Enel potrebbe diventare la prima compagnia straniera coinvolta nella costruzione di una centrale nucleare in Russia. Il primo passo è stato compiuto ieri, a Lesmo, nella Villa Gernetto che Silvio Berlusconi intende trasformare nella sua Università del pensiero liberale. Qui ieri ha ospitato Vladimir Putin, insieme a una folta delegazione di imprenditori: davanti ai due premier l'amministratore delegato di Enel Fulvio Conti e Boris Kovalchuk di Inter Rao Ues, campione nazionale russo per l'elettricità all'interno del gruppo Rosatom, hanno firmato un accordo di cooperazione. Al centro, uno studio congiunto del progetto di centrale nucleare a Kaliningrad, l'énclave russa stretta tra Lituania e Polonia. Da qui, l'intenzione è rifornire di energia elettrica l'Europa occidentale.
«Mentre si definiscono le modalità industriali del progetto - spiega una fonte vicina ai negoziati - ha una grande importanza il significato politico dell'accordo, che vede un soggetto non russo implicato per la prima volta sul nucleare in territorio russo: da tempo l'Europa aveva chiesto a Mosca di aprirsi su questo fronte». In marzo Putin aveva confermato che la centrale di Kaliningrad sarà aperta alla partecipazione di privati, fino a una quota del 49% ed Enel, secondo il governo russo, prenderà una decisione entro il luglio 2011. In un comunicato la compagnia italiana precisa che la centrale sarà composta da due reattori, ciascuno con una capacità di 1.170 megawatt, con l'utilizzo di tecnologia di terza generazione VVER 1200. «L'entrata in produzione - scrivono Enel e Inter Rao Ues - è prevista tra il 2016 e il 2018».
Al fianco di Putin che si è detto pronto a collaborare al ritorno dell'Italia all'atomo, Berlusconi ha ribadito che il nucleare è ormai una fonte di energia «a cui nessun paese può rinunciare». E tuttavia non sarà possibile indicare il luogo dove potrebbe nascere la prima centrale nucleare italiana «prima di aver cambiato l'opinione pubblica». I cittadini italiani «si terrorizzano» alla prospettiva di ritrovarsi una centrale vicino a casa, ben diversamente dai francesi che – secondo il presidente del Consiglio – «si fanno la guerra pur di avere una centrale in casa loro, sapendo che importa tanto lavoro». Per questo Berlusconi ha preannunciato una campagna di spot in tv basata anche sull'esperienza dei francesi.
Insieme a Confindustria, Enel è partita ieri a Torino con un tour di incontri con le imprese che potrebbero essere coinvolte nella realizzazione delle centrali in Italia, progetto per cui Confindustria prevede investimenti complessivi per 30 miliardi di euro. Sui tempi, a Lesmo Berlusconi ribadisce il desiderio del ministro Claudio Scajola di avviare i lavori per la prima centrale «entro la fine di questa legislatura», dunque entro il 2013. Ma l'opposizione si prepara a dare battaglia: «Nessuna centrale sarà costruita in Italia – ha detto il presidente del gruppo Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi – il 1° maggio Idv inizia la raccolta di firme contro il nucleare, e il referendum spazzerà via la colossale truffa atomica». Greenpeace invece definisce «macabro» il fatto che Berlusconi abbia scelto l'anniversario della tragedia di Chernobyl – la centrale sovietica esplosa il 26 aprile 1986 – «per lanciare il suo progetto di propaganda sulla Rai per il nucleare, e per definire "ambientalisti estremi" l'80% degli italiani che nel 1987 votarono contro la pericolosa energia atomica». Angelo Bonelli, presidente dei Verdi che ieri hanno simulato un incidente nucleare davanti a Montecitorio, sospetta che dietro l'accordo con la francese Edf per la costruzione di reattori nucleari in Italia ci siano «accordi riservati per la costruzione di armi atomiche, cooperazione militare oltre che civile».
A Villa Gernetto, prima della conferenza stampa sono stati firmati altri due accordi. Il primo è un memorandum di intenti tra ministeri per promuovere nuove iniziative nel settore della ricerca sulla fusione nucleare; il secondo riguarda quella che Berlusconi ha definito «una testimonianza di vicinanza e amicizia», la partecipazione della Russia con 7,2 milioni di euro alla ristrutturazione di Palazzo Ardinghelli e della Chiesa di San Gregorio Magno all'Aquila. «Putin deve ritenersi obbligato a venire con noi alla prima Messa», ha detto Berlusconi, che vuole anche il premier russo come primo professore nella futura Università del pensiero liberale. Impegno suggellato da una stretta di mano finale tra i due premier davanti all'affresco della Scuola di Atene di Raffaello: «Scuola di democrazia», ha detto Berlusconi.
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