A colazione con Silvio Berlusconi e Vladimir Putin, lunedì mattina a Villa Gernetto, ci saranno anche Igor Sechin, il potente primo vicepremier russo responsabile per le questioni energetiche, e Serghej Shmatko, ministro per l'Energia. Non a caso: Sechin è presidente di Inter Rao, del gruppo Rosatom, campione nazionale dell'elettricità russa. Uno dei punti centrali del bilaterale italo-russo di oggi sarà la firma di un memorandum tra Enel e Inter Rao: l'avvio di un esame congiunto di fattibilità di un progetto che potrebbe fare di Enel la prima compagnia straniera a essere coinvolta nella costruzione di una centrale nucleare in territorio russo. Nell'énclave di Kaliningrad, per l'esattezza, dove Mosca sta avviando la costruzione di uno degli impianti che Putin ha programmato da qui al 2030 (un totale di 26 reattori nucleari) cavalcando il rilancio dell'atomo nel mondo. "Possiamo controllare non meno del 25% del mercato globale riguardante la costruzione e il funzionamento degli impianti nucleari", aveva detto il primo ministro russo il mese scorso a Volgodonsk. Il protocollo firmato oggi da Enel e Inter Rao studierà la costruzione di un reattore sperimentale termonucleare VVER basata su tecnologia russa, la stessa che Enel sta sviluppando in Slovacchia. "Le modalità industriali sono ancora da definire - spiega una fonte vicina al progetto - ma il significato politico di questo accordo è molto grande: Kaliningrad dimostra che la Russia è passata ai fatti davanti all'Europa che le chiede di aprirsi su questo fronte". Nei mesi scorsi Putin aveva preannunciato che il progetto nella regione più occidentale della Russia, stimato a un valore di 6,8 miliardi di dollari, avrebbe potuto essere aperto fino al 49% a investitori stranieri ed Enel, che con il nucleare completerebbe una presenza di operatore integrato in Russia sul fronte di carbone e gas, aveva espresso il proprio interesse. Secondo la russa Alfa Bank, Inter Rao starebbe pensando a una linea di trasmissione elettrica da Kaliningrad alla Germania lungo il tracciato del gasdotto Nord Stream, per portare energia elettrica russa all'Europa occidentale. A Lesmo oggi è atteso anche il rilancio del gasdotto gemello di Nord Stream, South Stream, joint venture tra Eni e Gazprom. Non è la prima volta che Putin e Berlusconi scendono direttamente in campo per dissipare i dubbi su un progetto che pare rimasto indietro rispetto al "braccio" settentrionale. Nelle settimane scorse si è parlato addirittura di uno scontro tra Gazprom e la compagnia energetica italiana, divergenze sulla gestione delle forniture e sulle modalità di ingresso di un terzo partner, la francese Edf. Sabato però a Vienna, dove South Stream ha conquistato l'adesione dell'Austria come settimo paese di transito, il capo di Gazprom Aleksej Miller ha voluto sgombrare il campo da ogni dubbio: "Entro il febbraio 2011 - ha detto - lo studio di fattibilità per South Stream sarà pronto". E nel giro di un mese e mezzo o due Gazprom preparerà tutti i documenti per consentire l'ingresso di Electricité de France. Condizioni, ha chiarito Miller, concordate insieme a Eni.

 

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