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La galassia Bazoli esce rafforzata
dalla partita nomine

di Alessandro Graziani

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Sabato 08 Maggio 2010
La galassia Bazoli esce rafforzata dalla partita nomine (Nella foto Giovanni Bazoli - LaPresse)

Nomine e fusioni. Fusioni e nomine. Passando, in oltre 25 anni, dal risanamento del piccolo Banco Ambrosiano alla costruzione del colosso Intesa Sanpaolo. Ogni volta riuscendo a restare il punto di equilibrio centrale. O a promuovere nuove alleanze, tali da mantenerne comunque la sua centralità. Anche stavolta, malgrado il contesto politico non gli fosse certo favorevole, Giovanni Bazoli ha centrato i suoi obiettivi. Su Intesa Sanpaolo, certo. Ma anche sull'intera galassia bazoliana che, in poche settimane, si trovava ad affrontare il rinnovo dei vertici: oltre a Intesa Sanpaolo (primo gruppo bancario del Paese), anche Ubi Banca (quarta banca italiana) e Mittel (finanziaria di partecipazioni, che custodisce una quota di Rcs MediaGroup). A nomine effettuate, si può riconoscere che il sistema di potere che ha il suo epicentro in Bazoli, anzichè indebolirsi, si è rafforzato. Soprattutto se si considera anche l'avvenuto aggancio con la Cassa Depositi e Prestiti, dove da pochi giorni si è insediato un banchiere di sua fiducia, come Giovanni Gorno Tempini.

A Intesa Sanpaolo, la campagna delle nomine era partita almeno sei mesi fa con il tentativo della Compagnia San Paolo di Angelo Benessia di andare verso una forte discontinuità al vertice della banca, riequilbrando i pesi a favore dei torinesi. L'esito della lunga battaglia è sotto gli occhi di tutti: tre anni fa, i sanpaolini potevano contare su Enrico Salza alla presidenza del consiglio di gestione e su Pietro Modiano alla guida della Banca dei Territori. Nel nuovo organigramma, le cariche sono occupate da Andrea Beltratti (economista dell'Università Bocconi, con poca esperienza di banca) e da Marco Morelli (ex JP Morgan e Mps). Se il tasso di "torinesità" sia aumentato o diminuito, è tema da dibattito interno alla Compagnia San Paolo. Ma è certo che il tridente milanese tra Bazoli, l'a.d. Corrado Passera e il presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti resta, e forse è più di prima, l'asse portante della squadra Intesa Sanpaolo. Con un ruolo crescente per l'economista torinese Elsa Fornero, che con Bazoli ha già mostrato di dialogare con armonia in queste settimane che hanno portato alla nomina di Beltratti. E che due giorni fa a Torino ha ospitato al Collegio Carlo Alberto l'ex premier Romano Prodi.

Anche in Ubi Banca, quarto gruppo bancario insediato nelle regioni del Nord con forti basi a Brescia e a Bergamo, c'era chi temeva qualche scossone. O almeno, l'emergere di una minoranza in grado di contrastare il blocco di potere al vertice. Invece, le nomine sono filate via lisce con la conferma di Corrado Faissola, Emilio Zanetti e Victor Massiah.

Se l'intera "filiera" bancaria che ha in Bazoli il suo punto di riferimento ha superato il test delle nomine, altrettanto può dirsi per il salottino finanziario della Mittel con l'arrivo da Goldman Sachs di Massimo Tononi (si veda l'articolo a fianco), ex sottosegretario alla presidenza del consiglio durante l'ultimo Governo Prodi. Tononi dovrebbe sostituire progressivamente Giovanni Gorno Tempini (ex a.d. della Mittel, di provenienza Banca Intesa), che le Fondazioni in asse col Ministero dell'Economia hanno scelto per guidare la Cassa Depositi e Prestiti, in ticket con il riconfermato presidente Franco Bassanini. Tutti protagonisti di un "mondo", quello della finanza bazoliana, che – anche nell'era del Governo di centrodestra dove, comunque, tramite Guzzetti è sempre aperto il dialogo con il Ministro Giulio Tremonti – non solo sembra resistere ma addirittura aumentare la sua influenza. Spesso dialogando con i nuovi interlocutori, ma anche – come accaduto davanti alla fase iniziale dell'offensiva di Benessia su Intesa Sanpaolo - battagliando più o meno apertamente senza timore.

Un blocco di potere consolidato, decisivo anche per gli equilibri in Telecom e in Rcs Mediagroup, che resiste nel tempo ai cambiamenti della politica. E che ha in Bazoli un leader insostituibile, di cui sarà difficile raccogliere l'eredità. C'è chi sostiene che mesi fa il professore bresciano – che nel corso di questo mandato triennale al vertice di Intesa Sanpaolo supererà gli 80 anni – starebbe pensando di programmare la successione. Riducendo progressivamente gli impegni, e dedicandosi alla Mittel (e quindi a Rcs), alla Fondazione Cini e ai suoi interessi culturali e sociali. Ma chi lo ha visto all'opera nelle ultime settimane, è pronto a scommettere che, anche al prossimo rinnovo di Intesa Sanpaolo, il successore di Bazoli sarà ancora Bazoli.

Sabato 08 Maggio 2010
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