ILSOLE24ORE.COM > Notizie Finanza e Mercati ARCHIVIO

Borsa italiana: dal cda
via libera all'intesa
con London Stock Exchange

commenti - |  Condividi su: Facebook Twitter|vota su OKNOtizie|Stampa l'articoloInvia l'articolo|DiminuisciIngrandisci
25 giugno 2007

L'alleanza tra le piazze finanziarie di Londra e Milano è cosa fatta. Nasce così il nuovo leader europeo, con 3.571 società quotate. Il cda di Borsa Italiana ha accettato venerdì la proposta presentata dal London Stock Exchange, un'offerta di 1,6 miliardi di euro carta contro carta. Gli azionisti di Piazza Affari avranno poco più del 28% della holding, che sarà anche quotata. Il cda della nuova società che nascerà dall'integrazione fra Lse e Borsa Italiana sarà costituito da 12 membri, di cui cinque italiani e sette inglesi.

Furse: «Insieme crescita più veloce». «Le due società - ha commentato Clara Furse, amministratore delegato di Lse, nel corso della presentazione agli analisti a Milano lunedì mattina - sono complementari. Siamo fiduciosi che insieme potremo raggiungere ritmi di crescita ancora più veloci». Anche per l'ad di Piazza Affari, Massimo Capuano, l'operazione crea «incredibili opportunità di crescita», legate all'elevata efficienza di costi di Borsa Italiana nel trading e nel post trading. Sono state anche sottolineate le potenzialità della nuova realtà di Borsa per quanto riguarda le Pmi: l'unione tra il listino londinese dedicato Aim e i listini italiani Expandi e Mac sarà una garanzia di possibilità di scelta per un potenziale di duemila Pmi italiane interessate a cogliere una opportunità sul mercato dei capitali.

Un gruppo da 5,8 miliardi. Il valore di mercato complessivo sarà di circa 5,8 miliardi contro i 14,8 miliardi di Nyse-Euronext, mentre il valore dei gruppi presenti sui listini sarà rispettivamente di 7.737 miliardi contro 21.500. La poltrona di chief executive officer dovrebbe andare l'attuale numero uno del London Stock Exchange, Clara Furse, mentre all'amministratore delegato di Borsa Italiana, Massimo Capuano, andrà la poltrona di deputy ceo. Nel board ci sarà anche il presidente di Piazza Affari, Angelo Tantazzi. La piattaforma di negoziazione sarà una sola (TradElect) e i ricavi dovrebbero risentire positivamente dell'offerta di prodotti derivati e obbligazionari.

Moody's, rating sotto osservazione. Lunedì mattina Moody's ha posto sotto osservazione il rating del London Stock Exchange Group per un possibile downgrade. In una nota Moody's spiega che l'iniziativa arriva a seguito dell'annuncio, venerdì scorso, del raggiungimento dell'intesa con Borsa Italiana. La revisione del giudizio si concentra sul possibile aumento dell'indebitamento di Lse a seguito dell'operazione. Moody's precisa che il possibile downgrade è limitato a un solo "note".

Timori esagerati. Durante la presentazione agli analisti è stato tuttavia rilevato che l'offerta è stata accolta all'unanimità dal Cda, dove sono rappresentati tutti i soci. Quindi sembrano esagerati i timori espressi da Moody's riguardo al diritto di recesso in contanti spettante agli azionisti italiani. I maggiori soci di Borsa Italiana, Unicredit e Intesa SanPaolo, avranno peraltro un peso di rilievo anche nella holding londinese, ciascuna con circa il 7% del capitale. Quanto alla preannunciata quotazione del London Stock Exchange alla Borsa di Milano, non ci sono previsioni sui tempi, che dipenderanno dalle priorità dell'integrazione. Nel corso della conferenza stampa sono state sottolineate le potenzialità della nuova realtà di Borsa per quanto riguarda le Pmi: l'unione tra il listino londinese dedicato Aim e i listini italiani Expandi e Mac sarà una garanzia di possibilità di scelta per un potenziale di 2000 Pmi italiane interessate alla Borsa

Mts, spunta l'ipotesi l'arbitrato. Come finirà il tiro alla fune con Nyse-Euronext per il Mercato dei titoli di Stato? «Noi - ha dichiarato amministratore delegato di Borsa Italiana, Massimo Capuano - non vogliamo vendere Mts e su questo non si discute». Borsa Italiana ha già esercitato nei giorni scorsi l'opzione call sul 51% di Mbe (holding che possiede il 60% circa di Mts) detenuto da Euronext, per salire così al 100% del Mercato dei Titoli di Stato. Per quanto riguarda il costo della quota Mts posseduta da Euronext, Capuano ha detto che «è già stabilito», ovvero «sarà esercitata la call a fair market value e, nel caso non si dovesse trovare un accordo, si ricorrerebbe ad un arbitrato indipendente che risolverà il problema. La valutazione - ha proseguito Capuano - non l'abbiamo ancora fatta, la call l'abbiamo esercitata solo la scorsa settimana».

La prima fumata era stata grigia. Il progetto, che ha già avuto giovedì mattina l'assenso dal consiglio di amministrazione del listino di Londra, aveva trovato qualche ostacolo in più a Milano. Dal cda di Borsa Italiana, infatti, proprio giovedì 21 giugno era arrivata una fumata " grigia". Perché? Le versioni dei presenti in consiglio divergono. Secondo alcuni, qualche consigliere non era andato a Piazza Affari con l'idea di decidere subito, ma di raccogliere informazioni sulla proposta di fusione. Secondo altri, invece, il problema era che una fusione tra Milano e Londra porterebbe insieme due mondi molto lontani: in fondo Borsa Italiana, aggregandosi con la City, entrerebbe a far parte di un mercato molto diverso, con regole differenti. Diventerebbe una public company (cosa che in Italia in pratica non esiste).

I dubbi degli analisti, solo una pillola avvelenata per il Nasdaq? Anche gli analisti non avevano espresso giudizi così lusinghieri. Secondo uno studio di Citigroup, l'operazione appare come una «pillola avvelenata» lanciata da Londra contro possibili acquirenti ostili. «I vertici della Lse — si legge nel report — sostengono che l'accordo aumenta la presenza sul mercato continentale e permette di diversificare nel campo dei derivati e dei titoli di Stato, ma il mercato sarà molto più cinico e lo vedrà come una mossa per rendere più difficile un tentativo di acquisizione del Nasdaq». Il listino americano, infatti, è il primo azionista di Londra con il 30%. Sulla stessa linea il Credit Suisse, che ha definito l'operazione «difensiva per entrambe le società » anche rispetto alle intenzioni del Nasdaq.

In ogni caso Furse non teme il voto degli azionisti americani di Lse sul progetto di aggregazione tra il London Stock Exchange e Borsa Italiana: «Il Nasdaq - ha spiegato l'amministratore delegato della piazza finanziaria londinese - ha un 30% circa del nostro capitale sociale e non ha diritto di blocco né di veto. Questa operazione ha bisogno del 50,1% dei voti per essere approvata e siamo fiduciosi sull'appoggio dei nostri soci».

Scarica il comunicato ufficiale in inglese
Sintesi in lingua italiana
ANALISI / 1 - La diaspora dell'area euro (di Orazio Carabini)
ANALISI / 2 - In Bce il rammarico di avere due poli (di Beda Romano)
RISULTATI
0
0 VOTI
Stampa l'articoloInvia l'articolo | DiminuisciIngrandisci Condividi su: Facebook FacebookTwitter Twitter|Vota su OkNotizie OKNOtizie|Altri YahooLinkedInWikio
L'informazione del Sole 24 Ore sul tuo cellulare
Abbonati a
Inserisci qui il tuo numero
   
L'informazione del Sole 24 Ore nella tua e-mail
Inscriviti alla NEWSLETTER   
Effettua il login o avvia la registrazione.


 
   
 
 
 

-UltimiSezione-

-
-
7 maggio 2010
7 maggio 2010
7 maggio 2010
7 maggio 2010
7 maggio 2010
 
L'età dell'oro delle monete
Il Senato Usa processa Goldman Sachs
Tragedia greca. Fotoracconto
La top ten delle aziende Usa secondo Fortune
Geronzi dalle banche romane al leone di Trieste
 
 
Cerca quotazione - Tempo Reale  
- Listino personale
- Portfolio
- Euribor
 
 
Oggi + Inviati + Visti + Votati
 

-Annunci-