi da Mediaset, finita in tribunale, «per una settimana - ha sottolineato - abbiamo detto no a un unico filmato (quello sull'alta definizione, ndr) che ci sembrava in concorrenza con le nostre reti generaliste. Il giudice ci ha riportato alla situazione precedente, cioè a una normale trattativa senza chiusure. La nostra volontà, comunque, non è quella di non fare pubblicità a Sky».

Il vicepresidente Mediaset, sempre a Montecarlo, ha indicato le nuove stime.
Ricavi 2009 a quota 3,2 miliardi in Italia, in linea con il 2008, e una crescita del 37% del fatturato per le attività da pay tv che si avvia a superare il tetto dei 500 milioni, con un break even confermato nel 2010 a quota 4,5 milioni di clienti e con un arpu (il ricavo medio per singolo utente, ndr) pari a 120 euro all'anno.
«Se l'impatto della crisi sta pesando notevolmente sui colossi dei media in tutto il mondo, con News Corp che negli Stati Uniti si stima perda 1.760 milioni rispetto al 2008, Disney 1.560 milioni o Cbs 810 milioni - ha sottolineato Pier Silvio Berlusconi - Mediaset è in netta controtendenza: siamo l'unico gruppo a livello internazionale a mantenere gli stessi ricavi del 2008», a fronte comunque di «una contrazione degli utili: oggi abbiamo i ricavi, a brevissimo avremo gli utili».
Risultati resi possibili «grazie soprattutto a Premium e Medusa», ha sottolineato. Premium, in particolare, l'offerta a pagamento sul digitale terrestre, «grazie al lancio di Gallery, nel gennaio 2008, ha compiuto un vero salto in avanti: lo scorso anno ha raggiunto i 403 milioni di fatturato, nel 2009 puntiamo a rompere il muro dei 500 milioni: contiamo di chiudere - ha annunciato - a quota 553 milioni», con una «crescita complessiva del 37%» rispetto all'anno precedente, e «del 63% se si considerano le attività caratteristiche di Premium, e cioè i ricavi da tessere prepagate, da ricariche e da abbonamenti», mentre «sono più che raddoppiati i ricavi netti da pubblicità». Nei primi nove mesi di quest'anno Premium ha già realizzato ricavi per 380 milioni (+40% sul 2008).
Cresce parallelamente il peso di ricavi da pay tv su quelli del gruppo: nel 2004 - ha ricordato - il 97% del fatturato Mediaset era legato alla pubblicità, solo il 3% (pari a 87 milioni) alle altre attività; oggi la quota dei ricavi da spot è scesa al 73%, quella delle altre attività ha toccato il 27% del fatturato globale ed è decuplicata (875 milioni).
Quanto infine a Telecinco, «deve affrontare una situazione drammatica - ha sottolineato - con un Pil in caduta e un tasso di disoccupazione che si prevede toccherà il 20% l'anno prossimo. In questo contesto Telecinco si difende, sia in termini di ascolti, perchè è tornata prima rete in assoluto, sia di ricavi».

19 novembre 2009
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